Regionali, si entra nel vivo, ora è vietato sbagliare! 

Regionali, si entra nel vivo, ora è vietato sbagliare! 

Sarà un luglio determinante in vista delle elezioni regionali che si terranno nel prossimo autunno.

Molte delle decisioni che saranno prese in questo mese, inevitabilmente, si riveleranno fondamentali, se non decisive. Con la spina staccata per le brevissime ferie estive, si tornerà di corsa a lavorare già dopo ferragosto per arrivare a settembre quando saremo di fatto in prossimità della presentazione delle liste. Un mese, dunque, in cui la parola d’ordine per tutti diventa “vietato sbagliare”.

Il centrodestra è apparentemente paralizzato in attesa della riunione tra i leaders nazionali di “Forza Italia”, Silvio Berlusconi, di “Prima l’Italia/Lega”, Matteo Salvini e di “Fratelli d’Italia”, Giorgia Meloni. Quest’ultima, col partito in ascesa non solo nei sondaggi ma anche alle urne, come testimoniato dalle ultime amministrative, isola compresa, chiederà spiegazioni sul perché la ricandidatura a Palazzo d’Orleans di Nello Musumeci che ha aderito a “FdI”, sia così divisiva nella coalizione e fra gli alleati, per poi riferire allo stesso presidente uscente sul da farsi dopo il passo di lato compiuto. 

Chi ha promesso battaglia a Musumeci sono il presidente dell’Ars e coordinatore siciliano di Forza Italia Gianfranco Micciché, nonché l’ex dem e renziano, ora salviniano, Luca Sammartino. Sempre viva l’opzione che toglierebbe, a nostro avviso, le castagne dal fuoco e che si chiama Raffaele Stancanelli (“FdI”). 

In una tale situazione d’incertezza ad approfittarne è Cateno De Luca. Il leader di “Sicilia Vera” è il primo tifoso di una ricandidatura di Musumeci, convinto che la stessa spaccherà comunque – alla luce del sole o nel segreto delle cabine elettorali – la coalizione e questo, aumentando divisioni ed attori in campo, accrescerà in ogni caso il suo ruolo di “sparigliatore”. 

Il centrosinistra, dal canto suo, tira dritto alle “primarie presidenziali”, rinfrancato dalla paventata fuoriuscita dalla maggioranza di governo del movimento pentastellato, scongiurata da Giuseppe Conte dopo il faccia a faccia con il presidente del Consiglio, Mario Draghi. Tre i candidati ufficiali: per la sinistra e “Centopassi”, Claudio Fava; per il Partito democratico, Caterina Chinnici; per il “Movimento cinque stelle”, Barbara Floridia.

Una candidatura, quest’ultima, uscita al fotofinish dal cilindro del leader politico nazionale. Dopo il passo indietro di Giancarlo Cancelleri, sembrava oramai una sfida a due tra il gelese Nuccio Di Paola ed il collega all’Ars, Luigi Sunseri. La senatrice Floridia, come prima decisione ad effetto, ha immediatamente bocciato l’idea di un allargamento delle primarie siciliane del campo progressista ai socialisti (Oddo), così come ai centristi di “+ Europa” (Bonino) e “Azione” (Calenda).

Non è escluso però che queste forze possano partecipare da elettori alle primarie, sostenendo chi tra Fava o la Chinnici concorderà con gli stessi alcuni punti chiave del programma. Così come non solo esclusi “franchi tiratori” che non hanno digerito la candidatura all’ultimo momento della Floridia tra i grillini, ovvero della stesa Chinnici fra i “dem” e ad approfittarne potrebbe essere l’outsider Fava. 

A proposito della Chinnici è previsto un suo arrivo a Gela il prossimo 13 luglio e sarà occasione per la candidatura ufficiale all’Ars del segretario provinciale piddino, Peppe Di Cristina (nella foto a sinistra).

A cedergli il posto sarà l’uscente Giuseppe Arancio, mentre ad affiancarlo nella lista potrebbe esserci di nuovo la consigliere comunale nissena, Annalisa Petitto, che ci riproverebbe a distanza di cinque anni. Indiscrezioni vorrebbero una candidatura di “recupero” dell’ex sindaco di Sommatino, Elisa Carbone, che pur da uscente e senza segnali particolari di insofferenza durante il mandato, a sorpresa si è piazzata addirittura ultima nella corsa a tre per la carica di primo cittadino. 

Chi sembra aver chiuso i conti con la lista è Forza Italia.  Alla ricandidatura dell’uscente Michele Mancuso (foto a destra), a portare acqua al mulino azzurro nel collegio nisseno, saranno l’attuale presidente del consiglio gelese, Totò Sammito e l’ex capogruppo “Pd” nel civico consesso niscemese, Rosetta Cirrone Cipolla, riconfermata consigliere comunale con un autentico exploit in termini di consenso personale. Ciò ufficializza il passaggio della stessa e del fratello Alfonso, direttore sanitario del nosocomio di Niscemi, al partito di Berlusconi.

La Cirrone Cipolla ha ottenuto oltre 1500 preferenze, un terzo dei voti complessivi della lista civica “Conti sindaco” e molti di più dei voti complessivi di singole liste. Un numero di voti che potenzialmente potrebbe arrivare ad essere persino triplicato alle regionali, specie in assenza di altri competitors locali. Quindi, occhio, potrebbe essere la sorpresa all’interno della lista forzista, destinata con queste candidature e relativi numeri ad accaparrarsi uno dei tre seggi attribuiti al collegio di Caltanissetta. 

Per il resto, nessuna novità sostanziale. Nel movimento 5 stelle ci sono i due uscenti Nuccio Di Paola e Ketty Damante, ma c’è anche un certo Giancarlo Cancelleri che aspetta il voto della base grillina sull’abolizione del vincolo del doppio mandato. In “Fratelli d’Italia” c’è la disponibilità del coordinatore locale, Salvatore Scuvera. Nella Lega potrebbe essere il turno del consigliere comunale Emanuele Alabiso, soprattutto se a chiederglielo è l’on. Alessandro Pagano. 

Tra gli autonomisti gira insistentemente la voce di una disponibilità del pediatra Rosario Caci. L’evergreen Pino Federico continua a lavorare sotto traccia, sebbene il percorso si sarebbe fatto più complicato, almeno secondo i più maligni.

Nell’Udc ci sarebbe il segretario provinciale, Silvio Scichilone, che potrebbe raccogliere i frutti delle scelte di successo fatte con il sostegno ai due candidati eletti sindaci sia a Niscemi che a Butera, dopo aver rinnovato la fiducia all’assessore comunale al bilancio e tributi di Gela, Danilo Giordano. Grande cautela tra le altre forze centriste in attesa di capire come i leader nazionali e regionali intenderanno interpretare la partita, nel gioco delle opzioni tra schieramenti e collocazioni.