Gela, brucia la città. I conflitti non si risolvono col fuoco e con il piombo

Gela, brucia la città. I conflitti non si risolvono col fuoco e con il piombo

La recrudescenza di fenomeni criminosi che si stanno verificando sul territorio di Gela, con esponenziale incremento di intensità e frequenza, ci preoccupa e ci sgomenta non poco. 

La barbara pratica di attentati incendiari in danno di auto ed esercizi commerciali, per futili motivi non legati alla criminalità organizzata, ha avuto, e continua ad avere, una escalation che si è manifestata anche con folli e spregiudicati episodi di sparatorie in pieno giorno, fino ad arrivare addirittura al disinvolto puntamento di armi cariche e pronte a sparare contro operatori di polizia che svolgevano il loro quotidiano servizio di controllo del territorio. 

Abbiamo il fondato timore, che questi episodi possano essere preludio di fenomeni criminosi su larga scala, figli di un humus culturale ben radicato nel tessuto sociale gelese, e finalizzati al consolidamento di una cultura mafiosa dell’omertà che da sempre infiltra quei territori.

Sentiamo il Dovere, come maggiore organizzazione sindacale del mondo della sicurezza su questo territorio, di lanciare un appello, un grido di aiuto, affinché sia sentita forte la presenza dello Stato e della Legalità in questi territori alla periferia della nostra amata Nazione. 

 Le forze dello Stato, presenti sul territorio gelese, in relazione alla peculiare ed oggettiva degenerazione che impregna il tessuto sociale, economico ed istituzionale, sono insufficienti e nettamente in svantaggio al cospetto di un territorio che sfugge, in buona parte, non per colpa delle Istituzioni ivi presenti, al controllo dello Stato che ormai arranca nell’arginare detti fenomeni criminosi.

 Con una nota, inviata nei giorni scorsi, ci siamo rivolti alle più alte cariche dello Stato a cui è demandata la tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica ai quali rivolgiamo la nostra richiesta di aiuto al fine di dare il giusto impulso e adeguati strumenti alle Istituzioni di quello stesso Stato, che qui, alla periferia del Paese lavora instancabilmente.

Grazie alla sapiente, equilibrata ma decisa guida del Questore di Caltanissetta Emanuele Ricifari e del Prefetto in sinergia con magistratura ed altre forze di polizia presenti nella provincia, si è riuscito sin ora a mantenere accesa, nonostante le scarse risorse a disposizione, la ormai flebile fiamma della legalità.

 Chiediamo pertanto che, in occasione della imminente assegnazione dei poliziotti che ultimeranno il loro percorso per l’immissione in ruolo nel prossimo mese di dicembre e successivamente a luglio del prossimo anno, nonché nella predisposizione dei potenziamenti delle Questure e delle Specialità della Polizia di Stato, un congruo potenziamento delle risorse umane che vada al di là del mero ricambio dei previsti pensionamenti.

 Si respira una grande preoccupazione tra i tutori dell’ordine presenti sul territorio gelese, anche in relazione alle aspettative di intervento concreto dello Stato che spesso sono state disilluse. 

Questa volta contiamo di poter avere delle risposte concrete in termini di risorse umane, mezzi e tecnologia, necessari per garantire la sicurezza degli operatori di Polizia e dei Cittadini.

Giuseppe Porrovecchio (nella foto, Segretario prov.le Sindacato Polizia Siap)