Incursioni barbariche contro i servizi di Gela

Incursioni barbariche contro i servizi di Gela

Oramai è diventata una moda, il continuo impoverimento dei servizi nella sesta città della Sicilia, non si fa in tempo a segnalare un disservizio, un depotenziamento o la chiusura di un servizio a Gela che ne sopraggiunge un altro.


Questa volta tocca all’Ufficio di Sanità Marittima.
Prima di entrare nel merito della soppressione, è utile capire di cosa tale ufficio si occupa, anzi è meglio dire di cosa si occupava visto che dal 1° aprile scorso non è più ufficialmente in funzione il servizio:
– Vaccinazioni e profilassi internazionale per i viaggiatori diretti in paesi extracomunitari (vaccino contro la Febbre Gialla, Profilassi contro la Malaria).
Rilascio Certificazioni di Medicina Legale:
– Immatricolazione tra la Gente di Mare di prima e seconda categoria.


– Iscrizione all’Istituto Nautico.
– Iscrizione nell’elenco dei Medici di Bordo.
– Iscrizione/rinnovo al Registro dei Sommozzatori in servizio locale.
– Iscrizione/rinnovo al Registro dei Pescatori Subacquei Professionali.
– Commissione medica Piloti di Porto.
– Accertamento medico-legale di natura Fiscale.
– Iscrizione/rinnovo/Registri dei lavoratori Portuali.


– Rilascio/rinnovo Patente Nautica.
– Rilascio/rinnovo Patente di Guida.
– Certificato di Sana e Robusta Costituzione.
– Certificati medici prestiti Inpdap.


Inoltre il personale in servizio a Gela si occupava del controllo dei certificati sanitari di bordo, farmaci di bordo, ecc. sulle navi in transito nel porto industriale di Gela.
La direzione Usmaf-Sasn Sicilia, ha ritenuto opportuno chiudere l’Ufficio di sanità marittima di Gela, perché nel 2017 “il rendimento dell’Ufficio era minoritario rispetto al presidio di Licata”.


Ma quando si verifica la funzionalità di un ufficio, innanzitutto, si tiene conto del lavoro svolto negli ultimi 5 anni. Ma non solo: l’ufficio di Gela nel 2017 è stato interessato da
infiltrazioni, quindi temporaneamente chiuso per lavori, finiti i quali l'ufficio non è stato più riattivato, spostando l’utenza gelese su Licata che inevitabilmente in queste condizioni risulta più attivo.


L’altra motivazione è “il risparmio economico che deriverebbe al Ministero della Salute con la chiusura del predetto Presidio”. Un risparmio di non agevole comprensione giacché il personale viene trasferito a Licata ed i locali li aveva messi a disposizione il Comune di Gela gratuitamente. Insomma, non ci sembra questa la vera motivazione della chiusura della sede di Gela.


Altresì, “la vicinanza del Presidio di Gela che dista da Licata soli 30 km” è l’ultima considerazione operata dalla Direzione Usmaf-Sasn Sicilia, per giustificare la chiusura della sede di Gela. Ma sappiamo benissimo il tratto che collega Gela a Licata, l'alta intensità di traffico che lo caratterizza e la ricca casistica di incidenti, alcuni mortali.

Facciamo notare che sono diversi i minorenni gelesi iscritti all' Istituto Nautico di Gela, ad avere necessità di recarsi a tal fine presso l’Ufficio di Sanità Marittima, minorenni costretti a viaggiare con i genitori che li dovranno accompagnare lungo questa lingua di asfalto tortuosa, stretta e pericolosa.
Si sta assistendo ad una pericolosa escalation riguardo alla chiusura e/o sottodimensionamento dei servizi a Gela: oramai è sotto gli occhi di tutti. Chiusura è diventato il termine più in uso e ricorrente.


Il Consorzio di Bonifica che viene inserito nel Consorzio di Bonifica della Sicilia occidentale, con il pericolo del sottodimensionamento e successivo accorpamento a Caltanissetta; Le gravi carenze dell’ospedale gelese, tenuto in condizioni che mortificano la sesta città siciliana; Tutti gli uffici presenti a Gela (Inps, Inail, Asp, forze dell’ordine, Agenzia delle Entrate, Riscossione Sicilia, ecc.) che subiscono il ridimensionamento, con la continua minaccia di chiusura. A chi toccherà domani?


Gela sembra condannata per chissà quale colpa a questo punto, a subire il continuo depauperamento dei propri servizi, già inadeguati per una città di 75.000 abitanti, al centro di un popoloso comprensorio. Possiamo descrivere tutto questo come una serie di incursioni barbariche, perché è da barbari continuare ad infierire sempre sulla stessa comunità. Come comitato abbiamo segnalato il problema scrivendo al direttore dell’Usmaf-Sasn Sicilia, al sindaco di Gela, al ministero della Salute.