Via libera del Consiglio alla Consulta per il decoro urbano. Iudice: «Porterò avanti le mie idee, non altre»

Via libera del Consiglio alla Consulta per il decoro urbano. Iudice: «Porterò avanti le mie idee, non altre»

Seduta ordinaria del Consiglio comunale tenutosi nella serata del 3 novembre, in videoconferenza, ai sensi dell'art.73 del D.L. 18/2020.

All'ordine del giorno era inserita la discussione ed eventuale approvazione del regolamento per l’istituzione della Consulta per il decoro ed arredo urbano. Il presidente del consiglio comunale, Salvatore Sammito, con la partecipazione del Segretario generale, dott.ssa Giovanna Divono, constatata la sussistenza del numero legale, ha dichiarato aperta la seduta ed introdotto la proposta avente per oggetto, per l'appunto, l'istituzione della Consulta, dando altresì lettura dei pareri, entrambi favorevoli, della dirigente Consentino (parere tecnico) e del dirigente Depetro (parere contabile). Presenti, in rappresentanza dell'amministrazione, anche gli assessori Terenziano Di Stefano e Cristian Malluzzo

La proposta constava di 8 articoli, 6 dei quali veniano interessati dal maxi-emendamento delle opposizioni, di cui è primo firmatario la "grillina" Virginia Farruggia, a cui seguivano le sottoscrizioni dell'indipendente Paola Giudice, della "meloniana" Sandra Bennici e del "salviniano" Emanuele Alabiso. Un maxi-emendamento che entrava a gamba tesa sulla proposta della II Commissione consiliare permanente all'urbanistica e lavori pubblici, perché tralasciando soltanto i canonici articoli d'apertura e chiusura, artt. 1 (Istituzione) e 8 (Norme di rinvio e salvaguardia), intendeva alterarne l'intera ossatura attraverso le modifiche proposte agli artt. 2 (Finalità, competenze e funzioni), 3 (Membri), 4 (Regolamento interno), 5 (Registro esperti), 6 (Organi e composizione), 7 (Durata). 

Non a caso, formalizzato il maxi-emedamento si è aperto e sviluppato un lungo ed articolato dibattito, durante il quale sono intervenuti più volte, i consiglieri Gabriele Pellegrino (Avanti Gela), Salvatore Incardona (Udc), Alessandra Ascia (Pd), Sandra Bennici (FdI), Paola Giudice (Indipendente-Misto), Giuseppe Morselli (Un'altra Gela), Virginia Farruggia (M5S), Salvatore Scerra (Avanti Gela) e, a chiudere il dibattito, il presidente della commissione urbanistica, nonché capogruppo della lista ammiraglia del sindaco Lucio Greco, ossia il sopra citato Giuseppe Morselli.

Ed in effetti la maggioranza tiene botta ancora una volta, approvando articolo per articolo quasi tutti gli 8 punti così come erano stati usciti dalla commissione, bocciando le modifiche emendate, tranne una, vale a dire quella relativa all'art.3 e riguardante i membri della Consulta, sul quale era stato nel frattempo formalizzato un ulteriore emendamento a firma dei consiglieri Virginia Farruggia e Paola Giudice, nel quali le si suggeriva che a stilare la prima consulta fosse il maestro d'arte Giovanni Iudice (nella foto) cioè colui che ha proposto per primo pubblicamente l'istituzione della Consulta e che in questi ha interoloquito con il presidente della commissione, Giuseppe Morselli

Innescatosi un nuovo dibattito con gli interventi di Davide Sincero (Una buona idea), Paola Giudice, Giuseppe Morselli e Alessandra Ascia, l'emendamento non è passato. Sicché, così come modificato dall'emendamento sottoscritto dai consiglieri Farruggia, Giudice, Bennici ed Alabiso, l'art. 3 (approvato) dispone che «sono membri della Consulta con diritto di voto enti e singoli soggetti esperti al decoro e arredo urbano di alto profilo etico e professionale, iscritte nel "Registro degli esperti al decoro e arredo urbano" istituito presso il Comune di Gela. Sulla composizione della Consulta deciderà sui primi 3 membri la II Commissione consiliare permanente "Urbanistica e LL.PP.", su altri 4 membri il Consiglio Comunale e sui restanti 3 membri il Sindaco». 

Nel dettaglio la suddetta Consulta sarà composta: dal Sindaco o suo delegato senza diritto di voto; un urbanista; un architetto; un artista; un letterato; un esperto di Storia locale; un vivaista; un rappresentante del mondo della scuola; un designer; un esperto di social media marketing; un rappresentante degli studenti. A suggerire l'aggiunta della locuzione "senza diritto di voto" per il sindaco o suo delegato è stata la consigliere dem ed ex presidente del consiglio, Alessandra Ascia.

Gli 8 articoli nel complesso sono stati votati dai 13 esponenti della maggioranza rimasti presenti. La Consulta – si legge nel testo – è un organo consultivo del consiglio comunale che la commissione urbanistica può interpellare su proposte di deliberazioni del civico consesso, ma che a sua volta può affidare alla stessa commissione iniziative e temi da sottoporre all'attenzione e deliberazione del consiglio comunale. In materia di decoro e arredo urbano la Consulta può proporre istanze, petizioni, dibattiti, riunioni, convegni, anche su temi di specifico interesse. 

I pareri della Consulta sono obbligatori ma non vincolanti, nel senso che una volta interpellata dalla commissione all'urbanistica e lavori pubblici, la consulta deve esprimere il proprio parere, ma la commissione può anche non tenerne conto. Può dotarsi di un regolamento interno, mentre suoi organi sono l'assemblea dei membri di cui all'art.3 ed il presidente che viene eletto dall'assemblea, unitamente al suo vice. Il presidente è il rappresentante legale della Consulta, la convoca e la presiede ai sensi del regolamento interno di cui all'art. 4. Le sedute dell'Assemblea sono valide solo se sono presenti almeno la metà dei componenti. La durata della Consulta è pari a quella del mandato consiliare. Al Registro degli esperti di cui all'art. 5, vengono iscritti in prima applicazione i soggetti interessati che avanzeranno l'istanza nelle forme, modi e tempi stabiliti da apposito bando.

Ma cosa ne pensa colui che per primo – e ripetutamente – ha espresso la necessità, per una città come Gela, dell'istituzione di una Consulta per il decoro ed arredo urbano. Ci riferiamo al maestro d'arte gelese, Giovanni Iudice. «C'è la necessità – osserva Iudice – di recuperare un enorme gap, un ampio deficit in termini di immagine. E' sotto gli occhi di tutti: Gela paga un evidente e pesante indebitamento di immagine e la Consulta del decoro e dell'arredo urbano può rivelarsi un utilissimo strumento per recuperare questo deficit, attraverso scelte puntuali, frutto di competenze e valutazioni professionali di primissimo ordine. 

E' questa la mia idea di Consulta, fatta da professionisti, come urbanisti, architetti e via di seguito, di alto profilo. Io, per esempio, ne ho in mente una mezza dozzina ed anche più. Comprendo – prosegue – l'esigenza che la politica conservi un margine di discrezionalità ed autonomia rispetto ai pareri ed ai suggerimenti della Consulta, ma vorrei che quanto meno tali pareri possano orientare se non condizionare le scelte politiche ed affinché ciò sia possibile è esiziale partire dall'altro profilo dei suoi membri, così da poter assicurare almeno pareri "autorevoli", per quanto non vincolanti. Non sono avvezzo ai processi alle intenzioni. Vediamo cosa uscirà fuori nei prossimi giorni. Ma questa è l'idea di Consulta che porterò avanti con coerenza, nell'interesse della città. Non mi interessano gli orticelli – conclude Iudice – e gli interessi di bottega innanzi ai quali toglierei subito il disturbo». 

Come sopra anticipato, la maggioranza non ha gradito che Iudice nominasse in prima battuta i componenti della Consulta, bocciando l'emendamento a firma di Virginia Farruggia e Paola Giudice. Magari, Iudice convincerà chi ha in mente ad avanzare istanza per l'iscrizione nel registro. A quel punto, diversi nodi verrebbero al pettine, perché la politica e la maggioranza in particolare, con in testa il primo cittadino, Lucio Greco, dovrà pescare da quell'elenco.