Lo sfruttamento dei giacimenti sottomarini di gas naturale "Argo-Cassiopea", attivati nel 2024 a 20 km dalla costa tra Gela e Licata, rappresenta non solo una svolta energetica per la Sicilia ma anche l’inizio di un ambizioso programma di investimenti ed esplorazioni promosso da Eni e dal partner Energean nel Canale del Mediterraneo. Un progetto che si prospetta come il più importante sviluppo nazionale nel settore del gas degli ultimi vent’anni, con enormi ricadute economiche, ambientali e strategiche per l’Italia.
Il Canale di Sicilia, secondo gli studi e i sondaggi geologici condotti negli ultimi anni, custodirebbe vasti giacimenti di gas naturale, con potenziali riserve stimate in milioni di metri cubi. Una ricchezza energetica ancora in gran parte inesplorata, che potrebbe tradursi in un volano economico decisivo per un Paese fortemente dipendente dalle importazioni. Una provvidenziale fonte di finanziamento, tramite i proventi delle royalties, per i comuni interessati, cioè Licata, Butera e specialmente per le misere e indebitate casse del Comune di Gela che langue in regime di dissesto economico.
«Era da vent’anni che non si vedevano progetti di tale portata nel nostro Paese», ha dichiarato Luca De Caro, presidente e amministratore delegato di Eni Mediterranea Idrocarburi, che in questo impegno si vede affiancata da Energean, un partner (ex Edison) così fermamente convinto della bontà di questa iniziativa che nel 2021 approva l'investimento per lo sviluppo del progetto Cassiopea nel Canale di Sicilia e ne acquisisce il 40%.
L’ottimismo degli investitori si fonda su dati concreti: il bacino del Canale di Sicilia offre caratteristiche geologiche particolarmente favorevoli all’estrazione del gas. L’impianto Argo-Cassiopea, già operativo, rappresenta il fulcro di un’infrastruttura progettata per essere ampliata e collegata ad altri eventuali giacimenti scoperti in futuro, rendendo più rapide ed efficienti le fasi di messa in produzione.
La struttura attuale si basa su una rete sottomarina di 60 chilometri che collega, partendo da un fondale di 600 metri, tre pozzi del giacimento Cassiopea e uno del giacimento Argo a una piattaforma a terra, all’interno dell’area della Bioraffineria, una delle più moderne d’Europa. Qui il gas viene trattato e compresso per essere immesso nella rete nazionale, contribuendo in modo diretto alla sicurezza energetica dell’Italia.
«La produzione, avviata ad agosto 2024, a soli tre anni dall’inizio dei lavori, avviene tramite uno sviluppo interamente sottomarino – esordisce Elisa Valgimigli, Development Project Manager del progetto Argo Cassiopea di Eni. È un progetto in cui tutte le opere sono interrate o protette – spiega nei dettagli – garantendo così la piena compatibilità con tutte le attività marine. È privo di impatti visivi e con emissioni prossime allo zero. Sono stati proprio questi i driver principali: è un’iniziativa carbon neutral, in linea con gli obiettivi di sostenibilità di Eni».
Le poche emissioni residue saranno interamente compensate entro il 2026 grazie all’installazione di un impianto fotovoltaico da 3,6 MWp nei pressi della bioraffineria di Gela, contribuendo ulteriormente a rendere l’intero processo non solo sostenibile ma anche autosufficiente dal punto di vista energetico. Uno dei vantaggi chiave del progetto risiede nella vicinanza del punto di estrazione con il punto di utilizzo.
Come evidenziato da De Caro, il gas di Argo-Cassiopea può essere considerato «a chilometro zero», poiché estratto, trattato e distribuito localmente, riducendo drasticamente le emissioni legate al trasporto, tipiche del gas importato via metanodotti o in forma liquefatta (GNL). L’intero ciclo di vita della risorsa energetica, dalla produzione all’immissione in rete, avviene all’interno di un’area geografica circoscritta, garantendo una maggiore efficienza ambientale e logistica.
Nel quadro europeo che vede il Parlamento fissare l’obiettivo di coprire il 42,5% del mix energetico con fonti rinnovabili entro il 2030, il gas naturale resta una risorsa essenziale per accompagnare la transizione ecologica.
Tra le fonti fossili, il gas presenta la minore impronta carbonica ed è ideale per integrare le energie rinnovabili, soprattutto in una fase in cui l’intermittenza delle fonti pulite richiede fonti stabili e sicure. In questo contesto, Argo-Cassiopea si configura come un tassello strategico: non solo assicura la continuità energetica nazionale ma contribuisce a ridurre la dipendenza dall’estero e ad affrontare eventuali crisi geopolitiche che potrebbero minacciare le forniture.
Oltre agli impatti sul piano nazionale, il progetto porta significativi benefici economici a livello locale. La strategia adottata da Eni è infatti strettamente legata al “Protocollo di Gela” del 2014, che prevede la valorizzazione dell’indotto locale.
La maggior parte delle imprese coinvolte nella realizzazione degli impianti proviene infatti dal territorio siciliano. Inoltre, con l’avvio della produzione, stanno per iniziare le erogazioni delle royalties che a partire dalla fine di giugno verranno destinate ai comuni interessati, contribuendo al rilancio economico di aree storicamente penalizzate da disoccupazione e scarse risorse finanziarie.
Royalties che dal prossimo anno aumenteranno sensibilmente insieme con l'incremento delle estrazioni.
Con un volume stimato di circa 10 miliardi di metri cubi di gas e una produzione che nel 2025 potrà incrementare del 50% la produzione nazionale rispetto al 2024, il progetto Argo-Cassiopea si configura come una pietra miliare nella storia energetica italiana. Pur non coprendo interamente la domanda nazionale, rappresenta un’inversione di tendenza significativa dopo anni di calo della produzione interna.
Il messaggio è chiaro: l’Italia può e deve tornare a valorizzare le proprie risorse naturali, integrando efficacemente fonti fossili a basso impatto ambientale con energie rinnovabili, per garantire al contempo sicurezza, sostenibilità e sviluppo. In definitiva, il progetto Argo-Cassiopea non è soltanto una risposta alle esigenze energetiche del presente, ma anche un laboratorio di innovazione e sostenibilità per il futuro. Un modello replicabile, che unisce tecnologia avanzata, attenzione all’ambiente e ricadute economiche locali, dimostrando come la transizione ecologica possa essere guidata anche da un uso intelligente e responsabile delle risorse fossili.