Nel 1972 il capolavoro di Francis Ford Coppola

Nel 1972 il capolavoro di Francis Ford Coppola

Cinquant'anni fa veniva distribuito sul grande schermo il film “Il Padrino” (The Goodfather) di Francis Ford Coppola, tratto dall'omonimo romanzo di Mario Puzo, il best seller che nel 1969 vendette in poche settimane oltre 9 milioni di copie.

Lo stesso scrittore scrisse poi l'adattamento cinematografico quando la Paramount Pictures, attraverso il produttore Tom Hagen, ne acquistò i diritti per farne un film. Ambientato a New York nel 1945, la storia narra di un boss della mafia italo americana, don Vito Corleone, che grazie al gioco d'azzardo e alle infiltrazioni nei sindacati più importanti della città, riesce a primeggiare sulle altre famiglie malavitose, tanto da essere riconosciuto come Il Padrino di tutte le organizzazioni del malaffare facenti capo a Cosa Nostra.

Il ruolo di don Vito Corleone venne interpretato da uno straordinario Marlon Brando, voluto contro le stesse volontà dei produttori da Francis Ford Coppola, che a sua volta era stato scritturato dalla Paramount dopo che altri importanti registi avevano rifiutato di dirigere il film. 

Tom Hagen addirittura avrebbe voluto come regista Sergio Leone, ma questi rifiutò perché a quel tempo stava preparando “C'era una volta in America”. E comunque Coppola ebbe il merito non solo di realizzare un film, ritenuto uno dei capolavori assoluti della storia del cinema, ma di avere lanciato sul grande schermo un giovanissimo Al Pacino , che interpretava Michael Corleone, uno dei quattro figli di don Vito, e colui che poi gli succederà nel momento in cui il vecchio boss – dopo un grave attentato alla sua vita –  deciderà di ritirarsi a vita privata. Nel cast anche altri attori popolari come Robert Duvall e James Caan.

Al successo del film contribuì non poco la fotografia di Gordon Wills, ma anche la bellissima e indimenticabile colonna sonora composta da Nino Rota. All'uscita nelle sale “Il Padrino” aveva una durata di 175 minuti, che risultò essere un non facile compromesso fra la produzione e il regista, se si pensa che al primo montaggio la pellicola aveva raggiunto la durata di 122 minuti. Comunque il film al botteghino polverizzò il record d'incasso di “Via col vento” che resisteva da circa 40 anni, e rimase in testa alla classifica dei migliori profitti nelle sale cinematografiche sino al 2010, anno in cui “Avatar” superò ogni precedente record d'incassi.

Sull'onda di questo clamoroso successo, ottenuto anche a dispetto delle mille difficoltà realizzative che si erano riscontrate dentro e fuori il set, Coppola avrebbe di seguito realizzato nel 1974 Il “Padrino parte II” e nel 1990 “Il Padrino parte III”. Quest'ultimo atto della “saga” vide  molte sequenze girate in Sicilia e in particolare a Palermo. Nel 1973 Marlon Brando, grazie alla parte di don Vito Corleone, vinse l'Oscar per la migliore interpretazione maschile, ma l'attore non andò a ritirare l'ambito riconoscimento per protestare contro la politica del Governo che penalizzava i nativi d'America e continuava a relegarli ai margini della società americana. 

Quali furono i motivi del grande successo del film? Sicuramente, a parte la magistrale interpretazione di Brando, l'accurata regia di Coppola, e la crudezza di certe scene “cult” rimaste nell'immaginario collettivo,  risultò vincente anche una non banale rivisitazione di Cosa Nostra e del crimine organizzato, con tutte le sue efferatezze ma anche le contraddizioni legate al rispetto dei valori tradizionali della famiglia, all'onore, ad una distorta religiosità.

Un film insomma che fu capace di entrare nel tessuto più intimo di un mondo corrotto, spesso mitizzato, raccontandone come mai prima le radici e le dinamiche sociali, diversamente da come il cinema in passato, spesso con superficialità, aveva narrato le storie di mafia. 

Nel 1998 l' American Film Institute inserì “The Goodfather” al terzo posto della classifica dei migliori 100 film statunitensi di tutti i tempi. Lo stesso istituto lo inserì al primo posto nella categoria gangster, mentre la rivista Empire lo ha considerato come il film più bello in assoluto, al primo posto fra un elenco di cinquecento cult movie.