Salvare dove è ancora possibile l’antica pavimentazione di Gela

Salvare dove è ancora possibile l’antica pavimentazione di Gela

Il rifacimento di via Mallia, dal Corso a via Rossini, promette bene per il ripristino, laddove è possibile, delle antiche pavimentazioni del centro storico di Gela; quasi tutte le basolette calcaree di questo breve tratto di strada sono riaffiorate dal bitume che le aveva occultate per decenni e quindi, con qualche piccola aggiunta, la stradina potrà essere ripristinata come in antico.

Purtroppo gli antichi basolati di Gela, tra gli anni Sessanta e Ottanta, sono stati quasi tutti smantellati e sostituiti vuoi dall’asfalto, vuoi da mattonelle autobloccanti, ma anche da nuovi basolati di pietra calcarea del Ragusano che hanno sostituito quelli antichi ancora in buono stato di conservazione, scelta quest’ultima inspiegabile; per fare un esempio delle vie che hanno subito questa sorte si citano via Pisa, via Morello e via Cairoli con i loro caratteristici cortili.

Addirittura via Cairoli, oltre ad un’estetica discutibile e alla perdita della sua identità storica, ha subito il danno maggiore in quanto qui è avvenuta una sostituzione totale del suo lastricato originario di grosse basole laviche.

Che brutta storia quella dell’antica pavimentazione urbana di Gela, lasciata da decenni al triste destino di essere smantellata senza che l'istituzione si sia mai preso la briga di evitarla. E così tanti lavori per la posa di condutture di acqua, gas ed altro, spesso negli anni passati, sono stati lasciati senza controllo, peraltro con l’eclatante indifferenza della Soprintendenza ai beni culturali e ambientali, e senza che le ditte appaltatrici dei lavori avessero ripristinato lo stato dei luoghi.

Addirittura, a parte i lavori di metanizzazione responsabili del maggiore scempio, nel 1987 i basolati di pietra calcarea dei marciapiedi, che partivano da Molino a Vento e arrivavano al Cimitero monumentale, sono stati azzerati dai “Cantieri Scuola”, qualcosa come quattro chilometri (due chilometri a marciapiede) di grosse basole calcaree che hanno reso gratuitamente lieti i proprietari di ville del circondario a parte quelle che sono state, si dice, impunemente vendute.

Si auspica che in nessun prossimo intervento le poche e uniche grosse basole calcaree rimaste a largo Madrice, a sud della chiesa Madre, non vengano sostituite così come sempre si è fatto in altre analoghe situazioni. Speriamo che sia roba di altri tempi e che non si possa ripetere più l’abbandono istituzionale degli antichi basolati, un bene culturale che fino agli anni Sessanta dava una connotazione urbana di grande valore alla nostra città oltre all’interesse storico ed artistico non comuni.

Oltre via Mallia, oggi sono in corso di rifacimento anche le vie Aretusa e Picceri, pertanto, si chiede ai nostri amministratori un comportamento analogo di salvaguardia nella restituzione alla città degli antichi basolati. Tale comportamento, a prescindere da qualsiasi giudizio, per gli amministratori di Gela ha rappresentato e rappresenta una cartina di tornasole nei riguardi del bene culturale, una cartina di tornasole che spesso, purtroppo, ha virato il proprio “colore” .

Si spera vivamente che gli errori delle passate amministrazioni servano a questa di oggi per evitare di infierire ancora sui nostri beni culturali. Non si dice nulla di eccezionale nell’affermare che piazze , strade e cortili di Gela non sono di proprietà degli amministratori, né degli architetti, né della gente che ci abita, ma sono di tutta la comunità gelese.

Infine, ci si chiede se le decine e decine di denunzie mediatiche, nel corso degli ultimi quarant’anni, abbiano sortito qualche effetto positivo sulla salvaguardia dell’antica pavimentazione di Gela. Forse, probabilmente un po’.