Si torna a scuola, tra poche luci e tante ombre

Si torna a scuola, tra poche luci e tante ombre

Mercoledì 13 settembre è suonata la campanella per gli studenti siciliani che sono tornati ai banchi di scuola, inaugurando un anno scolastico che si chiuderà sabato 8 giugno 2024, secondo quanto stabilisce il decreto assessoriale per tutte le scuole di ogni ordine e grado operanti nell'isola.

Solo la scuola dell’infanzia si protrarrà nel garantire il servizio fino al 29 giugno, con le sezioni necessarie. A Gela alcuni istituti come il liceo scientifico Vittorini, l'istituto comprensivo Quasimodo ed altri, hanno anticipato l’inizio delle lezioni già lunedì 11 settembre. 

A dispetto delle promesse e dei tanti paroloni, permangono sofferenze che sono note e si trascinano da anni. «Durante la mia esperienza oramai decennale – ci risponde la dirigente scolastica dell’istituto Verga e reggente dell’istituto Don Milani, prof.ssa Viviana Aldisio –  posso testimoniare che alcune problematiche sono state risolte, altre resistono ancora. Tra quest’ultime, soprattutto, il persistere di problemi strutturali ed infiltrazioni che in presenza di immobili vetusti creano disagi ancora più radicali, senza dimenticare i reiterati problemi funzionali legati ai servizi, quello idrico in testa. 

Una nota certamente positiva di questo inizio anno scolastico – prosegue la preside – riguarda l’esterno ed il verde. Onestamente quest’anno registriamo ed accogliamo con favore interventi avvenuti con tempestività per quanto riguarda la cura del verde, ma anche l’abbattimento di alcune situazioni di pericolo.

Altrettanto onestamente, però, debbo evidenziare che per quanto segnali positivi, rimangono poca cosa rispetto a ciò che vorremmo. Cioè una scuola che funzioni a tempo pieno, con un servizio di refezione che, seppure a domanda individuale, garantisca alle famiglie di accompagnare con serenità i propri figli a scuola e saperli in un ambiente sano ed accogliente, dove a richiesta possono anche consumare il pasto e vivere la loro giornata. Una cultura del tempo pieno, che è già un deficit nella scuola dell’infanzia e che vorremmo invece realizzata anche nella scuola primaria, come al nord. 

Non ultima, l’aspettativa che si concretizzi una riorganizzazione della rete scolastica in modo da assicurare un servizio scolastico di pari qualità nei vari quartieri. 

«Ne approfitto – conclude la dirigente Aldisio – per fare gli auguri di un buon anno scolastico a tutti, dagli studenti al corpo docente e chi mi collabora sul piano amministrativo ed operativo, ricollegando tale augurio alle linee guida a cui vogliamo ispirarci, attorno i valori ed i concetti della sostenibilità e della relazione autentica tra famiglie e scuola, tra studenti e docenti e tra gli stessi docenti reciprocamente, con l’auspicio di riscoprire e valorizzare l’identità di ciascuno, in un mondo sostenibile». 

Ci sono quartieri peraltro che non hanno ancora usufruito della pulizia straordinaria della Impianti Srr e quindi con il degrado, tra erbacce, discariche di inerti, persino siringhe e quant’altro, a fare a cornice ai vari plessi scolastici. Iniziati a maggio, si protrarranno ancora per alcuni mesi i lavori voluti dal commissario del libero Consorzio all’edificio che ospita il liceo classico “Eschilo”, con alcune classi che restano nell’ala del plesso non interessata dai lavori ed altre ospitate dall’istituto commerciale “Sturzo” della vicina via Romagnoli. 

Terminati in tempo, invece, i lavori di manutenzione e riqualificazione appaltati per alcuni istituti, come quelli del plesso “Aldisio” nei cui locali continueranno ad essere ospitate classi della “Solito”, storico circolo didattico destinato oramai ad essere accorpato al comprensivo “Romagnoli” perché sottodimensionato, senza più dirigente e dsga, dopo la chiusura della sede di via Berchet per il crollo di una parte del tetto. Innegabili in merito, a prescindere dalle vere responsabilità, i passi falsi compiuti dall’amministrazione, tra tentativi a vuoto (mutuo richiesto senza essere inserito a bilancio) e conseguenti retromarce (finanziamento regionale che richiede una compartecipazione comunale). La crisi finanziaria dell’ente, con i revisori che si mettono di traverso anche a proposte di variazioni di bilancio, ha fatto il resto.