Riceviamo e pubblichiamo/Alfio Agrò: «Vi spiego il mio calcio»

Riceviamo e pubblichiamo/Alfio Agrò: «Vi spiego il mio calcio»

Esaminando la situazione attuale del Gela calcio viene facile pronosticare un futuro disastroso, visto che anche questa volenterosa e coraggiosa dirigenza persiste ad investire a breve termine, accecata dalla fretta di raggiungere traguardi prestigiosi... subito la serie C.


Gela, città e territorio economicamente a terra e lanciati verso la desertificazione, non potrebbe sopportare l’onerosa gestione di una squadra professionistica con incassi e sponsorizzazioni risibili, puntando sulle risorse economiche personali solo di una dirigenza “familiare”. Ci provò una decina d’anni fa la famiglia Tuccio.

Riuscì a garantire campionati di un certo livello sin quanto dal Comune arrivavano aiuti anche economici a mo’ di sponsorizzazioni. Poi quando anche l’ente pubblico chiuse i rubinetti, anche il buon Tuccio dovette arrendersi.
Spese per alti stipendi a giocatori e tesserati, vitto e alloggio, trasferte lontane e costose e mille altri impegni economici da sostenere nella gestione di una complessa e costosa macchina come il Gela calcio, consigliano di non fare il passo più lungo della gamba. Significherebbe fallimento.

In questo caso, la soluzione (cura) richiede investimenti a lungo termine sulla professionalità delle giovani leve sin dalla tenera età: dai sei anni in su.
La città di Gela ha in abbondanza risorse umane (in embrione, in tenera età, ossia bambini) dalle potenzialità eccezionali; risorse che non vengono valorizzate (peccato imperdonabile!). Investire sul loro futuro accompagnandoli lungo un percorso altamente professionale è un dovere di questa città, sia dal punto di vista del prestigio che occupazionale.

La mia professionalità, ma soprattutto la mia esperienza cinquantennale nel settore del calcio mi fanno affermare che la realizzazione di un progetto in tale direzione porterebbe la squadra del Gela tranquillamente e stabilmente, a militare nel campionato professionistico di serie B, come una piccola “Barcellona”, con i suoi ragazzi che giocano assieme a memoria da tanti anni per dare spettacolo in tutti i campi d’Italia. Nel loro piccolo ci riuscirono il Licata e l’Acireale; potrebbe riuscirsi a maggior ragione Gela, che ha un bacino di abitanti più grande. Insomma, stop all’improvvisazione ed alla precarietà. Puntare piuttosto alla programmazione, all’organizzazione e sulla competenza degli addetti ai lavori.

Ho provato personalmente ad illustrare all’ex vicesindaco Simone Siciliano (tramite web) un progetto di sviluppo (anche dai risvolti occupazionali) prestigioso per il calcio locale che avrebbero dovuto realizzare Comune e società sportiva in sinergia. La risposta è stata: «Complimenti, un bel progetto. Le auguro di poterlo realizzare». Regalo non apprezzato nonostante la gratuità.
Cosa può fare di più un cittadino che ama la propria città? Insistere e persistere per essere preso per un sognatore, o peggio per pazzo? No, grazie! Alla mia reputazione ci tengo.

Aggiungo. Esattamente come nello sport – calcio o quant’altro – le risorse e le potenzialità di sviluppo di questa città sono tantissime, ma nessun politico ha finora avuto la lungimiranza, il coraggio, la forza, la volontà di impegnarsi per la progettazione di idee capaci di valorizzare queste ricchezze. Un errore madornale, sia nella politica che nello sport, è stata la mancanza di visione del futuro sicuramente perché accecati dalla foga egoistica di ricerca del consenso immediato e del successo personale.
Questa città, invece di affrontare i problemi preferisce affidare la propria sorte alle preghiere, sperando che avvenga il miracolo divino. E’ un destino amaro il nostro!

Alfio Agrò (ex calciatore anni '70/'80)