La politica dei pasticci, il caso Macchitella Lab

La politica dei pasticci, il caso Macchitella Lab

Era il 2020 quando, con tanto di inaugurazione in pompa magna, sono iniziati i lavori finanziati dalle compensazioni del protocollo 2014, che hanno poi trasformato un rudere abbandonato, a cui si era ridotta l'ex casa albergo del quartiere residenziale dell'allora Anic (partecipata di Eni quale socio unico), in un edificio moderno destinato, nell'ambito del progetto denominato "Macchitella lab", 

a fare da incubatore per co-working e start-up giovanili ed innovative, nonché ad ospitare nei propri locali corsi universitari decentrati, corsi di formazione, specializzazione e master.

Era stato già individuato un corso di laurea triennale dell'Unikore di Enna, con numero programmato a Gela, in “Tecnologie per il costruito e la sostenibilità ambientale”, particolarmente caldeggiato da Rage.  Gli studenti gelesi iscritti a questo corso, sono giunti già al terzo anno senza aver mai utilizzato le aule dell'ex casa albergo. 

In risposta ad una delle domande che precedono l'assemblea degli azionisti, lo scorso maggio Eni aveva chiarito che i lavori erano stati ultimati e che la struttura era pronta in vista del contratto che avrebbe dovuto disciplinare l'utilizzo dell'immobile da siglare con il Comune di Gela. Nelle more, l’UniKore si guardava già attorno, ipotizzando l'individuazione di sedi diverse ed alternative per ospitare le lezioni, prime fra tutte il convitto “Pignatelli”.

Fortissime indiscrezioni in città, al contempo, davano quasi per certa la versione secondo cui nel 2025 l'edificio sarebbe invece di fatto diventato una caserma di una delle forze dell'ordine statali. Un'idea che ha sollecitato i cittadini di “Moto civico” ed il “Comitato di quartiere di Macchitella” a manifestare la loro totale contrarietà a tale eventualità, minacciando una raccolta delle firme da allegare ad un esposto/denuncia da presentare in procura, per violazione del protocollo del 2014 e degli accordi attuativi successivi. 

In queste ultime settimane c’è stata un’accelerazione culminata con una seduta monotematica del consiglio comunale, svoltasi nella serata di giovedì 14 settembre.

Nel suo intervento, in cui non sono mancate le stilettate agli avversari politici, il sindaco Lucio Greco ha relazionato sull’incontro tenutosi due giorni prima in municipio con Eni e Unikore, ribadendo integralmente quanto già trapelato all’indomani. Rage è disposta a concedere l’edificio in comodato d’uso gratuito per almeno due ed altri due in opzione (al massimo dunque quattro anni), propedeutici ai fini della cessione definitiva, a titolo gratuito, in capo al Comune di Gela.

Non però l’area dove l’immobile è ubicata: quella Rage la vuole pagata. Si è in attesa di una perizia che stabilisca un prezzo che metta d’accordo le parti. E’ in dirittura d’arrivo anche il progetto di riqualificazione dell’area circostante, largo piazzale per uso parcheggio compreso.

Nell’accordo attuativo ci sono 620 mila euro da spendere per avviare le attività, in collaborazione con la Fondazione Mattei e con la stessa si deve convenire se in queste somme rientrano pure le spese per gli arredi. Vanno definite infine le spese gestionali del comodato d’uso gratuito, cioè luce, acqua, guardiania e quant’altro. 

Alla domanda della consigliere Ascia (Rinnova) in ordine al certificato di agibilità, il sindaco si è astenuto dal rispondere positivamente o negativamente. Nel suo intervento, il consigliere Sincero (Una buona idea) ha precisato che l’immobile ha l’agibilità ed è l’ufficio preposto a tal fine in ogni ente comunale preposto a rilasciarla: strano che il sindaco non sia stato informato.

Per lo stesso Sincero ed il collega Faraci, non si è capito il messaggio della loro mozione che non andava bocciata da chi, a questo punto, sull’argomento vuole solo prendersi i meriti pensando di essere già in campagna elettorale. Sulla stessa lunghezza d’onda la consigliere Farruggia (M5s) che ha rivendicato le sue interrogazioni sul tema, mostrando tutta la sua amarezza nel rilevare che si è ancora fermi al contesto che l’avevano spinta a porre quei quesiti. 

Centrodestra e firmatari della richiesta della seduta monotematica compatti nel puntare l’indice contro il sindaco per averla boicottata in virtù dell’incontro di due giorni prima con gli attori principali, vale a dire Eni/Rage ed UniKore che hanno fatto poi mancare la loro presenza in aula. Per il consigliere Trainito (Fi) si è trattato dell’ennesimo sgarbo istituzionale di un sindaco che conferma l’inaffidabilità di chi si dimette per evitare la sfiducia e poi ritira le dimissioni.

Per il consigliere Cascino (Dc) di uno schiaffo al consiglio da parte di un primo cittadino in uno stato di confusione istituzionale. Il consigliere Romano (Fi), per il quale il civico consesso è stati di nuovo umiliato dalla condotta del sindaco, ha palesato forte preoccupazione per il mancato coinvolgimento di Sicindustria che rappresenta le imprese, col rischio di restare nuovamente schiacciati alle posizioni di Eni.     

Tra i “pro-Greco”, lo stoico consigliere Morselli (Un’altra Gela) ha stigmatizzato la non avvenuta presentazione della richiesta del monotematico da chi era stato delegato, cioè il consigliere Scerra (Fdi). Ha ripreso le dichiarazioni del consigliere Romano con cui aveva già avuto un breve ma ancora civile battibecco per giungere alla conclusione che Forza Italia è contraria al progetto ma non ha il coraggio di ammetterlo.

Ha quindi tirato in causa il consigliere Cascino che ha poi voluto rispondere per fatto personale in piena bagarre. Più avanti è seguito uno scontro verbale anche con il consigliere Grisanti (Fdi) il quale ultimo ha evidenziato si è ancora fermi al punto di partenza e che nessuna novità è arrivata dalle parole del sindaco, soprattutto in termini di tempistica.

Anche il consigliere Orlando (Pd) e lo stesso Sincero hanno criticato l’assenza di una “road map”, col sindaco che si è solo limitato a riferire che a breve le parti si incontreranno di nuovo per perfezionare i punti ancora lasciati in sospeso, sopra menzionati. 

Nelle sue conclusioni il consigliere Scerra è tornato a sottolineare l’assenza di Eni, Unikore, Sicindustria e Regione siciliana, la cui presenza sarebbe servita per sentire più campane e fornire su diversi aspetti, ulteriori chiarimenti rispetto a quelli forniti solo dal sindaco. Ecco il perché della seduta monotematica rispetto alla mozione.

Una seduta mortificata secondo il suo presentatore, da un incontro avvenuto un paio di giorni prima, senza il coinvolgimento manco dei capigruppo. Nessun desiderio di mettersi magliette al petto, dunque, ma solo voglia di conoscenza. Per Scerra niente carte avevano i consiglieri all’inizio della seduta, niente carte si ritrovano in possesso dopo due ore di consiglio trascorse infruttuosamente e non certo per colpa dei consiglieri. 

Due giorni prima, il sindaco aveva incontrato – con al fianco l’assessore all’istruzione Salvatore Incardona e l’assessore alle attività produttive Francesca Caruso, il preside della facoltà di Ingegneria e Architettura dell’Università Kore di Enna, Francesco Castelli, nonché rappresentanti della Raffineria di Gela e dell’Eni. Non invitato l’imprenditore Gianfranco Caccamo, già delegato da Sicindustria nissena (di cui è stato già presidente) alla gestione dei progetti “Macchitella Lab” e “Sinapsi Factory”, il quale aveva invitato il giorno prima l’amministrazione ed il sindaco a prendere con coraggio una posizione chiara ed univoca, onde evitare di alimentare inutili polemiche sul tema.

«L’ex casa albergo riqualificata e destinata in prima istanza a ospitare spazi di coworking per le aziende locali – ha rivendicato Caccamo – ha trovato un nuovo scopo proprio con Sicindustria ed il progetto è cresciuto grazie al coinvolgimento di attori fondamentali come Kore ed Eni, che hanno sempre rispettato gli accordi presi.

Il Macchitella lab rappresenta un tassello del più ampio piano – ha ricordato l’imprenditore - che prevede di costruire a Gela l’intera filiera, dai corsi di studio, ai laboratori, al centro di ricerca con il Sinapsi Factory, mirando, al contempo, a far rifiorire l’indotto». 

L’esponente di Confindustria Caltanissetta ha ricordato che la soluzione di un iniziale comodato d’uso dei locali era già una delle proposte avanzate da Eni sul tavolo del sindaco Lucio Greco, accanto altre.

Quel comodato d’uso sollecitato in un’apposita mozione dal gruppo consiliare “Una buona idea”, come già sopra precisato, bocciata dalla maggioranza in quel momento presente in aula, in larga parte composta da un centrodestra che giustificava la bocciatura proprio per richiedere il monotematico, tenutosi poi questo giovedì sera. Al quale hanno fisicamente assistito anche i giovani di “Generazione Gela”, fortemente interessati dal progetto e che hanno avviato una petizione on line.