Impianti portivi a perdere, altri da inventare

Impianti portivi a perdere, altri da inventare

Le frasi da campagna elettorale o da spot pubblicitari le abbiamo accantonate da tempo.

Accantonate, ma non cancellate. Una differenza sottile ma graffiante a memoria di tutti quei discorsi “salva Gela” che probabilmente non smetteremo mai di sentire. “Faremo il porto”, o “ci saranno posti di lavoro per tutti”. E di certo quelle legate alle strutture sportive non sono da meno. Erano i primi anni 2000 quando si ipotizzò l’ampliamento del Vincenzo Presti, con la demolizione dei campetti alle spalle della curva “Boscaglia”, l’arretramento della stessa e la costruzione di una nuova gradinata zona via Niscemi. L’avete mai visto? Progetti, pensieri, parole e omissioni… senza opere, ovviamente.

Lo stesso dicasi per la pista d’atletica. Un progetto già presentato, approvato, finanziato da almeno un decennio e mai realizzato. Eppure è uno sport che ci ha regalato emozioni e successi, soprattutto negli ultimi anni. L’emblema a grandi livelli è Monica Contrafatto, vincitrice della medaglia di Bronzo alle Paralimpiadi di Rio de Janeiro nel 2016 e argento ai Mondiali di Londra dello scorso anno. Una forza della natura made in Gela, più forte delle ferite di un ordigno, di una protesi e di gran parte delle avversarie che nelle più importanti manifestazioni sportive del mondo hanno solo potuto apprezzare la lucidità dei tacchetti chiodati.

Monica corre via, più veloce del vento, nell’attesa di raggiungere e poi superare l’amica Martina Caironi, altra superatleta paralimpica mondiale. Ma Monica in realtà è costretta a correre via anche da Gela. E lo fa a malincuore, perché se la città partecipasse ad una manifestazione olimpica lei sarebbe certamente la portabandiera. Ama Gela e i gelesi e quando può torna a casa per trascorrere alcuni giorni di relax assieme ai suoi affetti più cari.

Meno di una settimana, però.
«Non posso stare molto. Atleti come me – ha raccontato Monica prima di salire sul palco del Teatro Eschilo in occasione del convegno #Campionidivita – hanno bisogno di allenarsi quotidianamente. Più che una scelta è una necessità. Sono scesa a Gela durante le feste natalizie che amo trascorrere a casa, ma dopo pochi giorni sono dovuta ripartire per Roma proprio per continuare il mio programma. Mi sono allenata un paio di giorni con i ragazzi della Young Runner di Massimo Bianca e solo in questi giorni ho capito le loro difficoltà. Si allenano per strada. Hanno 50mt di tartan (il materiale delle piste d’atletica) ma per via dello spazio ne possono utilizzare 30mt. Due anni fa, dopo la conquista del bronzo in Brasile – continua il militare gelese – ne parlammo su questo palco ma non è cambiato molto. Abbiamo una società come l’Atletica Gela di Leone Zappulla che ogni anno partecipa ai campionati italiani paralimpici. Eppure si allenano tra i cortili o nelle palestre scolastiche. Un campo scuola risolverebbe i problemi e in più darebbe lustro alla città».

Chiamata senza risposta. Nessuno dell’amministrazione era presente al teatro comunale. Pare che non sia arrivato nessun invito da parte di Eni, organizzatore dell’evento. Aspetto che non cambia lo stato delle cose. La presenza di una pista, così come di una piscina, di un palazzetto funzionante o di uno stadio moderno non dipendono di certo da un’ora di convegno.


«Purtroppo da quando sono arrivato qui – ci racconta Massimo Bianca, tecnico della Young Runner e padre sportivo dei talenti Licata, Di Vara e Tasca – non è cambiato nulla e credo che mai nulla cambierà, nonostante le promesse fatte da qualsiasi amministratore. Non si capisce il valore dello sport, nel mio caso l’atletica. Monica era stupita nel vedere i risultati ottenuti da ragazzi che si allenano per strada. L’atletica a Gela non è mai andata così bene. Giorgia, Samuele e Clara hanno portato questa città in Nazionale. Tanti ragazzi si avvicinano e avendo le strutture potrebbero praticarlo come si deve. Progetto già finanziato? Sì, è vero. Credo che non sia stato mai realizzato solo per incompetenza».


L’ex assessore all’Urbanistica Salinitro nei mesi scorsi aveva annunciato la presentazione del progetto di una nuova pista in contrada Marchitello, della piscina comunale e dello stadio da 12.000 posti, tutti realizzabili con i soldi del Patto per il Sud. Progetti messi in un cassetto, tra le polveri di quelli precedenti. Toccherà alla nuova squadra politica scelta da Messinese portare avanti la questione. Intanto bisognerebbe iniziare da una corretta manutenzione agli impianti già esistenti. La situazione naviga tra il deplorevole e l’imbarazzante. C’è da dire – ed è doveroso sottolinearlo – che gli attuali assessori si sono prodigati per cercare di conoscere le dinamiche legate alle strutture sportive. Alcuni di loro hanno anche contattato la stampa per avere delucidazioni a riguardo. Li inviteremo a leggere queste righe per aver più chiara la situazione.

Stadio Vincenzo Presti. Definirlo stadio è già una gran cosa. Un impianto costruito a cavallo tra gli anni ’50 e ’60. L’assessore Granvillano ha mandato una squadra di operai per la pulizia straordinaria dei bagni della tribuna. In realtà andrebbero rifatti. L’impianto elettrico dovrebbe essere migliorato, così come il terreno di gioco, per il quale sono stati spesi oltre 160.000 euro meno di due anni fa. Ma se compri una Ferrari e non fai il tagliando a poco serve. Il Gela da anni ne chiede la gestione, incaricandosi di oneri e onori, ma non è stato mai trovato un punto di incontro.

PalaCossiga. l’unica struttura funzionante in città, si fa per dire. Tra interno ed esterno ospita quasi dieci società. Le società che lo gestiscono pagano anche il servizio di vigilanza, nonostante i raid vandalici siano all’ordine del giorno. Il parquet sarebbe da cambiare. In alcune parti è stato deteriorato dall’acqua piovana che cade dal tetto in legno.

PalaLivatino. Il più grande disastro della politica provinciale e comunale in termini di strutture sportive. Inaugurato nel 2009, dal 2015 non ospita più una gara ed è completamente distrutto. Di proprietà dell’ex Provincia di Caltanissetta è in ostaggio nel quartiere Marchitello.

PalaPuglisi. Palazzetto mai completato. C’è una diatriba in corso tra l’attuale amministrazione e la ditta che ha effettuato i lavori. I vandali lo hanno già demolito, sia all’interno che all’esterno.

Kartodromo. Altra struttura di proprietà della Provincia, così come il Parco di Montelungo. L’asfalto è lo stesso dei circuiti di Formula 1. Una beffa in una città fatta di strade dissestate. Il Comune ne ha chiesto la gestione, mai ottenuta. Oggi è una discarica a cielo aperto. Andare per credere.
Lo sport può rappresentare un volano per questa città. Calcio, basket, pallavolo, atletica. Gela ha tanti talenti. E se il lavoro costringe i giovani a lasciare la propria terra, almeno per lo sport si faccia qualcosa. Fatti non parole da campagna elettorale o da spot pubblicitari.