Recensione 2 /Il Secondo Sesso, della De Beauvoir parte seconda)

Recensione 2 /Il Secondo Sesso, della De Beauvoir parte seconda)

Il capitalismo era in una fase di sviluppo in cui le braccia maschili non erano più sufficienti a tenere il passo con il ritmo delle macchine, la velocità di sviluppo necessitava di altre braccia, di altre corpi umani che i maschi non garantivano.

I maschi non erano più in numero sufficiente. Quindi si pensò alle donne. Ma come, se la donna era casalinga da secoli, da migliaia di anni, come, se lei era la regina della casa, come, se lei era l’angelo del focolare, la madre dei figli?
Bisognava smantellare tutto questo, bisognava rendere odioso stare in casa e fare quello che la donna aveva sempre fatto in famiglia e rendere appetibile e desiderabile il lavoro fuori casa.
Come?

Ecco che la borghese parigina signora dell’alta società de Beauvoir con il suo individualismo esistenzialista fornisce più o meno inconsapevolmente al capitalismo lo strumento filosofico-economico per attuare questo progetto funzionale allo sviluppo capitalistico borghese e alla classe dominante di allora.

Insomma, l’esistenzialismo francese della de Beauvoir e di Sartre è stato usato dal capitalismo per legittimare in chiave filosofico-economica la necessità tutta industriale di lavorare fuori casa, di non fare più figli e di distruggere una comunità, la famiglia che aveva garantito per migliaia e migliaia di anni la stabilità sociale.

L’individualismo esistenziale di Sartre e della de Beauvoir finisce così con lo sposarsi ed integrarsi con l’inno al capitalismo, al progresso, allo sviluppo, alla innovazione, al mercato ed alle sue leggi. D’altronde, tutto questo era già parte integrante del marxismo laddove Marx in virtù della sua previsione di un crollo finale in un futuro lontano del capitalismo, si augurava, nell’immediato, una sua crescita rapida che doveva essere assecondata e favorita perché così si sarebbero abbreviati i tempi del suo crollo e si sarebbe instaurata una società senza classi, senza famiglia e senza proprietà privata. Insomma, un paradiso terrestre sulla terra e non in cielo.

L’esistenzialismo mescola un po’ di individualismo e di lotta marxiana, non più di classe, ma di sessi; infatti alla de Beauvoir non interessa la liberazione del proletariato, né maschile né femminile, ma la liberazione della donna, perché liberare il proletariato non era garanzia di liberazione della donna, in quanto i proletari maschi tenevano essi stessi le donne schiave e sottomesse, in quanto essi stessi maschilisti.

Bisognava liberare la donna dal maschilismo borghese e proletario, dal padre-padrone, dal marito-padrone e dai fratelli, dai maschi tutti, e pertanto la donna doveva liberare se stessa individualmente e non come classe.

Questo messaggio passò a tal punto che infatti le donne borghesi si sono intestate un femminismo individualista, separato dalla lotta delle donne, di tutte le donne.
Pertanto quello che a prima vista era un processo di liberazione, una storica occasione di liberazione per le donne, fu in realtà una necessità dello sviluppo capitalistico e della sua economia di mercato.

Al borghese capitalista non interessava la liberazione delle donne, gli interessava impadronirsi del loro tempo libero, libero da compiti ed incombenze familiari. La libertà dalla famiglia doveva quindi diventare desiderabile e auspicabile per la donna, la donna casalinga si doveva sentire inadeguata, antica, superata. Ella si doveva vergognare di essere casalinga, di avere un corpo, un fisico da casalinga, morbido e materno.

(2 – Continua nel prossimo numero)