Un sindaco sotto giudizio

Un sindaco sotto giudizio

Lo sappiamo bene in Italia. Per quanto lenta, l’azione penale comunque il suo corso lo fa, una volta attivata.

Sicché, a distanza di mesi dall’iscrizione nel registro degli indagati, giunge in via ufficiale la richiesta di rinvio a giudizio e la fissazione dell’udienza preliminare, già anticipata dall’allora procuratore generale della Repubblica presso il tribunale di Gela, Fernando Asaro, prima di salutare la città e trasferirsi a Trapani, in merito all’uso quantomeno distorto, secondo l’accusa, delle royalties petrolifere in sede di bilancio.

Davanti al Gup, il prossimo 3 ottobre, sono stati convocati in 13, tra ex amministratori ed ex revisori dei conti del Comune di Gela. L’unico amministratore attualmente in carica, che è stato chiamato a presentarsi davanti il giudice, è proprio il sindaco Lucio Greco. 

A fargli compagnia ci saranno, il suo predecessore nelle vesti di commissario straordinario, Rosario Arena; l’ex sindaco Domenico Messinese; gli ex assessori al bilancio, Fabrizio Morello, Grazia Robilatte e Danilo Giordano; l’ex dirigente al bilancio, Alberto Depetro; gli ex componenti del collegio dei revisori dell’ente, Maria Assunta Cattuto, Graziano Ponzio, Salvatore Corso, Carmela Ficarra, Giuseppe Nicoletti e Pietro Gioviale. 

I fatti contestati sono inclusi nel periodo che va dal 2015 al 2019, che coinvolge di fatto ben tre esperienze amministrative: quella finale di Messinese, quella intera per quanto breve di Arena e quella iniziale di Greco. Con loro gli amministratori ed i revisori che si sono succeduti durante tale arco temporale. Il giudice, al termine dell’udienza preliminare, può decretare il rinvio a giudizio accogliendo le tesi del pubblico ministero ovvero il non luogo a procedere. 

Secondo gli inquirenti, sulle base delle indagini coordinate per l’appunto dai pm, Luigi Lo Valvo e Mario Calabrese, sarebbe emersa la “falsa” attestazione della veridicità ed attendibilità contabile, nonché la “falsa” attestazione del rispetto del patto di stabilità, attraverso scelte atte ad eludere la destinazione vincolata delle royalties versate da Enimed per le estrazioni petrolifere.

E come da noi rilevato mesi fa, il suggerimento ed il pressing sul legislatore isolano, affinché fosse votata all’Ars una “deroga” alla destinazione vincolata delle royalties, potrebbe rivelarsi un boomerang. Non certo un’ammissione di colpa, ma qualcosa di simile. 

Davvero strana la parabola di questo mandato. Un sindaco che all’inizio ha dovuto aspettare diversi mesi per vedere il risultato elettorale a suo favore, liberarsi dalla condizione di “sub iudice” per il ricorso del suo avversario al ballottaggio. E che ora, quando ci si avvicina al termine del quinquennio, il sindaco torna sotto giudizio, con questa convocazione presso il Gup, che arriva nelle more di una mozione di sfiducia rinviata al 13 giugno. 

Nel momento in cui scriviamo, non si registrano reazioni politiche alla notizia. Influenzerà i convincimenti ed i ragionamenti sulla mozione di sfiducia? A noi pare molto difficile che accada, perché abbiamo più volte spiegato che la maggioranza che ha deciso il rinvio non ha pensato al bene della città o al futuro del sindaco. Il ragionamento alla base è esclusivamente elettoralistico e consiglia a questa maggioranza trasversale di propendere per un “traghettamento” fino alla scadenza del mandato, attraverso la formula del sostegno, associato ad un appoggio esterno ed una responsabile stampella degli astenuti.

Una formula che permette di far passare gli atti, ad iniziare dall’approvazione del Pef rifiuti, la mattina del rinvio della mozione, per arrivare alle recentissime approvazioni delle variazioni di bilancio e dello Statuto dell’Unione dei Comuni di Gela, Butera e Niscemi, nell’ambito dell’area urbana funzionale. 

Non sappiamo neanche come l’avrà presa il sindaco. Certo non gli avrà fatto piacere. Ma forse non ha manco il tempo di pensarci e rifletterci sopra un attimo. Costretto com’è a ricorrere vecchie e nuove emergenze. Solo in questa settimana lo abbiamo visto incontrare i preoccupati commercianti di Via Venezia e successivamente gli arrabbiati, per non dire, disperati agricoltori. 

Lucio Greco ha incontrato senza l’assessore ai lavori pubblici, Romina Morselli nonché l’assessore allo sviluppo economico, Francesca Caruso, i commercianti di via Venezia, ascoltandone le ragioni e le valutazioni sul progetto di riqualificazione urbana di questa essenziale arteria cittadina. Ad accompagnare il primo cittadino, c’era il dirigente del settore Lavori pubblici, Tonino Collura ed il presidente del consiglio comunale, Totò Sammito, che con il sindaco hanno promosso l’incontro. I lavori sono finanziati con i fondi del Patto per il Sud per circa 1,8 milioni di euro. Il tratto interessato dal restyling è tra via Niscemi e via Licata. 

Successivamente c’è stato l’incontro con gli agricoltori. Anche quest’anno l’acqua della diga Disueri viene sversata in mare formalmente per ragioni di sicurezza. Avviene già da due mesi. Presso la diga Cimia risulterebbero altri milioni di metri cubi d’acqua non utilizzati. Acqua versata a mare, dunque, anziché sui campi, con i consorziati che pagano per un servizio irriguo non corrisposto. Il sindaco ha condiviso le preoccupazioni degli agricoltori esternandole al dirigente del Consorzio di Bonifica Gela 5, Gaetano Petralia.