Con un sorriso che ha accompagnato generazioni di alunni e una dedizione che ha lasciato un segno profondo tra colleghi e famiglie, la maestra Rina Migliore, dopo 41 anni di onorato servizio presso la scuola primaria “Enrico Solito” – oggi ospitata all’interno dell’Istituto Comprensivo “Romagnoli-Solito” a causa del noto crollo del solaio del 2021 che ha reso l’edificio inagibile – ha salutato la scuola e la professione con una festa carica di emozione e gratitudine.
L’evento si è svolto nel noto ristorante Bistrot Disiu della famiglia Guerreggiante, nel suggestivo vico Santa Lucia, dove la maestra è stata circondata dall’affetto e dalla stima delle colleghe di sempre, con le quali ha condiviso un lungo e significativo percorso di vita e lavoro.
«Ho sentito tutto l’affetto delle mie colleghe – ci confida emozionata –. È stata una serata speciale, all’insegna dei ricordi, delle risate, dell’allegria e della solarità che mi hanno sempre contraddistinta. Le ringrazio di cuore: mi hanno omaggiata con una canzone in rima scritta per me, che mi descrive alla perfezione. Parla della mia energia, dell’amore per la natura e per i fiori, che ho voluto personalmente scegliere per addobbare la sala del ristorante».
Una carriera tra passione, ambiente e innovazione. Sposata e madre di un figlio di 37 anni, entrata di ruolo a soli 19 anni, Rina Migliore può vantare numerosi primati: è stata la prima maestra a insegnare inglese nelle scuole gelesi, tra i primi soci dell’associazione Legambiente-sezione di Gela e prima referente per l’ambiente nelle scuole della città.
Si definisce solare, entusiasta, instancabile e profondamente attiva. E a guardare il suo percorso non si può che darle ragione:
«Ho sempre considerato il mio lavoro una passione. Ho cercato di trasmettere ai miei studenti buone pratiche e valori. Quando si insegna con il cuore, si può incidere davvero sulla vita dei ragazzi e contribuire a costruire un futuro migliore. Non mi sono mai assentata, ho lavorato sempre con gioia e creatività, creando un clima di fiducia e condivisione, anche con le colleghe».
Non solo teoria, ma tanta pratica sul campo.
«Mi sono sempre “sporcata le mani” insieme ai miei alunni: seminando, piantando alberi o raccogliendo rifiuti da differenziare. La didattica all’aperto è stata una parte importante della mia proposta educativa».
Parla con amarezza della chiusura della scuola Solito, causata dal crollo strutturale avvenuto nel 2021:
«Purtroppo lo stop forzato ha avuto ripercussioni sugli alunni, costretti a spostarsi in altri plessi, ma anche sulle famiglie e sul quartiere stesso, che ha perso un importante punto di riferimento».
Esiste un progetto per i lavori di recupero e adeguamento antisismico dell’edificio che è stato aggiornato secondo le normative vigenti e si attende solo il decreto per l’avvio dei cantieri.
Nel tempo, la scuola Solito si è distinta per le tante iniziative culturali e sociali, anche grazie al contributo attivo della maestra Rina: nel 2013 ha vinto il primo premio del concorso nazionale Green Cross Italia, con cerimonia di premiazione al Quirinale, alla presenza del presidente Giorgio Napolitano e del ministro Maria Chiara Carrozza.
Numerosi i dirigenti scolastici che hanno lasciato il segno: Teresa Presti Arena, Francesco Giardino, Salvatore Giudice, Clizia Nobile, Baldassare Aquila, Gianfranco Mancuso. Sotto la loro guida sono nati un museo della cultura contadina, una tensostruttura, corsi sportivi a livello regionale, il campus estivo con piscine e insegnanti madrelingua, gemellaggi scolastici e progetti innovativi (STEM, educazione digitale e altro ancora).
Ad impreziosire la serata conviviale è stata la presenza del prof. Salvatore Giudice, che è stato dirigente alla “Solito”. Giudice nel suo accorato intervento ha esaltato la figura e il ruolo della scuola primaria nella società, riconoscendone il contributo nel processo di rinascita dell’Italia moderna, impegnata nel dopoguerra e in modo significativo a sconfiggere l’analfabetismo.
Alla maestra Migliore chiediamo:
– Come è cambiata la scuola negli anni?
«È peggiorata sotto l’aspetto burocratico. Nell’era digitale ci sono troppe scartoffie, relazioni, documenti che sottraggono tempo ed energie alla didattica vera. Sul piano economico, invece, restiamo una delle categorie professionali più sottopagate».
– Lei ministro dell’Istruzione, cosa cambierebbe?
«Smetterei di cambiare continuamente le Indicazioni nazionali. Semplificherei la burocrazia e selezionerei con più rigore e criterio i docenti, a ogni livello scolastico».
– Qual è il suo augurio per il futuro?
«Che la scuola Solito possa tornare a risplendere e diventare ancora una volta un punto di riferimento per tutta la città, com’è stata in passato».