Giunta Greco, primo anno col freno a mano tirato

Giunta Greco, primo anno col freno a mano tirato

Un anno fa i gelesi si sono recati alle urne per1 rinnovare gli organi di vertice della città, eleggendo sindaco e consiglieri comunali. Il dopo Messinese, coronò al ballottaggio quale nuovo primo cittadino di Gela, Lucio Greco (nella foto al centro), che esordiva in condizioni decisamente migliori a chi lo aveva preceduto, con una maggioranza consiliare che raddoppiava nei numeri l'opposizione (16 contro 8) per poi, come se non bastasse, strappare all'opposizione un altro consigliere (17 contro 7).


Tuttavia, ad un anno di distanza, i pochi cambiamenti riguardano le dinamiche interne alla coalizione di maggioranza, mentre per la città nulla o quasi è cambiato. Il sindaco è parso spesso agire con la leva del freno a mano alzata. Non sono mancati gli scontri verbali a muso duro con pezzi dell’opposizione, dirigenti del gestore idrico e dell’Asp nissena, per citarne alcuni, ma sui grandi temi e soprattutto sui soldi che possono essere spesi per la città, Lucio Greco ha preferito la strategia della cautela senza però, ad oggi, raggiungere risultati significativi. Il ricorso dell’opposizione, l’emergenza covid, sono valide attenuanti ma non possono assurgere a giustificazioni.

Il patto civico per la città convenuto da movimenti civici e partiti, allo stato dell'arte è venuto meno, anche perché il progetto civico che ne era alla base è crollato l'indomani dell'elezione di Greco a sindaco, con l'allontanamento di Francesco Salinitro e del suo movimento relegato ai margini e recentemente, non a caso, fortemente critico nei confronti dell'azione amministrativa. L'altra anima civica facente capo a Peppe Licata è rientrata solo con l'allargamento della giunta e con il rospo che hanno dovuto ingoiare, per ora, il deputato Mancuso e Fi.

"Una buona idea" del vice sindaco Di Stefano ha dovuto incassare la defezione del consigliere Iaglietti mentre "Un'altra Gela" del sindaco Greco quella del consigliere Pierpaolo Grisanti. Entrambi con Casciana hanno creato un ulteriore gruppo consiliare civico. Si vociferava di un tentativo di tenere comunque unite le diverse anime civiche presenti in consiglio attraverso un intergruppo consiliare, di cui finora non c'è stata traccia. Al contrario, ognuno procede per conto suo, col proprio “santo in paradiso” tra giunta e partecipata. Ed è solo in ragione di ciò che si ricompattano le rarissime volte che è il caso di farlo.

«Per noi sostanzialmente – ci risponde il segretario di “Una buona idea”, Rino Licata (nella foto a destra)– non è cambiato nulla rispetto alla campagna elettorale. C’eravamo allora, ci siamo adesso e continueremo ad esserci per il bene della città, nell’unico modo che conosciamo, che non è quello delle accuse e delle polemiche, ma quello delle proposte che mettiamo a disposizione del sindaco e di tutti gli alleati di governo e che ufficializziamo alla città nella trasparenza.

Pronti anche a fare un passo indietro per altre proposte migliori alla nostra nel soddisfare l’interesse collettivo. In questi giorni abbiamo fatto la nostra proposta, alquanto articolata, che abbiamo chiamato “Gela Restart”, per aiutare il tessuto economico cittadino falcidiato dalla crisi prima e dall’emergenza covid-19 adesso, mentre sui 33 milioni del patto per il sud abbiamo proposto di riunirci come maggioranza con i riferimenti regionali ed avere un’unica voce nel relazionarsi con il governo regionale spiegandogli che conseguenza del ricorso straordinario è quella di bloccare quei 33 milioni ed andare oltre tempo limite col rischio davvero di perdere quei fondi e non spenderli né per Gela, né per altre destinazioni».

Il discorso non cambia per i partiti di maggioranza a livello locale, che tali sono a livello regionale come l’Udc e Fi ma che diventano opposizione a livello nazionale, mentre viceversa il Pd è opposizione a livello regionale e maggioranza a livello nazionale, ma quella che doveva essere una forza ed un vantaggio rispetto alla precedente amministrazione Messinese si è tramutata spesso in fattore di divisione e confusione, fatta filtrare e di conseguenza letta all’esterno: «a prescindere – replica la consigliere comunale del Pd, Alessandra Ascia (nella foto a sinistra) – da quel che traspare all’esterno, dai titoloni, polemiche e quant’altro a cui non intendiamo andare dietro a perderci inutilmente tempo e risorse da dedicare invece a tentare di risolvere i problemi della città, in quanto esponente politico e consigliere comunale del partito democratico rivendico la circostanza che non ci ha visto mai discostarci da quanto detto in campagna elettorale.

Abbiamo fatto un patto e sposato un progetto per la città che portiamo avanti conciliando le nostre forze, tra consiglieri, assessore e referenti regionali e nazionali, in maniera armonica e coerente, come si è visto sulla vicenda dei 33 milioni e la richiesta di revocare quella delibera. Come consiglieri collaboriamo con tutti gli alleati, tra commissioni ed aula, con l’unica preoccupazione che ci interessa – conclude – e che riguarda le linee di intervento sui grandi temi e le emergenze del territorio».