L’evento e le altre variazioni sul tema

L’evento e le altre variazioni sul tema

Da qualche anno a questa parte non si fa altro che parlare di eventi. "Bisogna organizzare degli eventi, dei grandi eventi", si dice, per fare business, per pensare in grande, per risollevare le sorti di Gela.


Cos'è un evento? E perché l'evento? L'evento è una grande manifestazione, qualcosa di eccezionale, fuori dal comune, qualcosa di storico, qualcosa di unico, talmente unico che la gente orgogliosamente e nel pieno dell'incoscienza felice possa dire: Io c'ero. L'evento può avere qualsiasi contenuto, non importa quale esso sia, politico, sportivo, culturale, artistico, religioso. Ed è così che il Prometeo, lo spettacolo che ha inaugurato il teatro privato dei signori Greca, (che io ho avuto l'onore di conoscere, ospite in casa loro, delegazione Unicef, persone simpatiche e squisite, marito e moglie), diventa un evento, e la festa dell'Immacolata diventa un evento, e l'anniversario di matrimonio diventa un evento, e la festa dei 18 anni diventa un evento, e la festa di laurea diventa un evento etc, etc. Tutto deve diventare evento perché possa avere dignità.

L'importante è che sia un qualcosa che rompa con la quotidianeità della vita, con il suo noioso tran tran.
Qualcosa che faccia sentire importanti, che riempia il cuore oltre le tasche di qualcuno. Un misto di business e di arricchimento spirituale.
Senza gli eventi la vita sembra vuota ed inutile, "stu paisi è mortu", anzi ormai tutta l'Italia è morta, anzi ormai tutto il mondo è morto. senza eventi. Un evento ci salverà.

E senza l'evento siamo finiti. L'evento ci riempie e ci nutre, come il latte caldo della mamma, L'evento ci strappa dalla noia mortale e, grondanti di brividi e di fremiti in tutto il corpo, ci consegna all'immortalità divina. L'evento è la negazione della quotidianetà, della sua banalità, del suo vuoto, della sua angoscia e della sua noia, perché la vita di ogni giorno è vuoto e morte.

L'evento ci sconquassa, ci scuote e ci inorgoglisce, siamo finalmente ricchi e pieni di emozioni, speranzosi e fiduciosi nel futuro che improvvisamente ci appare roseo e positivo. L'evento cambia la nostra percezione, ed il nostro umore che da malinconico, disfattista, eternamente critico ed insoddisfatto, astioso e diffidente diventa ipomaniacale e superottimista. Ci fa sentire potenti l'evento ed in pace con il mondo. E non importa se mi aiuto magari con un po' di polverina magica e un pò di alcool. Non importa se già a 20 anni non mi si drizza più e mi aiuto con la pilloletta blu che mi fa durare di più.

Metti insieme mille o duemila o centomila persone, li fai sballare e gli strappi di dosso la noia dell'esistenza, perché oggi esistere è noioso e mortifero. E non bastano le migliaia di cianfrusaglie che il mercato ci regala ogni giorno e di cui ci circondiamo ormai dipendenti dalle merci e dalla tecnologia, ultimo modello, a vita breve e brevissima, subito sostituito da un altro modello. Perché il punto è proprio questo, la vita è noia mortale, l'esistenza non ha più né senso né significato

La vita nella sua quotidianeità non offre emozioni, non offre tensioni, non offre scopi. La vita è un vuoto angosciante, un precipizio infinito nel tartaro al centro del mondo. Il mercato ipocritamente ci alletta e ci inganna ogni giorno con delle nuove merci che ci dovrebbero strappare di dosso l'infelicità e ci dovrebbero fare sentire pieni e potenti. Non porti dei limiti, osa, acquista e acquista, ancora e sempre, fai qualcosa di straordinario, in un ossessivo rituale ripetitivo e già visto mille volte.

E nessuna voce si alza dal deserto dell'anima, nessun intellettuale critico ormai che osi opporsi a questa dittatura dell'oggetto che svuota e banalizza l'esistenza. Perché la ricchezza e la pienezza della vita non viene dal possesso di oggetti, dal loro numero in continuo aumento. No, la pienezza della vita è data dalle buone relazioni fra gli umani, e non costa nulla, non aumenta lo sviluppo, non incrementa lo scambio di merci, non fa salire il pil.
Ed allora non può essere il parametro economico il parametro più importante dell'esistenza. L'economia va relativizzata ed al suo posto va posta l'affettività, e lo scopo.

Non c'è evento che possa bastare, che possa compensare questo vuoto, non c'è fatto straordinario che possa riempire l'esistenza , ma è la vita quotidiana stessa che deve avere una sua dignità ogni giorno, è la normalità che deve dare senso alla vita e non lo straordinario, non il fatto unico e storico.Sono le cose piccole di ogni giorno che devono riempire la vita, senza transazioni di euro, senza vendita nè acquisti, ma transazioni di emozioni reali, vive, nella vicinanza e nell'intimità fra uomini e donne.

Una volta queste cose erano presenti, sino agli anni sessanta quando la gente era povera di oggetti e la merce ed il comprare con i soldi non erano prevalenti. Ed allora non cerano eventi né piccoli né grandi, e nessuno ne sentiva la mancanza.

Ma il mercato ha dovuto svuotare l'esistenza quotidiana e banalizzarla, togliendo certezze, sicurezze, tradizioni, religione, etica, creando il vuoto nell'anima e nella mente , per poter piazzare le proprie merci, siano essi droga o eventi o frigoriferi non importa, e cercare, mentendo ed ingannando, di riempire l'esistenza.
E che fare allora per riacquistare l'autenticità e la pienezza, senza avere bisogno della droga o del grande evento?

Bisogna che ogni persona faccia qualcosa di utile, ogni giorno, per sé e per la società, bisogna dedicarsi a qualcosa, spendersi per qualcosa o per qualcuno, per una persona, per un animale, per una pianta. Nell'impegno e nell'aiuto, verso le cose piccole, nel darsi senza guadagno materiale, anzi perdendoci materialmente ed economicamente, l'Uomo dà senso alla propria vita. Senza cui non c'è né oggetto materiale né evento, grande o piccolo, che possa riempire il vuoto dell'anima.