I Mendola fanno sul serio: «Lasciamo il Gela!»

I Mendola fanno sul serio: «Lasciamo il Gela!»

Tra i sogni della Juniores e l’inizio dell’incubo della prima squadra.

Sono giorni frenetici in casa Gela dopo la conferenza stampa di venerdì scorso che ha sancito l’uscita di scena della famiglia Mendola dal mondo del calcio locale dopo un anno da proprietari del 100% delle quote societarie, che aveva fatto seguito alla prima stagione di collaborazione con l’ex presidente Angelo Tuccio. Eppure c’è chi è pronto a scommettere che non è detta l’ultima parola. Gli imprenditori gelesi – che hanno lasciato senza polemiche, quasi come rassegnati all’idea di non avere possibilità di possedere la gestione dello stadio – anche nel corso dell’ultimo campionato hanno più volte minacciato l’addio, inviato pec all’amministrazione e consegnato la squadra nelle mani del sindaco Messinese. Oggi però il discorso sembra essere diverso.

La situazione “Vincenzo Presti” non sembra poter trovare una soluzione immediata e soddisfacente, non può essere promossa una campagna abbonamenti, gli sponsor latitano ed è praticamente impossibile programmare una stagione con fondi solo privati, oltre che – doveroso ricordarlo – un rapporto con l’amministrazione irrecuperabile, fatto di opinioni diverse, attacchi, scontri e querele. Allo stesso tempo, l’entusiasmo e la passione dimostrata soprattutto nella prima parte di stagione da Angelo ed Emanuele Mendola potrebbero riportare gli imprenditori sui propri passi. C’è chi ipotizza già che la proprietà stia comunque cercando di costruire il futuro. Circola il nome di Laneri, ex ds del Siracusa, con la collaborazione di Bonaffini. Ma sono voci giudicate infondate dai diretti interessati. Bonaffini che ha chiesto un incontro con la proprietà per avere risposte sui tre mesi di stipendio che ancora non sono stati retribuiti, come ammesso dagli stessi dirigenti in conferenza.

«Cederemo la società gratis – ha dichiarato il patron Angelo Mendola – ma chi rileverà il Gela, e spero che arrivi qualcuno, dovrà fare i conti con alcuni pagamenti che non è stato possibile effettuare a fine campionato. Abbiamo avuto un danno economico, sportivo e di immagine non indifferente. Se sistemano lo stadio? Non posso dire oggi che siamo pronti a tornare indietro. Questa è una domanda che i giornalisti mi fanno da febbraio ma ancora lo stadio è chiuso».

Stadio. Voci contrastanti anche all’interno della stessa amministrazione. Messinese ha dichiarato che prima dell’ulteriore verifica statica bisognerà aspettare la fine degli interventi in programma in estate. Lo stesso sindaco ha accusato la ditta che ha svolto i lavori di essere stata inadempiente. Ipotesi rispedita al mittente con forza dall’azienda. L’assessore all’Urbanistica Mauro, invece, continua a sostenere che l’apertura dello stadio è solo questione di giorni. I consiglieri devono ancora discutere del regolamento sull’utilizzo e la gestione degli impianti sportivi, documento pronto da febbraio ma ancora non approdato in aula.

Juniores. Sconfitta nell’andata degli ottavi di finale nazionali ma qualificazione ancora in gioco. I giovanotti biancazzurri hanno perso 0-1 al “Dino Liotta” contro un Gravina decisamente più cinico, bravo a concretizzare l’unica palla gol creata. Buona prova dei ragazzi di Catania che sabato pomeriggio dovranno essere più cattivi sotto porta per continuare a sognare lo scudetto juniores.

Play off all’Igea. La squadra giallorossa si è aggiudicata i play-off di serie D andando a vincere 3-0 in casa dell’Ercolanese. Trascinatore dei peloritani l’ex Gela Kosovan, autore di due gol e un assist. Sono quattro le reti realizzate dall’ucraino in questi spareggi. Vittoria di prestigio della squadra di Raffaele che ha già fatto sapere che comunque non avanzerà richiesta di ripescaggio in Lega Pro. Un altro esempio che sarebbe meglio cambiare un regolamento che fa discutere tutti e non accontenta nessuno, Lega esclusa.

Vibonese e Troina in C. A proposito di esempi assurdi. A distanza di un campionato è stato accettato il ricorso presentato dalla Vibonese a inizio stagione. I calabresi avrebbero dovuto disputare la serie C e non la D. In pratica è stato annullato il torneo dei rossoblù. Ma che senso ha? Ed è proprio la Vibonese la squadra penalizzata, sia perché ha dovuto rinunciare alla terza serie, sia perché fino all’ultimo ha dovuto faticare per conquistare la promozione diretta. A questo punto è probabile la promozione del Troina. Esempi di un calcio sempre più burocratico e meno spettacolare.