La Biblioteca Invisibile/ Per un’altra pedagogia

La Biblioteca Invisibile/ Per un’altra pedagogia

In questo suo libro-manifesto, la pedagogista gelese Elena Sorrentino sfida coraggiosamente i paradigmi educativi consolidati, proponendo un rivoluzionario approccio alla descolarizzazione supportato dall'avanzamento delle tecnologie dell'informazione e delle intelligenze artificiali.

Il breve volume si compone di un'introduzione provocatoria, tre capitoli focalizzati su aspetti chiave di una possibile riforma educativa e una conclusione che invita a un'azione concreta.

Nell'introduzione, Sorrentino lancia una critica incisiva al sistema educativo italiano, identificando nelle sue strutture tradizionali un ostacolo significativo al vero apprendimento.

L'autrice osserva come la rigidità e l'uniformità della scuola italiana sopprimano la curiosità naturale degli studenti e li allontanino dall'apprendimento autentico, guidato dal desiderio intrinseco di scoprire ed esplorare. Attraverso esempi e dati, la pedagogista mette in luce le principali lacune del sistema: dall'iper-standardizzazione degli esami e dei curricula, che non tengono conto delle diverse capacità e passioni degli studenti, alla mancanza di flessibilità nel metodo didattico, che raramente si adatta ai bisogni individuali o incoraggia un pensiero critico e creativo.

 L'adesione acritica ai dettami del mercato del lavoro, poi, fa il resto. Riprendendo le idee rivoluzionarie del pedagogista e scrittore austriaco Ivan Illich (1926-2002) sulla descolarizzazione, Sorrentino suggerisce che oggi, con lo sviluppo galoppante delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione (TIC) e delle intelligenze artificiali, abbiamo l'opportunità di superare queste barriere.

L'autrice propone un radicale ripensamento dell'educazione che privilegi l'autodidattismo supportato dal web, in un sistema in cui l'apprendimento sia personalizzato e diretto dallo studente stesso, piuttosto che imposto dall'alto.

Nel primo capitolo, "Oltre la scuola. La chance per la descolarizzazione", Sorrentino approfondisce il concetto di descolarizzazione, sottolineando la sua attualità e fattibilità in un'era dominata dalle tecnologie avanzate, e inizia con una definizione incisiva che pone le basi del suo argomento: "La vera educazione, come la libertà, è un atto di liberazione personale; non si trova confinata nelle aule, ma nel desiderio incessante di esplorare e interagire con il mondo" (p. 15).

L'autrice procede con una revisione critica delle origini della descolarizzazione, attingendo direttamente dalle teorie di Ivan Illich, che descrive come visionario per il suo tempo: "Illich ha previsto che liberarsi delle istituzioni scolastiche avrebbe aperto la strada a forme di apprendimento più autentiche e individualizzate, possibilità che ora possiamo realizzare pienamente grazie all'avvento dell'IA e del digitale" (p. 17).

Sorrentino quindi discute come, nonostante le proposte di Illich fossero troppo avanzate per il suo tempo, oggi possiamo vedere la loro realizzazione pratica grazie soprattutto alla proliferazione delle (TIC). L'autrice presenta dati e ricerche per sostenere questa tesi, evidenziando il successo di piattaforme di apprendimento online personalizzato che utilizzano le IA per adattarsi ai bisogni e ai ritmi di ciascuno studente: "Con strumenti che adattano il loro approccio in tempo reale, basandosi sui feedback continui dell'utente, l'educazione può finalmente diventare un servizio personalizzato e non un imposizione generica" (p. 22).

Sorrentino conclude il capitolo riflettendo sulle implicazioni pratiche della descolarizzazione, non solo per gli individui ma per la società nel suo complesso. Sollecita una riconsiderazione radicale del ruolo delle istituzioni educative tradizionali e del loro impatto sullo sviluppo personale e professionale: "Dobbiamo chiederci se le scuole servono veramente gli interessi degli studenti o se semplicemente perpetuano un sistema obsoleto e classista che limita più di quanto liberi" (p. 30).

Nel secondo capitolo, "Tecnologia e autodidattismo", Sorrentino esplora il ruolo trasformativo delle tecnologie, in particolare delle intelligenze artificiali generative, nel facilitare un autodidattismo efficace e accessibile. L'autrice inizia con una riflessione provocatoria sulla natura dell'autodidattismo: "L'autodidattismo non è semplicemente l'apprendimento da soli, ma un processo profondamente personale di scoperta e curiosità che può essere magnificamente potenziato dalla tecnologia" (p. 35).

L’autrice utilizza questa premessa per introdurre il concetto di "ambienti di apprendimento personalizzati", dove le IA sono impiegate per creare esperienze educative su misura per gli interessi e le capacità di ciascun individuo. Illustra in dettaglio come queste tecnologie siano capaci di analizzare enormi quantità di dati per fornire contenuti didattici che si adattano in tempo reale alle risposte e alle preferenze degli utenti: "Gli algoritmi di apprendimento possono ora predire quali argomenti catturano l'attenzione degli studenti e presentare il materiale in modi che massimizzano l'engagement e la comprensione" (p. 42). L'autrice discute anche dei successi di piattaforme educative online che utilizzano IA per offrire corsi che vanno oltre i tradizionali curricoli scolastici, permettendo agli utenti di seguire le loro propensioni in maniera strutturata e supportata.

Citazioni da studi di caso specifici aggiungono peso ai suoi argomenti: "La personalizzazione non è solo una questione di comodità; è una rivoluzione nell'accesso all'istruzione, rendendo l'apprendimento profondo accessibile a chiunque abbia una connessione internet" (p. 50). Verso la fine del capitolo, Sorrentino affronta le potenziali sfide etiche e pratiche dell'uso delle IA nell'educazione, come la privacy dei dati e il rischio di dipendenza tecnologica. Tuttavia, sottolinea che questi problemi possono essere gestiti attraverso politiche e pratiche informate che mettono al primo posto il benessere degli utenti.

Nel terzo capitolo, "Strutture educative alternative", viene esaminata una varietà di strutture educative alternative che emergono come risultato della crescente integrazione delle tecnologie, in particolare l'intelligenza artificiale, nei processi educativi.

Il capitolo inizia con una constatazione carica di implicazioni: "Le strutture educative tradizionali sono state concepite in un'epoca molto diversa da quella attuale; oggi, abbiamo l'opportunità di ripensarle completamente per adattarle alle esigenze di una società guidata dall'innovazione e dalla personalizzazione" (p. 65). Sorrentino descrive diversi modelli di istruzione che si stanno affermando come alternative valide al sistema scolastico convenzionale.

Uno di questi è il modello delle "scuole senza scuola", in cui l'apprendimento avviene in ambienti non tradizionali come spazi comunitari, sia reali che virtuali. L'autrice cita esempi di successo in cui questi ambienti hanno promosso un coinvolgimento e una motivazione maggiori tra gli studenti: "Nei laboratori comunitari sparsi in tutto il mondo, giovani appassionati di tecnologia si riuniscono per imparare l'uno dall'altro, guidati non da un curriculum prestabilito, ma dalla loro curiosità e dalle sfide pratiche che intendono risolvere" (p. 72). Il capitolo prosegue analizzando il ruolo degli educatori in queste nuove configurazioni.

Sorrentino sostiene che, mentre il ruolo tradizionale dell'insegnante come detentore del sapere viene meno, emerge una nuova figura: quella del facilitatore o del mentore, il cui compito principale è supportare l'apprendimento autonomo degli studenti e stimolare il loro pensiero critico.

Infine, Sorrentino discute le sfide pratiche di implementare queste nuove strutture, come la resistenza culturale e la necessità di politiche educative aggiornate che riconoscano e supportino varietà di approcci all'apprendimento, e conclude con un appello aperto alla collaborazione tra tecnologi, educatori e policy maker: "Per realizzare il potenziale di queste nuove strutture educative, è essenziale un impegno collettivo verso la sperimentazione e l'innovazione in campo pedagogico" (p. 88).

Nelle considerazioni conclusive, Sorrentino riassume efficacemente i punti chiave discussi nei capitoli precedenti, riflettendo sull'impatto potenziale di una riforma educativa radicale guidata dalla descolarizzazione e dall'uso intelligente delle tecnologie e difendendo la necessità di un cambiamento epocale: "Abbiamo esplorato insieme un panorama di possibilità che potrebbe non solo trasformare il modo in cui apprendiamo, ma anche come viviamo e interagiamo nella nostra società tecnologicamente avanzata" (p. 95).

L'autrice sottolinea che, sebbene le tecnologie come le IA generative offrano strumenti straordinari per personalizzare e arricchire l'esperienza educativa, il successo di tali innovazioni dipende dalla volontà di adottare approcci pedagogici che valorizzino l'autonomia e la curiosità dell'individuo. Sorrentino invita a considerare la descolarizzazione non come una negazione dell'importanza dell'educazione, ma come un modo per renderla più pertinente, efficace e inclusiva: "Il fuoco che alimenta l'apprendimento non si accende con la costrizione, ma con la libertà di esplorare, sperimentare e sbagliare" (p. 99). Infine, l'autrice chiama all'azione tutti gli stakeholder coinvolti — educatori, tecnologi, politici, genitori e studenti — a partecipare attivamente al processo di trasformazione educativa.

Propone un dialogo continuo e aperto tra tutte le parti interessate per sviluppare un sistema educativo che sia calibrato sulle esigenze dell'individuo: "Dobbiamo lavorare insieme per costruire un ambiente educativo che non solo prepari gli studenti al futuro, ma che li ispiri anche a costruirlo attivamente" (p. 104).