Al capezzale del lido La Conchiglia, sequestro e sigilli, ma (si spera) non demolizione

Al capezzale del lido La Conchiglia, sequestro e sigilli, ma (si spera) non demolizione

Due dirigenti – uno regionale l’altro provinciale – chiamati in causa , ed un provvedimento di sequestro cautelare che di fatto potrebbe mettere fine all’esistenza, già in stato agonizzante da almeno 40 anni, del fu glorioso lido “La Conchiglia”, storico monumento costruito alla fine degli anni ‘50 e che nel decennio successivo ospitò presenze importanti della musica e dello spettacolo di fama anche internazionale, quali Peppino di Capri, Modugno, Claudio Villa, Nilla Pizzi, e persino il premio Nobel Dario Fo, ai tempi del suo “Mistero buffo”.

Il provvedimento di sequestro è del procuratore capo Fernando Asaro, con il placet del Gip Passanisi e con l’apposizione dei sigilli da parte del personale della Capitaneria di Porto comandata da Cosimo Roberto Carbonara. Ora si teme per la sua definitiva e implacabile demolizione.

La vicenda del sequestro cautelare per motivi di sicurezza del lido La Conchiglia ha tenuto a battesimo in Procura la prima video conferenza stampa, convocata dal procuratore capo Fernando Asaro, presente il suo sostituto Ubaldo Di Leo e il comandante della Capitaneria di porto Cosimo Roberto Carbonara.

La notizia del provvedimento della Procura ha praticamente avviato l’iter della definitiva demolizione dell’edificio, ormai ai limiti della tenuta. Lo stesso procuratore ha definito triste la fine di una struttura che ha avuto una valenza ed una memoria storica per la città, essendo stato lo stabilimento balneare, anche per la sua caratteristica (in mezzo al mare, come una palafitta) diventato una icona della città, al pari delle mura Timoleontee e la colonna dorica del parco delle Rimembranze di Mulino a Vento.

I due funzionari pubblici chiamati in causa per avere omesso di compiere i lavori necessari per garantire l’incolumità pubblica sono Giuseppe Battaglia, primo dirigente presso l’assessorato regionale al territorio e ambiente, e Salvatore Salvo, dirigente dell’Ufficio territoriale Caltanissetta-Gela. A loro competeva la presa in carico della struttura, una volta cessata la convenzione con i privati gestori. C’è stato un immobilismo che avrebbe compromesso ulteriormente la stabilità dell’edificio, sottoposto a procedure di demolizione già nel 1993 da parte dell’assessorato regionale.

In conferenza stampa il procuratore Asaro ha anche allargato la sfera del racconto, parlando del lungomare di Gela, «che meriterebbe un’attenzione particolare».

In quel lido, tra gli anni Sessanta/Settanta, si sono sposate coppie di svariate generazioni, ospitando artisti importanti. Musicisti locali vi si sono forgiati, senza che il lido abbia mai perso la sua precipua identità di stabilimento balneare. Il nostro giornale si è spesso occupato dello chalet più famoso del sud Italia. In un servizio pubblicato esattamente 8 anni fa (27 maggio 2012), intitolato “La Conchiglia, un rudere di ricordi”, il presagio della fine ineluttabile cui è destinato. Il suo degrado va a braccetto con quello che sta vivendo la città.