L’editoria religiosa di don Giuseppe Costa

L’editoria religiosa di don Giuseppe Costa

È da qualche settimana in edicola con i caratteri di Sciascia Editore Editoria religiosa, lezioni brevi di don Giuseppe Costa (nella foto)

Un libro snello e di facile lettura, ma ricco di tutta quella esperienza che il salesiano, già come docente di giornalismo presso l’Università Salesiana di Roma, poi come direttore della SEI (Società Editrice Internazionale) e poi ancora come direttore della Libreria Editrice Vaticana, ha maturato in tanti anni nel campo dell’editoria, tanto da potere in questo volumetto produrre un’analisi lucida e pragmatica delle problematiche riguardanti oggi il mondo del libro religioso, con una evidente crisi del settore, venuta fuori soprattutto in questi ultimi anni, dopo la felice stagione che per un decennio aveva visto la LEV affermarsi per la qualità delle pubblicazioni e i profitti come una delle editrici internazionali più importanti al mondo. Basterebbe a tale proposito citare la pubblicazione dei tre volumi su Gesù di Nazareth, autore papa Benedetto XVI. Volumi divenuti in tutto il mondo dei grandi best seller.

La disamina e le osservazioni di don Costa sulla flessione delle vendite del libro religioso, illustrano con sguardo attento le motivazioni che hanno condotto alla crisi, peraltro dando indicazioni e suggerimenti utili perché l’editoria cattolica sia capace di ripartire, di rinnovarsi, pur nella tradizione, con metodi e strumenti adeguati ai tempi, dove la professionalità deve rimanere alta così come la consapevolezza che il libro deve rimanere strumento di evangelizzazione.

Ma don Costa avverte come sia anche necessaria una diversificazione delle proposte editoriali, mettendo in conto pubblicazioni non propriamente ortodosse alla nostra fede, ma che per contenuti e affinità spirituali sposano il sentire cristiano, ciò al fine di raggiungere una più larga fascia di lettori. Questo lo dice anche mons. Massimo Naro, quando scrive nella sua prefazione come... l’editoria che si incaponisce a definirsi religiosa, si ghettizza dentro pregiudizi che non le fanno certo bene.

Il libro di don Costa non è però solo uno sguardo acuto sul mondo dell’editoria religiosa, ma anche – come scrive Arianna Rotondo, docente di Storia del Cristianesimo all’Università di Catania – un lavoro a vocazione didattico-pedagogica, e questo si evince chiaramente dal metodo scelto dall’autore nello sviluppare il libro in tre lezioni, che contengono nell’ultima parte il sunto di opere di autori che hanno mirabilmente scritto pagine preziose di profonda spiritualità. Citeremo per tutti e senza volere fare torto agli altri: il card. Carlo Maria Martini; il teologo luterano Dietrich Bonhoffer; Carlo Carretto di cui tutti ricordano Lettere dal deserto, Renè Voillaume, fondatore dei “Piccoli Fratelli di Gesù”; il teologo Karl Rahner,

monaco benedettino, oggi il più noto autore cristiano di testi spirituali; Enzo Bianchi, fondatore della Comunità Monastica di Bose. Per cui alla fine il lettore che ha il privilegio di leggere questo libro, non solo può farsi un’idea chiara sullo stato dell’editoria religiosa in questo nostro tempo, ma può pure attingere a pagine immortali di spiritualità, capaci di rendere l’ultima fatica di don Costa – senza sminuirne l’importanza ma semmai accrescendola – anche un manualetto devozionale, capace di fare bene al cuore e all’anima.