L’Europa che non c’è

L’Europa che non c’è

Ho più volte espresso la mia delusione assistendo al teatrino dei capi di stato e di governo europei che s‘arrogano un potere rappresentativo dell’Europa che non hanno.

Le bombe su Kiev mi hanno rafforzato l’idea che così l’Europa non esiste. Gli attuali governanti europei hanno tradito i fondatori dell’U.E. Mi sovvengono i bombardamenti della Francia sulla Libia di Gheddafi, per scalzare l’Italia dalle posizioni che aveva acquisito, con l’esito che oggi la Libia è spartita tra Erdogan e Putin. Non c’è dubbio che l’Europa sin dall’inizio si sarebbe dovuta creare per gradi, ma quella di un così lungo ristagno non era previsto. Né è più procrastinabile.

È mio convincimento che se l’Europa avesse un briciolo di esercito, Putin non avrebbe fatto il cane arrabbiato e vorace contro l’Ucraina. Anche i lupi temono i cani dei pastori sull’Aspromonte.

Mi sono sembrati patetici i tentativi di Macron presso Putin. Con quale forza rappresentativa. Per caso la grandeur? E così valga per Draghi, e per ciascun altro capo di governo d’Europa. Come se la Cina, la Russia, l’Usa fossero degli staterelli di nessun peso politico, economico e strategico.

Quando gli Usa sono costretti ad attenzionare l’area del Pacifico, e di Taiwan, l’Europa non può pretendere di scaricare su questi tutte le tenzioni sui confini dell’est europeo. Circostanza evidenziata ancor più dalle manifestate intenzioni espansive della Russia, di voler restaurate l’Unione sovietica. Non appare improbabile, che una volta occupata (così andrà a finire) l’Ucraina, si fermerà e non si riterrà legittimata ad estendere gli artigli sugli altri stati ex Unione sovietica. Si dichiarerà disposto a trattare solo dopo aver completato l’invasione: a gioco ormai fatto, a bocce ferme solo apparentemente.

Su vari fronti si sta ripensando a un rilancio dell’Europa. Ne ho già scritto qualcosa in passato, sostenendo che l’Europa deve divenire Nazione. Lo consente la storia, la cultura, la geografia, l’economia, la moneta unica. E infine la geopolitica. 

Cosa manca allora? Manca un esercito, che, beninteso, non si può creare dall’oggi al domani. Non possiamo creare la grande armata della Russia, né la potenza militare degli Stati Uniti o della Cina. Ma se non si comincia a marciare non s’arriverà mai alla meta. Molto deve cambiare in Europa. Il parlamento europeo deve emanare leggi in determinate materia, come la difesa unitaria del territorio, ai quattro lati. Inoltre deve parlare con una sola voce, in una crisi, o guerra, attuale ai confini tra Russia e Ucraina.

L’Europa pagherà un prezzo altissimo, proprio per questa voglia di presentarsi ognuno con la piantina del suo orticello.

Se esaminiamo la storia dell’unità d’Italia, scopriamo che per l’Unione Europea si stanno riscontrando le medesime difficoltà. L’Italia una non c’è mai stata. Neppure adesso. È da poco che gli italiani manifestano l’omologazione delle varie culture regionali.

Se non c’è la finalità che occorre eleggere una lingua ufficiale, creare un esercito unico, avere una politica estera unica, attendiamoci di non valere alcunché sul piano strategico internazionale, e attendiamoci l’applicazione da parte di altri del divide et impera.

Un esercito unico non costituisce necessariamente una forza aggressiva, anzi può contribuire al mantenimento di una pace sicura e duratura. Si vis pacem, para bellum.

L’Europa non può fare a meno ormai d’un ministero degli esteri, d’una forza in difesa dei confini comuni su terra e su mare, e nell’aria.

E allora, ne parliamo pur convinti che non serva a nulla… Chi rappresenta chi scrive…? Nessuno. Ma esternare il proprio modo di pensare e di sentire, in un momento così particolare, per quei sacrifici che ci stiamo attendendo, può rappresentare uno sfogo utile… uno scambio d’idee… Vale se è vero che su Facebook ci perdiamo ad emettere sentenze di nessun valore e di poco rilievo… un passatempo. Meglio perdere qualche minuto su problemi che ci coinvolgono tutti, grandi e piccoli, potenti e quisque de populo, ricchi e poveri, giovani e vecchi, future generazioni.

Certo sono ben cosciente che mi si potrebbe ridere dietro… ma posso affermare che se qualcuno o un gruppo che vale, sulla scorta di quel che ho scritto, volesse creare un Movimento per un’Europa Nazione, mi troverebbe, entusiasta sostenitore… al seguito.

Il comportamento della Russia di Putin, avvalora queste tesi, e da più parti si sta sostenendo, sempre con più forza, la tesi d’una difesa unica europea e la modifica della costituzione. Se Putin non rappresenta tutti i cittadini russi (vedi proteste contro l’aggressione dell’Ucraina), la storia c’insegna che – prima ancora dall’epoca zarista, e dopo con l’avvento del comunismo di Lenin e di Stalin – che non è stata mai attuata la democrazia.

Il comunismo ha imposto con la menzogna e con la propaganda demagogica un regime fatto di persecuzioni, di eliminazioni dei dissidenti (e anche dirigenti comunisti) nel nome dell’infallibilità dell’ideologia. All’epoca di Stalin in Inghilterra si sosteneva che ‘Uno può continuare a sorridere ed essere un furfante’.

Riuscirono a imporre idee errate con la diffusione della menzogna anche nel mondo occidentale, tra scrittori, politici, statisti, imprenditori (anche negli Usa), fino alla caduta del muro di Berlino… Ma dobbiamo farci prendere in giro ancora oggi? (Robert Conquest – Il Secolo delle idee assassine – 2001).