Vertenza Turco Costruzioni, spiragli, ma è ancora protesta

Vertenza Turco Costruzioni, spiragli, ma è ancora protesta

La mediazione con Turco Costruzioni ha sortito due effetti che aprono la strada al recupero dei diritti contrattuali ad oggi negati.

Entro 24 ore la Turco Costruzioni erogherà a tutti i lavoratori il saldo del mese di novembre, una parte di cassa edile e da oggi abbiamo la certezza del versamento dei contributi Inps ai fini pensionistici. A dirlo sono stati i dirigenti sindacali di Cgil-Cisl-Uil (Giudice-Gallo-Castania), unitamente ai responsabili del settore edile Fillea-Cgil (Cosca), Filca-Cisl (Iudici) e Feneal-Uil (Di Dio), in una nota diffusa mercoledì 7 marzo.

I sindacati assicurano di voler continuare estenuamente a «rivendicare la ricollocazione dei 36 lavoratori e hanno già certezza che parte del personale è già stato contattato e noi insistiamo affinché venga contattato tutto».
Cgil-Cisl-Uil hanno già preso atto dei licenziamenti della Turco presso la Prefettura e proprio lì si è chiesto alla società di azzerare i licenziamenti e Turco da 42 è passato a 36 dichiarazioni di esubero strutturale.
«Questa – scrivono i sindacati – è la vertenza che nulla c'entra con altro, basta leggere i verbali della Prefettura e le presenze di tutti, tutti, i sindacati. Noi proseguiamo per la strada del buon senso e della responsabilità per far recuperare ai lavoratori i diritti mancanti e l'occupazione. Il percorso è in salita ma non ci iscriviamo al coro di chi vuole solo distruggere perché in tempo di crisi mondiale ogni diritto recuperato è una conquista da rispettare».

La protesta nata per la mancanza di stipendi e del Durc da parte della Turco Costruzioni ha assunto toni che rischiano di bloccare il lavoro a centinaia di lavoratori che da giorni non lavorano. In questo clima, così complesso, il sindacato è stato a fianco dei lavoratori come non si vedeva da tempo, linsistendo con Eni e Confindustria affinché le ditte che hanno appalti e sub appalti prendessero in considerazione le mansioni svolte dai 36 per una immediata collocazione.

«Abbiamo ultimato da poco – scrivono le tre organizzazioni sindacali – una ulteriore verifica e lo abbiamo fatto insieme al Prefetto che da sempre è fattiva nel dirimere le vertenze e trovare soluzioni. Molte imprese hanno dato disponibilità alle assunzioni. Cgil-Cisl-Uil siamo andati oltre chiedendo ad Eni una immediata verifica dei pensionati che lavorano per conto di molte imprese perché anche ciò è grave ed a danno dei lavoratori disoccupati di Gela compresi tanti tecnici da anni senza lavoro».

Le istituzioni sono stati invitate «ad evitare inutili fughe in avanti, ad esercitare il ruolo di controllo autorizzativo che dipende dalla stesso ente, a fare ciò che può e deve fare per ristabilire un clima di serenità in città».
Ed ancora si chiedono: «Ci voleva la riunione di ieri indetta dalla presidenza del Consiglio comunale per dire e fare cosa? I deputati non erano consapevoli dello stato della vertenza? Dei ritardi da noi denunciati per mesi in merito all'accordo di programma? Non si sa che l'Eni ha programmato 32 milioni di opere di compensazioni e che proprio il Comune è in ritardo sulle idee progettuali?».

Cgil-Cisl e Uil confermano, assicurando che «Noi continueremo a sforzarci di trovare soluzioni sapendo che una vertenze inizia, si evolve e finisce e consapevoli che il sindacato non ha il potere di fare delibere e di produrre leggi e neppure di stanziare fondi. Questi poteri la legge li conferisce ai politici, gli stessi che non dovrebbero perdere tempo in inutili riunioni ed in comunicati che dicono l'opposto di ciò che a Gela sta accadendo. È evidente a tutti che le polemiche vanno evitate e per far ciò il territorio ha necessità di una coesione intelligente e priva di deleteri protagonismi. Stare vicino al mondo del lavoro significa questo e nient'altro».