Scuola, come imparare a rispettare le donne

Scuola, come imparare a rispettare le donne

La scuola, a partire da quella dell’infanzia fino a quella primaria, di primo e secondo grado non può e non deve sottrarsi al compito, così urgente anche in Italia in questo periodo storico, di dedicare un’attenzione progettuale continua, sistematica ed efficace all’educazione dei bambini e degli adolescenti alla parità di genere e alla non violenza maschile nei confronti delle donne. 

Anche la famiglia dovrebbe affidarsi maggiormente alla scuola e collaborare con essa, per rendersi consapevole delle proprie responsabilità e per contribuire all’educazione dei figli alla non violenza e in particolare alla non violenza maschile nei confronti delle donne. Esiste a tal riguardo “Il patto di corresponsabilità scuola-famiglia”, sancito dal Dpr 235/2007. Nel 2017 il ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca ha emanato le Linee Guida nazionali “Educare al rispetto per la parità tra i sessi, la prevenzione della violenza di genere e di tutte le forme di discriminazioni”. 

Le Linee Guida sono state emanate in attuazione del comma 16 (relativo al piano triennale dell’offerta formativa) dell’art. 1 della legge n.107/2015, riguardante la “Riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione...”. Esse propongono che il principio di pari opportunità investa “l’intera progettazione didattica e organizzativa” e diventi “linea strategica delle attività della scuola, sia come principio ispiratore della sua identità, sia mediante attività progettuali, valorizzando l’apporto del territorio e della comunità educante (famiglie, mondo associativo, istituzioni). 

Le Linee Guida richiamano anche il rispetto del patto di corresponsabilità scuola-famiglia. Il Miur, per supportare il lavoro dei docenti, del personale scolastico e delle famiglie, impegnati nell’educazione alle pari opportunità, ha realizzato una piattaforma “www.noisiamopari.it”, che dovrebbe raccogliere le esperienze, riunire materiale didattico, progetti ed iniziative realizzate nelle scuole di ogni ordine e grado. Nella piattaforma risulta lanciata la campagna di sensibilizzazione “Rispetta le differenze” ed è indicato un Osservatorio Nazionale, riguardante la campagna, ma non risultano comunicate, descritte e valutate le esperienze e le pratiche che sono realizzate nelle scuole. 

L’INDIRE (Istituto nazionale Documentazione innovazione e Ricerca educativa) ha eseguito «una ricerca esplorativa sugli interventi realizzati dalle scuole per la promozione dell’educazione alla parità tra i sessi, in riferimento al contrasto degli stereotipi di genere e alla prevenzione della violenza di genere”, nell’ambito del Programma Operativo Nazionale (Pon) 2014-2020. 

I risultati di tale ricerca sono stati pubblicati nel mese di giugno 2019 dal Giornale italiano della Ricerca Educativa in un lavoro dal titolo “Il ruolo della scuola nel contrasto alla violenza di genere e le opportunità offerte dal programma operativo nazionale”. In questo contributo sono stati analizzati interventi di contrasto alla violenza di genere realizzati dalle scuole, rispetto ad alcuni indicatori considerati di buona pratica: continuità temporale ed educativa dei progetti, coinvolgimento dell’intera comunità scolastica e del territorio, l’uso di strumenti per favorire la riflessività e l’autovalutazione. 

Nel 2017 a cura di Mariella Pasinati, docente di storia dell’arte, è stato pubblicato un libro dal titolo “Insegnare alla libertà a scuola. Proposte educative per rendere impensabile la violenza maschile sulle donne”, che raccoglie i contributi teorici offerti alle 160 insegnanti – e “un insegnante”– che hanno partecipato ad un corso di formazione triennale, pensato e realizzato dall’Ufficio scolastico regionale della Sicilia e dalle donne dell’Udi di Palermo, tra il 2013 e il 2016. 

Nella recensione pubblicata sul sito maschileplurale nel 2019, Beppe Pavan del gruppo “Noi Uomini” sottolinea tre principi-cardine che hanno informato tutte le tappe del percorso formativo indicate nella prefazione: 

1. La violenza sulle donne è primariamente una “questione maschile”; 2. Alla radice della violenza c’è la cancellazione della madre che determina la condizione di secondarietà del femminile rispetto al maschile; 3. Proposta di una pratica educativa segnata dalla differenza sessuale. 

Pasinati considera operazione preliminare che le insegnanti per prime sappiano consistere nella parzialità come principio del loro agire educativo, imparando a valorizzare le esperienze e i saperi femminili e la relazione fra donne. Il volume, nella seconda parte, raccoglie i contribuiti che presentano esperienze pedagogiche orientate alla valorizzazione della differenza sessuale. Secondo il recensore del libro è carente il coraggio maschile di ascoltare le donne e di “scegliere il rispetto, la condivisione, la cooperazione, la gestione non violenta degli inevitabili conflitti”. 

Anche il Piano femminista contro la violenza maschile sulle donne e di genere”, proposto da “Non una di meno” nel 2017 individua la scuola e l’università come luoghi primari di contrasto alle violenze di genere e propone una formazione degli insegnanti e degli educatori sulla prevenzione della violenza di genere, sulla mediazione dei conflitti e sull’educazione alle differenze, anche con una revisione dei manuali e del materiale didattico utilizzati nelle scuole. 

In data 26 novembre 2020 il ministero dell’Istruzione e il ministero della Giustizia, in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, hanno promosso un concorso nazionale “Il nuovo codice rosso – Prevenzione e contrasto alla violenza di genere” – rivolto alle scuole primarie, secondarie di primo grado e secondarie di secondo grado per sensibilizzare i più giovani sul fenomeno della violenza nella nostra società e sull’importanza della cultura del rispetto dell’altro. 

Il concorso proponeva la realizzazione di un elaborato multimediale, da inoltrare entro e non oltre il 22 febbraio 2021, corredato da una scheda tecnica. Il ministro Guardasigilli, partecipando al lancio del concorso, ha ricordato, tra l’altro, le dimensioni preoccupanti del fenomeno della violenza di genere e domestica. 

Il 25 novembre 2021 in occasione della Giornata Internazionale della violenza contro le donne, il Ministero ha chiesto alle scuole di prevedere momenti di approfondimento sui temi connessi alla ricorrenza, ponendo particolare attenzione al tema del rispetto, anche con riferimento all’art. 3 della Costituzione ed ha invitato le studentesse e gli studenti a prendere parte attivamente alla Giornata, esprimendo le proprie riflessioni attraverso opere grafiche, video, foto, flash-mob, dibattiti. 

Il ministero dell’Istruzione ha partecipato alla Giornata Internazionale con diverse iniziative: illuminazione di rosso della facciata del Palazzo dell’Istruzione, flash-mob organizzato in collaborazione con l’Istituto Superiore R. Rossellini, una mostra con i lavori delle studentesse e degli studenti che hanno partecipato al Concorso nazionale “Il nuovo codice rosso-Prevenzione e contrasto alla violenza di genere”.

Iniziative come il suddetto concorso, la celebrazione e partecipazione delle scuole e del ministero alla Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne sono sicuramente importanti, anzi necessarie e fondamentali, ma in più è necessario che l’educazione al rispetto si svolga quotidianamente, “ogni giorno dell’anno”, come ha sostenuto il Ministro in tale occasione. Essa dovrebbe essere fondata su progetti scientifici, interdisciplinari efficaci e continuativi, sottoposti periodicamente a monitoraggio. 

Mimmo Grillo, direttore dell’ISES a Gela negli anni Sessanta e Settanta