Maggioranza nel caos per la nave greca triremi

Maggioranza nel caos per la nave greca triremi

La triremi greca e la sua collocazione, rischiano di mettere a nudo la debolezza comunicativa di un sindaco che, pensando di fare un’operazione tanto pragmatica quanto intelligente, ha semplicemente compiuto una forzatura.

Un boomerang destinato a ritorcersi contro lo stesso. Disposto più arroccarsi che a ravvedersi, Greco è riuscito ad attirarsi contro larga parte dell’opinione pubblica e persino a far litigare pubblicamente esponenti e forze politiche della sua maggioranza.

Partiamo cioè da una constatazione banale: la scelta di collocare una nave greca rimasta ad oggi sezionata nelle casse, per essere montata e collocata in una struttura in via provvisoria, in attesa di essere smontata e rimontata in via definitiva, come una qualsiasi “costruzione lego”, in un’altra struttura che si attende già da diverso tempo ed il cui iter sembrava finalmente essersi sbloccato, è apparsa ai più illogica ed insensata. Il termometro era dato proprio dalla reazione scatenata e dagli interlocutori: non già esponenti dell’opposizione, ma esponenti della società civile.

A fronte di ciò, la risposta del primo cittadino in un lungo comunicato stampa, anziché rasserenare gli animi e ricondurre tutti ad un dialogo aperto e costruttivo, è sembrata un arringa volta a portare a proprio vantaggio la “contesa” ed anziché lasciare campo alle obiezioni sul terreno di un confronto asettico, ha lanciato dubbi, perplessità e financo sospetti.
Che sia, innanzitutto, una questione di comunicazione politica è fuor di dubbio. Che questa città abbia un primo cittadino che non ha paura di mostrare il suo “carattere” ci può stare benissimo, anzi. Ma da qui a passare come un sindaco con un “brutto carattere”, la distanza è breve, senza il dovuto filtro nei messaggi.

Altro esempio? Che la consigliere Valeria Caci di “Impegno Comune” dica la “sua” verità su quel che è successo in quella stanza e sul suo allontanamento, presunto o tale, il sindaco doveva in ogni caso “scusarsi” per l’equivoco. Anche privatamente, lasciando che fosse la stessa consigliere a decidere se svelarlo pubblicamente o no. Non è una questione di galateo, ma comunicazione politica verso i cittadini e di relazioni pubbliche nei confronti di tuoi alleati di governo.

La lite tra l’assessore all’istruzione in carica, Nadia Gnoffo e la sopra citata consigliere Valeria Caci, assessore al ramo uscente nell’amministrazione precedente, ne è stata diretta conseguenza. Le due finiranno per chiarirsi quanto prima, ma com’era prevedibile che fosse, a difesa delle stesse sono così intervenute le rispettive forze politiche di riferimento.

Dapprima il Popolo della Famiglia attraverso le parole del suo Presidente, Emanuele Zappulla, poi Forza Italia attraverso le parole dei due consiglieri comunali Luigi Di Dio e Carlo Romano. Volano accuse e controaccuse, ma sullo sfondo cosa c’è? Un’ulteriore richiesta di verifica politica, ad allungare una lista già folta di tali richieste si allunga. Perché ogni occasione diventa buona, quando in tanti devono ancora collocarsi e svelare quanto pesano veramente.
Filippo Guzzardi