Un ospedale malato, Il Comitato non molla

Un ospedale malato, Il Comitato non molla

Quello dell’ospedale “Vittorio Emanuele III” di Gela è il tipico caso di un luogo che prima di essere funzionale alla cura dei malati, è a sua volta malato e necessita di cure che tardano, con incomprensibile ed ingiustificabile rimando, ad arrivare.

La chiusura del reparto di “Neuropsichiatria”, la cui invenzione creava un caso singolare in ambito dell’offerta ospedaliera, unitamente alla situazione critica della Medicina trasfusionale, sono solo gli ultimi sintomi di un’emorragia a cui non si applica, ancora, alcun intervento tampone per arrestarla. 

Una condizione, quella in cui versa l’ospedale di Gela, letteralmente agonizzante: «da anni – osserva una dei due coordinatori del comitato cittadino “Sos Vittorio Emanuele III”, Luciana Carfì - denunciamo il problematico status dell’ospedale ed il progressivo peggioramento dello stesso.

La chiusura dei reparti, infatti, continua e, purtroppo, la cosa non ci sorprende perché l’avevamo temuta e paventata. Nella riunione del 14 luglio scorso, il management dell’Asp e la direzione del nosocomio gelese ci avevano assicurato che per sopperire alle carenze di organico a cui sono intimamente collegate le chiusure dei reparti, sarebbero stati pubblicati un serie di bandi di concorso.

Ciò che vorremmo si evitasse dall’espletamento di questi concorsi è che non vengano potenziati ancora una volta altri presidi, come è regolarmente accaduto negli ultimi anni». 

Il che, aggiungerebbe la classica beffa al danno: «nel corso della manifestazione – prosegue la Carfì - davanti l’ospedale nel febbraio scorso, abbiamo denunciato che il presidio ospedaliero gelese si stava riducendo a mero ambulatorio. C’è un pronto soccorso in una situazione di degrado per carenza di medici, caos e lunghe ore d’attesa.

Insomma una era e propria deriva, alimentata anche dall’assenza dell’emergenza che di fatto non esiste, perché non ci sono i rianimatori per gli interventi. La medicina generale è chiusa. Psichiatria idem, così come neurologia. Chiusa anche malattie infettive. 

L’ortopedia non riesce a soddisfare la domanda e tantissimi concittadini sono costretti a rivolgersi a strutture ospedaliere del catanese, del ragusano ed altro ancora. In attesa che venga nominato il nuovo assessore regionale alla sanità, a cui chiederemo immediatamente un incontro, stiamo lavorando ad un paio di iniziative da mettere in atto, nel campo in cui possiamo muoverci, quello della denuncia e del continuo monitoraggio, che non abbiamo la minima intenzione di abbandonare.

Noi ci siamo, non molliamo – conclude – e ci fa piacere che anche altri inizino a svegliarsi, nella speranza che capiscano, però, che è l’unione che fa la forza, non le divisioni e le fughe in avanti solitarie».

I numeri non mentono mai e ci dicono che quanto sta avvenendo all’ospedale gelese non ha confronti con altri presidi ospedalieri siciliani: «siamo primi nell’isola – sottolinea l’altro coordinatore del comitato, Filippo Franzone - per mancanza di posti letto e personale. Un tristissimo primato. Tutto il resto è legato a questi due punti, con tutto l’ospedale che di conseguenza lavora a regime ridotto, non si possono fare interventi, chiudono reparti, se ne accorpano altri e pure invano. Il tutto si traduce inevitabilmente in un pessimo servizio alla comunità gelese, incentivando la migrazione sanitaria. 

Ovviamente – incalza Franzone – ciò è stato e continua ad essere possibile, grazie alla complice collaborazione della politica locale che, restando in religioso silenzio, ha permesso lo smantellamento del “Vittorio Emanuele III”. Basti pensare alla classe politica attuale, che continua a chiedere incontri, tavoli tecnici, sedute monotematiche consiliari, per interloquire con un management in regime di “vacatio transitoria” tra il passato governo Musumeci ed il nuovo governo Schifani che dovrebbe materializzarsi a giorni.

La verità rimane quella che abbiamo a gran voce denunciato in questi anni. Nel 2009, cioè, anno in cui il “Vittorio Emanuele”, nonostante le 12.000 firme raccolte e depositate presso la presidenza dell’Ars, fu declassato da Azienda ospedaliera, dotata di autonomia organizzativa e finanziaria, a Presidio ospedaliero posto sotto controllo dell’Asp nissena, dichiarammo pubblicamente che tale passaggio ci avrebbe fatto piangere lacrime di sangue. Quanto abbiamo desiderato essere nel torto e sbagliarci – chiosa - solo Dio lo sa, ma purtroppo i fatti ci hanno dato inesorabilmente ragione». 

In quanto ai concorsi, va detto che in effetti sono stati pubblicati (con i termini già scaduti) i bandi per le assunzioni a tempo pieno ed indeterminato di 68 dirigenti medici di varie discipline per tutto il territorio provinciale e, ultimamente, i bandi (anche qui con i termini già scaduti) per le assunzioni a tempo pieno e indeterminato, per il solo ospedale di Gela, di 33 dirigenti medici di varie discipline: Ematologia (1) Terapia del Dolore (1), Medicina Trasfusionale (2), Ostetricia e Ginecologia (2), Anatomia Patologica (3), Malattie Infettive (3), Neurologia (3), Ortopedia e Traumatologia (3), Radiodiagnostica (3),  Urologia (5),  Cardiologia (7).