Giunta, arrivano le deleghe non le firme sul patto etico

Giunta, arrivano le deleghe non le firme sul patto etico

A distanza di una settimana dall’ufficializzazione della “nuova giunta”, Lucio Greco ha mantenuto stavolta la parola sui tempi ed ha assegnato le deleghe ai sette assessori, che elenchiamo di seguito in dettaglio:

a Terenziano Di Stefano vanno attività produttive, energia, artigianato e Suap, politiche giovanili, rapporti con il consiglio comunale; a Giovanni Costa vanno lavori pubblici ed edilizia scolastica; a Danilo Giordano vanno bilancio, tributi e partecipate comunali; a Nadia Gnoffo vanno servizi sociali, istruzione e pari opportunità; a Ivan Liardi vanno urbanistica, decoro urbano e patrimonio; a Giuseppe Licata vanno agricoltura, tutela degli animali, annona, polizia municipale, mercati, trasporti e viabilità; a Cristian Malluzzo infine, vanno ambiente, rifiuti e differenziata, nonché sport, turismo e spettacolo. Riconfermato vicesindaco Terenziano Di Stefano.

«Avevo promesso ai cittadini – ha affermato il Sindaco Lucio Greco – che nel giro di pochi giorni avrei chiuso anche questa fase della verifica, valutando non solo l’entusiasmo e la voglia di far bene ma anche le peculiarità specifiche di ognuno dei miei collaboratori e la loro indole.

Per quanto riguarda la delega all’ambiente e ai rifiuti, che ho tenuto per me a lungo e che ora affido all’assessore Malluzzo, mi preme precisare che continuerò comunque a seguire tutto con attenzione, perché è uno dei settori più importanti e delicati per l’amministrazione e l’intera città. Malluzzo sarà, per modo di dire, il mio braccio armato, colui che andrà in giro sul territorio ogni giorno a verificare se ci sono problemi e a trovare le soluzioni più idonee.

Lavori pubblici ed Edilizia scolastica saranno i settori di competenza del nuovo assessore, Giovanni Costa. Una scelta quasi naturale, visto che è stato dirigente comunale proprio in questo ambito prima di andare in pensione e conosce bene ogni angolo di questa città, sa cosa c’è da fare e come farla. L’agricoltura passa da Malluzzo a Licata, che avrà anche la tutela degli animali, altri temi molto delicati e che richiedono un’attenzione costante e una presenza massiccia sul territorio.

Ho deciso, infine, di tenere per me la delega alla salute, che prima era dell’assessore Gnoffo e che adesso, in più, dovrà occuparsi della pubblica Istruzione. Sicuro che sapranno fare – ha concluso il primo cittadino - molto bene per la città, auguro a tutti loro un buon lavoro».

Se non possiamo parlare di un “rimpasto” nei soggetti che compongono il nuovo esecutivo cittadino, si può parlare di un deciso “rimpasto nelle deleghe”, a dispetto del messaggio che vorrebbero trasmettere da palazzo di città, secondo cui Lucio Greco avrebbe deciso di non apportare troppi cambiamenti, limitandosi piuttosto ai assegnare e raggruppare le deleghe in base alla specifica preparazione di ognuno dei componenti della sua squadra.

Ma i cambiamenti ci sono stati e pure vistosi e sembrano decisamente fare a pugni con l’asserzione per la quale tutti i componenti della precedente giunta sono stati confermati perché al sindaco non è venuta mai meno la fiducia nei loro confronti per il lavoro fatto. Ma tant’è.

Ivan Liardi, ad esempio, non ha più l’unica delega che aveva nella precedente giunta e cioè ai lavori pubblici, che sono tati assegnati invece alla new-entry, Nanni Costa, come avevano quasi tutti ipotizzato. Una classica indiscrezione ampiamente anticipata e puntualmente verificatasi.

Cristian Malluzzo si è visto riconfermata solo la canonica delega a Sport, turismo e spettacolo, a cui si è affiancata quella all’ambiente ma nella veste più di “braccio armato” del sindaco, come lo stesso lo ha definito, che di assessore al ramo, deresponsabilizzandolo di fatto e depotenziandone l’azione futura: altro, ennesimo, scivolone nella comunicazione pubblica del primo cittadino gelese. Giuseppe Licata, inoltre, andrà a fare tutt’altro rispetto a prima e per lui si può parlare di un’autentica rivoluzione: nessuna delle precedenti deleghe è stata riconfermata.

Le vere riconferme sono state le deleghe al bilancio e tributi nel caso di Danilo Giordano, nonché i servizi sociali nel caso di Nadia Gnoffo e lo sviluppo economico nel caso di Terenziano Di Stefano. In tutti e tre i casi nel chiaro segno di continuità per il precedente lavoro svolto: un riconoscimento a tutti gli effetti.

Probabilmente dalla stanza del sindaco volevano trasmettere il messaggio di una riorganizzazione delle deleghe più “razionale”, rispetto all’accozzaglia precedente: intento che cogliamo nell’avocare a sé, per fare un esempio, la delega alla sanità in quanto il sindaco (e solo il sindaco) è l’unico responsabile della salute pubblica locale: responsabilità che non può delegare ad altri e che solo lui può esercitare con ordinanza.

E che cogliamo anche nell’aggiungere la delega alle partecipate comunali a quella dedicata al bilancio, così come confermata a Giordano. Infine, nel ritorno della delega alle “pari opportunità”, assegnata alla Gnoffo, unica donna e quota rosa in giunta.

Tutto tace, per contro, sul “codice etico” (di condotta) e sul “programma di fine legislatura” che tutti gli attori della coalizione avrebbero dovuto sottoscrivere con le deleghe. Sul punto avevamo avanzato seri dubbi e non avevamo torto. 

Era inevitabile come avevamo previsto e come era agevole prevedere in casi del genere, ossia nei casi in cui la coperta è troppo corta. Ed a mantenerla corta è proprio Greco. 

Capita cioè che nel voler accontentare qualcuno, finisci col non accontentare altri; ovvero il perfetto contrario, vale a dire che nel non voler accontentare nessuno, non ti accorgi che qualcuno lo stai accontentando (e pure fin troppo).

E’ il caso di “Libera mente”, premiata a questo punto con un assessorato per essere stata l’ala critica endogena, la spina nel fianco interna, il “fuoco amico” nella vicenda delle commissioni.

Insomma, chi ieri sembrava non avere nulla o quasi, ai margini con un piede dentro ed un piede fuori, oggi rientra nei ranghi con un assessorato, due presidenze di commissioni consiliari ed un sottogoverno nel collegio di revisorie dei conti alla Ghelas: in definitiva, non male per chi “rompeva le scatole”. 

Un rospo troppo grosso da ingoiare per “lealisti” e, soprattutto, “fedelissimi”, sempre pronti e lesti a fare da scudo al proprio leader. Ed allora, si riparte senza che tutto sia stato risolto ed un malessere che latita dentro l’alleanza, destinato a materializzarsi alla prima occasione, nelle pagine di un giornale, così come in un servizio del Tg o in aula consiliare, poco cambia.

Senza dimenticare le regionali che fra un paio di mesi entreranno nel vivo e metteranno a durissima prova nella tenuta, le varie toppe messe a macchia di leopardo in un’alleanza che verosimilmente rivelerà tutto il suo essere, sul piano contestuale, semplicemente improponibile.