“Le Ultime parole di Cristo”, spettacolo teatrale di beneficenza al teatro Eschilo

“Le Ultime parole di Cristo”, spettacolo teatrale di beneficenza al teatro Eschilo

Venerdì 3 maggio, al teatro Eschilo, Giovanni Scifoni presenterà: "Le ultime sette parole di Cristo - minestra di fede per cialtrone e strumenti antichi".

Accompagnato da musicisti esperti di strumenti antichi e medievali. “Fede purissima, ateismo purissimo, superstizione purissima sono al centro dello spettacolo. Un appassionato e brillante monologo in cui un "cialtrone", Giovanni Scifoni, attraversa con ironia i temi e i personaggi della spiritualità, scanditi dalle sette frasi evangeliche, che per sette volte sospendono il tempo e l’aria”.

Lo spettacolo comico-esistenziale, scritto e interpretato dallo stesso Scifoni, riprende il rito settecentesco della quaresima di leggere le ultime sette frasi dette da Gesù prima della fine. Su ciascuna è costruita una storia.

Scifoni, è un artista a tutto tondo: attore, scrittore, drammaturgo, regista teatrale e conduttore televisivo. Il suo spettacolo ha riscosso un enorme successo nei teatri di Roma, ma anche nel resto d'Italia.

La serata è organizzata dal vicariato di Gela in collaborazione con l'ufficio Diocesano della pastorale familiare. «Il progetto – hanno dichiarato i referenti locali Carmelo e Isabella Marchetti (nella foto) – nasce nella fase di programmazione dell'anno pastorale 2018-2019. In collaborazione e con molta disponibilità di Giovanni Scifoni e grazie anche al contributo di molte famiglie, è stato possibile creare questo spettacolo di beneficenza. L’incasso – hanno aggiunto – sarà interamente devoluto alle famiglie bisognose della nostra città».

Nel corso dell’anno i coniugi Marchetti hanno portato avanti il percorso "Famiglia terreno buono di Misericordia": diversi incontri di formazione e catechesi sul Sacramento del matrimonio e il valore della famiglia. A breve nascerà anche la comunità della Tenerezza.

Una parola molto cara a papa Francesco, che ci esorta a non avere timore della bontà, della tenerezza. “La tenerezza, lungi dal ridursi a sentimentalismo, è il primo passo per superare il ripiegamento su sé stessi, per uscire dall’egocentrismo che deturpa la libertà umana. La tenerezza di Dio ci porta a capire che l’amore è il senso della vita”. Dostoevskij l’ha definita “forza dell’amore umile”.

Un valore che vale la pena riscoprire in un contesto sociale nel quale viviamo, dove i valori vengono spesso sminuiti e messi in discussione.
Il vicariato di Gela ha posto grande attenzione sulla pastorale familiare, impegnata non solo in percorsi di formazione, ma anche nel creare ponti e dialogo con le parrocchie e tutte le realtà ecclesiali.

«È fondamentale – hanno affermato Carmelo e Isabella – oltre l'annuncio del Vangelo, aiutare le famiglie che, purtroppo, vivono in uno stato di disagio e in gravi difficoltà economiche. Questa iniziativa vuole essere anche un punto importante e una occasione di speranza».