Ma davvero siamo una città legale e antimafiosa?

Ma davvero siamo una città legale e antimafiosa?

Gela. Una realtà abbandonata da Dio e dagli uomini, negli ultimi trent'anni si è assistiti alla desertificazione del centro storico, abbandono del corso, e perdita di posti di lavoro in tutti i settori, migliaia di famiglie sono emigrate alla ricerca di una vita normale.

Una città dai record negativi non ha un porto, non ha autostrada, non ha ferrovia, non ha turismo, non ha un ospedale degno di questo nome, non ha sedi distaccate di università pubbliche, ha un debito di 150 milioni di euro, è tra il uoghi più inquinati d'Europa.

La città è irreversibilmente e permanentemente in involuzione, deflazione e decrescita; basta farsi una passeggiata per le strade semi-deserte per constatare i visi tristi e cupi dei gelesi, i pochi negozi rimasti in centro sempre vuoti. Tre sono le categorie sociali che resistono: pensionati, impiegati statali, criminali di bassissimo livello. I più fortunati scappano o scapperanno dal nulla per dare un futuro ai propri figli. 

Gela è un sasso lanciato in un lago per quanto sprofondi nell'acqua non tocca mai il fondo, continua ad andare sempre più giù. 

Da sottolineare le fantastiche retate che si susseguono ogni trenta giorni con elicotteri, volanti nuove di zecca, centinaia poliziotti, agenti anti-esplosivi; un meraviglioso cortometraggio poliziesco; più che un blitz un rastrellamento stile paese sud americano alla ricerca dell Escobar di turno

Gela più che una città europea è una giungla, ognuno fa ciò che vuole, dice ciò che vuole, si comporta come vuole... Qualcuno potrebbe pensare "allora è democratica", tutt'altro; il professionista che opera a Gela sa che deve lavorare tre volte il collega del nord e non avere gratificazione, a sua volta deve adattarsi... Una volta si diceva che la città fosse omertosa. Nulla di più errato.

Le elezioni comunali sono sempre più vicine a vincerle saranno sempre gli stessi, quelli che non hanno credibilità, sono ridicolizzati sui social, sono indagati, prosciolti, "prescritti", o condannati. Ma vincono sempre loro da trent'anni.

Però siamo la città della legalità e dell'antimafia. 

Francesco Agati