L’Ast azzera dal 1° marzo le corse a Gela e in altri 13 comuni siciliani

L’Ast azzera dal 1° marzo le corse a Gela e in altri 13 comuni siciliani

Il consiglio di amministrazione dell’Azienda siciliana trasporti (Ast) ha deliberato lo stop delle corse urbane in quattordici comuni siciliani, compreso Gela, a partire dal prossimo 1° marzo.

La partecipata regionale è in rosso ed ha deciso di lasciare gli autobus fermi negli autoparchi aziendali. Vengono fatte salve, solo le corse extraurbane che collegano le varie cittadine interessate nell’isola. Resta ancora da capire cosa ne sarà delle 3-4 corse mattutine dedicate al trasporto degli studenti nelle ore di entrata ed uscita dalle scuole. 

«Considerato che l’azienda versa in uno stato di crisi di impresa e criticità finanziaria – ha comunicato il presidente dell’Ast, Santo Castiglione, alla Regione ed ai comuni di Gela, Acireale, Augusta, Barcellona Pozzo di Gotto, Caltagirone, Carlentini, Chiaramonte Gulfi, Lentini, Modica, Paternò, Ragusa, Scicli e Siracusa – il Cda ha deliberato di ridurre l’impegno produttivo ove si registrano elevati costi di produ-zione e bassi ricavi di traffico». 

A Gela tale disservizio pesa ancor di più perché si aggiunge ai tanti disservizi che questa città può tristemente vantare. Restringendo il campo alla sola “mobilità” urbana, la mancanza di un trasporto pubblico, incentiverà inevitabilmente un uso ancor più massiccio dei mezzi privati, in una città che è un cantiere aperto, con strade colabrodo, pochi parcheggi ed un servizio come quello delle strisce blu partito tra tante perplessità.

Insomma, dopo quello dei rifiuti, dell’acqua e quant’altro, si aggiungerà a marzo anche questo disservizio: mentre Trenitalia ha appena lanciato i due nuovi “Frecciarossa”, treni da record con un tempo di viaggio tra Milano e Roma in 2 ore e 45 minuti, da noi fra un mese non circoleranno da un quartiere ad un altro manco i bus. 

Tutto ciò accade per gestioni allegre e inefficienti pregresse di questa partecipata regionale. Una società vista ed utilizzata dalla Regione come strumento di potere politico (nomina) e clientelare (assunzioni). Ed in quanto tale è stato percepito dai Comuni che non pagano o ritardano di molto i pagamenti del servizio.

Nata nel 1947 (grazie alla legge n. 7 del 22 Agosto, ordinata con L.r. 22/1950), l’Ast si è vista costretta, per competere nel mercato dei trasporti, a trasformarsi nel 2006 da Ente giuridico pubblico a S.p.a. attraverso una profonda riorganizzazione funzionale di tipo logistico e gestionale, che prosegue ancora oggi. 

In Ast gli occupati sono 864, tra dirigenti (5), quadri (8), impiegati (131) ed autisti/salariati (720). I mezzi sono 614, di cui 154 per le corse urbane e 460 per le corse extraurbane. Servito un territorio di 11.891 chilometri quadrati di superficie, pari al 47% della superficie totale dell’isola, per una popolazione di 3.456.649 di abitanti, cioè il 69% della popolazione regionale residente nei 128 comuni coinvolti.

Insomma questa è un’azienda a tutti gli effetti e come tale va trattata. Non come un carrozzone politico-clientelare, con le conseguenze negative che puntualmente si riversano in termini di disservizi, sui cittadini che andrebbero rispettati non solo come utenti, ma anche come contribuenti.