Gela ricorda ai giovani Salvatore Aldisio, a 60 anni dalla scomparsa

Gela ricorda ai giovani Salvatore Aldisio, a 60 anni dalla scomparsa

In Italia sono state 120 posizioni politiche che si richiamano alla Dc a causa, pare, di errori commessi quando la Dc di Martinazzoli ha deciso di chiudere battenti.

Ma chi ha raccolto l'eredità del partito cattolico? E qual è? Chi sono i padri fondatori? Cercando sulla rete si ha la percezione che sia stata cancellata la loro memoria. Salvatore Aldisio e Giuseppe Alessi, per citare i più noti, sono scomparsi. 

In questo contesto così confuso si colloca l’iniziativa assunta dall’Auser di Gela, presieduta da Emanuele Scicolone, che ha dedicato martedì scorso al teatro Eschilo una giornata a Salvatore Aldisio, nato e cresciuto politicamente a Gela, con  la presenza degli studenti dell’ultimo anno dei licei. Fattiva la collaborazione dei dirigenti scolastici Angela Tuccio (liceo Scientifico Vittorini) e Maurizio Tedesco (liceo Classico Eschilo).

Il compito di ricordare Aldisio, scomparso nel 1964, ex ministro della Repubblica, Alto Commissario della Sicilia postbellica, è stato affidato all’avv. Lillo Giardina (presidente del Centro Studi Aldisio), Ignazio Giudice (della segreteria regionale della Cgil), Don Pippo Costa (salesiano, esperto di Comunicazione, con diversi libri sullo statista gelese alle spalle), il prof. Salvatore Parlagreco (giornalista e scrittore) e il prof. Luciano Vullo (studioso, già preside del liceo Eschilo di Gela. Ognuno, con accenti diversi, ne hanno tracciato il percorso politico e parlamentare. 

Don Pippo Costa, in particolare, ha ricordato gli episodi salienti della vita di Aldisio, la sua adesione giovanile al Partito popolare italiano fondato da Luigi Sturzo, e la scelta aventiniana alla vigilia del Ventennio fascista, dopo l’uccisione del leader socialista Matteotti da parte del regime, il ruolo centrale assunto nella scelta autonomistica in un contesto turbolento caratterizzato anche dai venti separatisti, come la istituzione di una Consulta, incaricata di elaborare lo Statuto speciale della Regione siciliana.

Lillo Giardina si è soffermato su alcuni aspetti meno conosciuti dell’opera di, come la sua umanità, la propensione a stare dalla parte dei poveri e delle fasce deboli. Giardina ha espresso il rammarico che si sia perduta la memoria dell’uomo che ha dedicato anche grande parte del suo lavoro alla rinascita della città, uscita dalla guerra con le ossa rotte. 

Sulla presenza tangibile di Aldisio si è speso Ignazio Giudice ha ricordato alcune opere che portano la sua firma, come l’ospedale Vittorio Emanuele, il Villaggio Aldisio, il Palazzo di Città, la chiesa monumentale di San Giacomo, e l’intensa attività condotta da Aldisio alla vigilia della nascita del petrolchimico, insieme a Enrico Mattei. 

Intenso e appassionato l’intervento di Luciano Vullo, dirigente del Pci. Suo il ricordo di un uomo politico dotato di lungimiranza e di una visione chiara del futuro della sua città, che ha sposato la causa delle fasce più deboli della popolazione, del cristianesimo democratico, promotore della giustizia sociale, la solidarietà e la difesa dei valori cattolici

«È nostro compito assicurarci che questa eredità non venga dimenticata, ma piuttosto utilizzata come base per costruire un futuro migliore» – ha ricordato Salvatore Parlagreco, rivolgendosi particolarmente ai tanti giovani presenti.

A loro ha chiesto partecipazione e competenza, ed una forte “etica della responsabilità”. «Spetta ai giovani – ha aggiunto il giornalista – ispirarsi al messaggio dell’illustre gelese, meritarne l’eredità e creare le condizioni perché Gela riprenda il suo slancio evolutivo, fermato dalle complesse vicende dell’industria chimica e da una caduta di interesse dei governi nazionale e regionale».

Conclusi gli interventi programmati, i relatori si sono sottoposti ad una sfilza di domande da parte di un nutrito gruppo di studenti del liceo Classico Eschilo e del liceo Scientifico Vittorini, mostrando interesse e voglia di cambiamento.