Comune, evitato il dissesto finanziario

Comune, evitato il dissesto finanziario

L'ente comunale sta bene ed è in equilibrio.

E' quanto ha affermato, in premessa nella sua relazione, dal dott. Alberto Depetro, dirigente del settore bilancio, sollecitato dalle domande degli esponenti delle opposizioni consiliari che hanno richiesto ed ottenuto una seduta monotematica tenutasi martedì scorso sull'attuale situazione economico-finanziaria dell'ente, con 22 presenti in aula sui 24 complessivi (assenti Romina Morselli nella maggioranza e Gabriele Pellegrino nella minoranza).

«Vorrei rassicurare tutti – ha esordito Depetro –. L'ente è tra quei comuni in Sicilia che hanno ancora un equilibrio economico-finanziario solido, che lavorano solo col saldo di cassa positivo e non sappiamo in questi anni manco che cos'è un'anticipazione di tesoreria. Ciò premesso, sul debito fuori bilancio di 2 milioni e 700 mila euro relativo ad un esproprio al cimitero “Farello”, il settore ha già avviato l'iter per accendere un mutuo presso la Cassa depositi e prestiti, giacchè innanzi a tali somme questa soluzione si fa preferire rispetto a quella di assorbirla con le entrate, ma tale mutuo non è stato ancora erogato perché ancora non è stato approvato il rendiconto consuntivo.

Per quanto riguarda i contenziosi, questo ente – ha continato Depetro – ha una massa passiva non indifferente e che si aggira attorno i 16 milioni di euro, ma non dobbiamo trascurare che la massa attiva, cioè crediti, sono circa 20 milioni di euro, di cui parecchi nei confronti di enti pubblici tra ministeri ed altri comuni e per i quali siamo stati costretti a ricorrere a decreti ingiuntivi, come nel caso ad esempio del ministero di Grazia e Giustizia che ci deve 7 milioni di euro per somme anticipate da questo Comune ai fini della gestione del Tribunale. Altresì, grazie ad una transazione conclusa con l'Eni sull'Ici, abbbiamo incassato 7 milioni con cui abbiamo controbilanciato in termini di liquidità e quindi affrontato in termini di pagamenti, diversi debiti fuori bilancio, fra i quali quelli per i servizi sociali, per un totale di 6 milioni e mezzo.


Sul percorso transattivo con l'Ato ambiente iniziato e concluso nell'anno 2016, si è previsto che dopo la definitiva chiusura dell'autorità d'ambito, ad accollarsi il debito di 12 milioni di euro, quale gestione del servizio, fosse il comune di Gela in quanto è nel territorio di Gela in cui insiste la discarica».

«Attraverso una delibera di giunta è stato previsto un piano di ammortamento lungo gli esercizi finanziari, con somme vincolate nei vari rendiconti. In un successivo incontro tra il Commissario straordinario ed il liquidatore dello Ato ambiente – ha poi svelato il dirigente – è stato convenuto di estendere l'accordo anche al 2017 ed al 2018 con eccedenze pari a 2 milioni e 700 mila euro che verranno coperte con somme vincolate di 900 mila euro nei rendiconti 2019, 2020 e 2021.

Per quanto concerne il contenzioso con Tekra, l'attuale transazione che l'ente sta onorando dall'anno scorso, prevede l'estinzione del debito pagando, con interessi di mora compresi, 1 milione e 200 mila euro l'anno, in pratica 100 mila euro al mese, fino ai prossimi 5 o 6 anni. Il tutto legato però solo a due dei tre decreti ingiuntivi.

Sulla valorizzazione patrimoniale, le due pesanti locazioni passive sono state azzerate, mentre la questione delle strisce blu – ha svelato il dott. Depetro – nasce dalla scelta, operata durante la gestione commissariale, di sgravare un po' il peso dello stanziamento annuale, per i servizi resi, che l'ente provvedeva alla partecipata Ghelas per una somma pari a 3 milioni e 400 mila euro, attraverso il gettito immediato derivante dalla gestione delle strisce blu, sulla base di una convenzione stipulata a febbraio di quest'anno e che sarà valida fino ad ottobre prossimo.

Le tariffe – ha infine concluso il dirigente comunale del bilancio – sulla base della zona A e zona B sono quelle previste dalla gestione della passata amministrazione e solo queste potevamo applicare: modificarle con delibera significava poi applicarle col prossimo esercizio finanziaro e non subito».

Insomma, il rischio del dissesto finanziario pare oramai tramontato secondo le parole del dirigente al settore: Gela, ha ricordato lo stesso Depetro, è il sesto comune siciliano, non gode di buonissima salute e le casse non sono floride, quindi non può dirsi il più virtuoso dei comuni isolani, ma non è neanche in fondo alla fila. Ciò è bastato per far dire al consigliere comunale dell'opposizione, Totò Scerra (Avanti Gela), di prendere atto che stando così le cose, chi governa la città può amministrare senza campare scuse per il futuro sulla ristrettezza dei conti.

Chiunque nella minoranza ha posto quesiti agli assessori presenti ed al dirigente del Bilancio, mentre il sindaco Lucio Greco non ha potuto presenziare: da Salvatore Incardona (Udc) a Giuseppe Spata (Lega), da Sandra Bennici (FdI) a Virginia Farruggia (M5S). Una sorta di question-time sotto le mentite spoglie di una seduta monotematica è stata l'accusa rivolta alle opposizuoni dalla maggioranza attraverso la voce soprattutto del consigliere Giuseppe Morselli (Un'Altra Gela) che ha più volte protestato in aula dopo averlo espressamente ribadito nel suo intervento.

Sulla stessa linea d'onda gli interventi di Luigi Di Dio (Azzurri per Gela) che è giunto a battezzare persino "puerile" il tentativo posto in essere dalle opposizioni, Rosario Faraci (Una Buona Idea) che ha parlato di argomento delicatissimo ma troppo generico per giustificare una seduta monotematica e che “le interrogazioni vanno fatte in altra sede”, Pierpaolo Grisanti (Un'Altra Gela) non ha esitato a definire “strumentale”, l'azione messa in atto dalla minoranza secondo il , mentre Alessandra Ascia (Pd) nel calcare la mano come i colleghi di maggioranza ha sostenuto inoltre che si poteva, semmai, aspettare il rendiconto consuntivo e la relazione di inizio mandato dei primi 120 giorni del sindaco, per una seduta di questo tipo.

Gli stessi assessori presenti, Terenziano Di Stefano, Nadia Gnoffo e Grazia Robilatte si sono limitati a risposte tecniche, facendo il verso al dirigente competente per materia. Il dato politico emerso dalla seduta, l'unico, è stato quello espresso dal voto contrario della maggioranza all'atto d'indirizzo prodotto alla fine della riunione dai sette consiglieri di minoranza presenti: la mozione infatti non è passata per 12 voti contrari contri i 7 favorevoli. Prosegue dunque il "muro contro muro" tra maggioranza ed opposizioni, figlio di un ricorso che ha con tutta evidenza avvelenato i rapporti.