Politica sempre più liquida in città. Evanescente in certi casi, senza riferimenti stabili e con sovrapposizione di ruoli e funzioni.
Una situazione che rende difficile l’interlocuzione tra i partiti e che a lungo andare – e soprattutto con l’avvicinarsi delle prossime scadenze elettorali – potrebbe far saltare gli equilibri che servono per affrontarne le sfide, quintessenza delle competizioni tramite urne.
L’unica formazione politica ad essersi data un segretario legittimato da un voto congressuale (Rino Licata) è la lista civica che ha espresso l’anno scorso il candidato sindaco (vincente) e appena il mese scorso il candidato presidente (sconfitto) del nuovo ente intermedio, oggi Libero Consorzio di comuni, nella persona di Terenziano Di Stefano (Una buona idea).
La lista ha confermato la sua collocazione nell’area progressista, dove da più di un anno si è insediato il movimento fondato dall’ex deputato regionale Miguel Donegani, fuoriuscito dal Pd.
Per rimanere nell’area dei Progressisti, il Movimento 5 Stelle a livello locale appare schiacciato dalla figura sovrastante di Nuccio Di Paola, in quanto coordinatore regionale del Movimento ex grillino, che ha saputo cavalcare il civico Di Stefano, trascinando nella “gioiosa macchina da guerra” di occhettiana memoria, anche i Democratici.
Oggi i pentastellati vantano il maggior numero di rappresentanti parlamentari in città, con il citato Di Paola, che è anche deputato e vicepresidente all’Ars, e con i due senatori Lorefice e Damante, che come Di Paola vanno a concludere il loro rispettivo secondo mandato.
I democratici sono usciti dalle ultime elezioni amministrative con una netta affermazione, conquistando sei seggi (primo partito in città) e spuntando due assessori, di cui il vicesindaco, e il presidente della partecipata Ghelas, un’ambita nomina di sottogoverno, alla cui presidenza è stato lasciato Guido Siracusa, con tessera Pd in tasca, ma nominato dall’ex sindaco di centrodestra Greco e confermato dall’attuale sindaco Di Stefano senza consultare il partito alleato, che avrebbe potuto fare altre scelte.
Anomalia, questa, che avrebbe “urtato” gli interessi dei democratici, che evidentemente non hanno accolto di buon grado la decisione del sindaco. Da qui alcuni fermenti e mal di pancia che avrebbero agitato le acque in vista dell’annunciato congresso cittadino, celebratosi con pochi invitati, in camera caritatis e conclusosi con un nulla di fatto.
Segnali che rischiano di mettere in discussione i buoni risultati ottenuti alle amministrative dell’anno scorso, addirittura minare la compatezza del gruppo consiliare e favorire pericolose fughe in avanti di chi aspira ad un ruolo dirigenziale o un posto di sotto governo, tra quelli ancora disponibili.
Paradassolmente, insomma, l’inaspettato successo alle amministrative del ‘24 pare stia provocando una pericolosa implosione in seno ad un partito che ha saputo miracolosamente rilanciarsi in un sol colpo, lasciandosi alle spalle i periodi in cui aveva dovuto chiedere ospitalità ad altre liste per i suoi pochi candidati presentatisi senza il simbolo ufficiale del partito.
C’è voluto l’impegno del leader storico ed ex parlamentare regionale Lillo Speziale, per riportare il Pd nel novero dei partiti più votati, leadership messa in discussione dall’entrata a gamba tesa dei grillini nella politica locale, regionale e nazionale. E non a caso i Democratici hanno perso tre anni fa, per la prima volta che io ricordi negli ultimi cinquant’anni, il seggio nisseno all’Ars.
Nell’area di centrodestra regna qualche incertezza. In Forza Italia non si sa chi comanda. C’è una gran confusione. il verdetto delle urne per le Provinciali che ha premiato il nisseno Walter Tesauro ha ridato forza e vigoria al deputato nisseno Michele Mancuso che aveva allentato la presa su Gela. Ha fatto sapere che tra breve sarà convocato il congresso cittadino del partito, che in città ha diverse anime.
Che dire della Lega di Salvini? Anche qui non si capisce chi comanda e se ci sarà un congresso e un candidato alle prossime elezioni regionali. A sventolare il vessillo dei salviniani pare sia rimasto solo Alabiso. in due sole parole: partito evanescente.
Non sta meglio il partito della premier Meloni. Fratelli d’Italia a Gela ha avuto un impulso con l’elezione del referente del partito Salvatore Scuvera all’Assemblea regionale al posto del mussomelese Catania e la conferma della Bennici in ruoli dirigenziali. Basterà questo ad alimentare le speranze di poter confermare il seggio alle prossime Regionali?
Udc ed Mpa non pervenuti.