A Gela le malattie, a Caltanissetta le cure

A Gela le malattie, a Caltanissetta le cure

Ancora una volta dobbiamo segnalare la solita arguzia e solerzia regionale nel pianificare le strutture sanitarie nell’isola.


È di pochi giorni la dichiarazione di alcune associazioni nissene che si battono per avere il Polo Oncologico di III livello al Sant’Elia-Maddalena Raimondi di Caltanissetta-San Cataldo, richiesta da parte loro legittima, tutti vogliono il miglioramento delle cure sanitarie e le migliori strutture nel proprio territorio.

Anche noi del Csag da Gela, città di 75.458 abitanti, dichiarata dall’Oms zona ad alto rischio ambientale riconosciuta dalla stessa, nella monografia 2002, tra le prime 15 città italiane ad alto tasso di malattie tumorali, abbiamo chiesto, sin dal 2009, il Polo Oncologico di III livello. Richiesta ignorata dagli Assessori alla Sanità susseguitosi dal 2009: Russo, Borsellino e Gucciardi. Nonché dalla Commissione Ars Sanità presieduta dall’ex deputato Di Giacomo.

Ma riteniamo che in una democrazia compiuta, quando ci sono più richieste per la stessa struttura sanitaria, si proceda con diligenza e attenzione, quindi si dovrebbe, in teoria, verificare il bacino demografico e l’incidenza delle patologie, per poi fare la scelta più oculata.
Tutto ciò in una democrazia compiuta. Ma possiamo asserire che anche in Sicilia la democrazia viene liberamente applicata? Ebbene, osservando le precedenti scelte in tema sanitario fatte in questa area, la risposta non può che essere: NO!

Dipartimento di Emergenza Urgenza di II livello individuato a Caltanissetta, nonostante nella stessa, sede di elisoccorso con competenza sulle ex province di Cl-Ag-En, vi siano appena 36.000 accessi all’anno al Pronto Soccorso, contro i 46.000 al Pronto Soccorso di Gela.
Emodinamica a Caltanissetta e non a Gela, per cui i gelesi in caso di infarto costretti a rischiare la vita per il lungo percorso utile a giungere nel centro nisseno. Emodinamica è però presente a Patti, Taormina, Caltagirone e Sciacca, centri con popolazione notevolmente inferiore a Gela.

Unità Operativa Complessa di Farmacia a Caltanissetta, mentre a Gela, non presente, si inviano le ambulanze a Caltanissetta per il rifornimento farmaci. Giusto per far capire il trattamento subito, le Uoc di Farmacia sono presenti, oltre che in tutti e nove i capoluoghi, anche a: Sciacca, Taormina, Lentini, Mazara del Vallo. Inoltre sono presenti come unità semplice a: Acireale, Biancavilla, Caltagirone, Nicosia, Patti, Sant’Agata di Militello, Milazzo, Alcamo, Marsala, Castelvetrano. Farmacia non è presente, né come unità complessa, né come unità semplice, a Gela che è la sesta città isolana!
Stessa cosa è avvenuta per il Centro trasfusionale, dopo il declassamento e accorpamento a Caltanissetta, a Gela si è iniziato ad avere carenza di sacche di sangue, oggi le Uoc di Medicina Trasfusionale, oltre che nei nove capoluoghi sono a Sciacca, Caltagirone, Patti, Taormina.

Potremmo continuare su tutte le specialità ospedaliere, ma ci fermiamo qui per questioni di spazio.
D'altra parte, come se non bastasse, tutto quello che è già stato individuato per Gela, chissà perchè, non parte mai! E’ il caso dell’Utin, individuata a Gela grazie all’azione del Csag sin dal 2010, così come della Brest-Unit e via discorrendo.

Per Gela non ci sono i soldi, mentre a Caltanissetta per opere individuate dopo quelle destinate a Gela, i soldi ci sono …. sempre: financo per realizzare i giardini degli ex ospedali di Caltanissetta non più in funzione (vedi parco Dubini), ovvero per i parcheggi, ovvero ancora per le multiple ristrutturazioni di reparti e così via.

Non permetteremo questa continua mortificazione del gelese, con la complicità di chi doveva agire. E coloro che doveva agire sono innanzitutto i rappresentanti gelesi eletti dai propri concittadini, a partire dall’expresidente della regione siciliana, reo di non aver degnato di uno sguardo l’ospedale gelese, per proseguire con i deputati all'Ars, la Commissione consiliare sanità, unitamente ai capigruppo consiliari, che nel momento in cui ottenemmo un incontro in Municipio nel corso del quale consigliammo – esplicitamente - ai presenti di impugnare il piano aziendale che vedeva la totale e definitiva svalutazione in campo oncologico di Gela, per poco non ci derisero. Gli stessi che, durante l’ultima convocazione della Commissione sanità regionale a Palermo, sghignazzavano mentre l’uscente manager dell'Asp nissena, raccontava vicende vecchie trite e ritrite, condite dai soliti luoghi comuni sull’ospedale gelese, umiliando un’intera città.

Ciò è solo una piccolissima parte di quanto avviene in ambito sanitario-ospedaliero. Tutto il resto funziona con le stesse regole. Ad esempio basta guardare l’ufficio di riscossione Sicilia di Gela, due sole dipendenti, senza nemmeno la stampante, ricevono solo due volte a settimana gli utenti, laddove a Caltanissetta sono in 40! Nella vicina Caltagirone che ha la fortuna di essere nella Città Metropolitana di Catania sono in sette con uffici aperti tutti i giorni. Idem per gli uffici Inps di Gela con pochissimi dipendenti, mentre per esempio a Nicosia (13.762 ab.) sono in 16.Questa è la regola per gli uffici ed i servizi gelesi: vale a dire, depressione.
C’è una sola ed unica soluzione a tutto questo: il completamento dell’iter di migrazione alla Città Metropolitana. Giusto per rimanere in tema ospedaliero, l’Asp Metropolitana non gestisce alcun ospedale di Catania città perché sede di tre aziende ospedaliere di riferimento regionale, solo gli ospedali in comuni non capoluogo: Caltagirone, Militello, Paternò, Giarre, Acireale, Biancavilla, Paternò.
Duecento anni, ossia due secoli interi, sono stati più che sufficienti per sperimentare questa assurda appartenenza al centro della Sicilia: ora è il momento di far rialzare Gela.