La città e la politica unita hanno risposto al richiamo dell’Ados e del dott. Di Martino

La città e la politica unita hanno risposto al richiamo dell’Ados e del dott. Di Martino

Quella di domenica scorsa 30 settembre è stata una giornata di quelle da ricordare, di quelle che non se ne sono mai viste o quasi a Gela.

Una città, un popolo, unito e compatto, orgoglioso, battagliero e convinto, sceso in piazza per difendere il diritto alla salute delle donne e non solo, una manifestazione pacifica e partecipata, per avere all’ospedale Vittorio Emanuele la Breast unit, il reparto di senologia, pienamente funzionante. Ad organizzarla l’Ados, l’associazione donne operate al seno, con la collaborazione di tutto il mondo del volontariato e del Cesvop, la solidarietà e la partecipazione delle associazioni e dei cittadini dei paesi viciniori, con sindaci, amministratori, medici, professionisti, politici di ogni partito e colore, perché – come più volte ribadito nel corso della giornata – il cancro non guarda in faccia nessuno –. Presente anche l’ex sindaco di Gela Domenico Messinese, che insieme alla moglie si è unito alla folla in segno di solidarietà.

A guidare il corteo, formato da un fiume di persone, donne, uomini, giovani e meno giovani, che partito dall’ospedale è giunto in piazza Umberto, il dott. Giuseppe Di Martino, responsabile dell’unità operativa semplice di senologia e Grazia Lo Bello, l’anima dell’Ados-Gela, da sempre al suo fianco in questa lotta per la Breast unit. Tra gli animatori del corteo Luigi Paci, operatore sanitario. Un turbinio di voci e colori – le magliette delle associazioni di volontariato – e fra tutte quelle arancione, simbolo dell’Ados. Niscemi, Licata,Vittoria, Mazzarino, Caltagirone, Catania, Palermo, Butera, Piazza Armerina, Enna, San Cono e anche Brindisi. Tutti presenti a manifestare, attorno ad un unico obiettivo: la Breast unit.

«Con questa manifestazione – ha detto il dott. Di Martino quando il corteo è giunto in piazza – siamo riusciti a far partecipare i cittadini alla gestione della nostra salute. Sono contento di vedere qui i sindaci delle altre città, ciò dimostra che si è compreso che solo se mettiamo insieme le forze, se si coopera, possiamo sconfiggere questo male. É da 20 anni che diciamo che il tumore alla mammella può essere sconfitto se lo intercettiamo quando è al di sotto di un centimetro. Questo si può fare solo con le “armi” adeguate. Noi vogliamo prendere per mano le nostre donne e portarle dalla diagnosi precoce alla terapia e alla guarigione. L’obiettivo è la mortalità zero».

Prevenzione quindi la parola magica, ma anche cure adeguate e reparti ben attrezzati sul territorio, in cui è alta l’incidenza della malattia tumorale. L’unità senologica semplice attualmente attiva nel nostro ospedale ha tutte le carte in regola per poter essere trasformata in complessa, ma necessita di medici dedicati che possano essere disponibili ogni giorno e non in convenzione come accade oggi; il dott. Di Martino che presta servizio anche nel reparto di chirurgia generale deve potersi dedicare a tempo pieno alla senologia, così come è importante avere radiologi dedicati, chirurghi plastici, anatomopatologi. Attualmente collaborano alla senologia i dottori Cangemi, Lauria, Territo, oltre alle volontarie dell’Ados e Grazia Lo Bello.

Si attendono da troppo tempo le risposte da parte della politica, della direzione sanitaria provinciale, del governo regionale. Alla “camminata” non poteva mancare Marcella Santino, direttore sanitario dell’Asp, che ha sottolineato l’impegno delle istituzioni per la senologia di Gela, per rispondere alle esigenze sottoposte dal dott. Di Martino in questi anni, che entro un mese – questo l’impegno della Santino – vedranno finalmente risposta.
Da lì il corteo si è spostato al Teatro Eschilo, dove si è parlato anche di prevenzione, con testimonianze, interventi della politica e delle istituzioni e con grande partecipazione popolare.

 A teatro, la voce degli addetti ai lavori

Al Teatro Eschilo sono state approfondite le ragioni della manifestazione. Hanno parlato politici locali, provinciali e regionali, sindaci e le donne dell’Ados.

Emanuele Tuccio, dirigente settore Urbanistica, in rappresentanza del Commissario straordinario del Comune di Gela Arena, ha assicurato il sostegno dell’amministrazione a tutte le iniziative che verranno organizzate per la Breast unit.
Marcella Santino, Direttore sanitario Asp CL: «Gela ha pagato un prezzo molto alto in termini di prevenzione, merita un risarcimento per la salute dei cittadini, essendo un’area ad alto rischio ambientale. Credo molto nella prevenzione, invito quindi la cittadinanza a sottoporsi ai 3 screening attualmente attivi».
Massimiliano Conti, sindaco di Niscemi: «La manifestazione di oggi è una lezione di civiltà data ai politici, alle istituzioni. Dobbiamo superare il campanilismo e spalmare su tutto il territorio l'offerta sanitaria a favore dei cittadini».
Giuseppe Vincenti, presidente del consiglio comunale di Mazzarino: «Invito gli organi preposti a dare concretezza alla breast unit. Noi non ci fermeremo, tutti uniti faremo barricate».
Francesco Cappello, deputato all’Ars M5S, vice presidente commissione Sanità: «Questa giornata è una lezione di civiltà data alla politica, all'Asp di Caltanissetta e a tutti coloro che rinviano le decisioni, ma il tempo del rinvio è finito».
Giuseppe Arancio, deputato Pd all’Ars: «Il popolo di Gela si è unito al dott. Di Martino e alle donne dell'Ados in questa battaglia per la breast unit. Ho sempre creduto nella cittadinanza attiva e nelle associazioni. E' il momento giusto per ottenere ciò che da tempo la città rivendica».
Nuccio Di Paola, deputato M5S all’Ars: «Avviare la breast unit per servire tutto il sud della Sicilia. Il dott. Di Martino ha lottato anche per questo».
Pietro Lorefice, senatore M5S: «Con questa giornata abbiamo dimostrato che i cittadini del sud possono fare rete. Rimaniamo uniti per un impegno comune, io sono a disposizione: la vertenza è sul tavolo del ministro della Sanità Giulia Grillo».
Grazia Lo Bello (presidente Ados): «Il cancro non ha colori politici. La nostra lotta non finirà. Se fra un mese, così come ha promesso la dott.ssa Santino, non avremo ottenuto ciò che chiediamo, mi incatenerò davanti l'ospedale».
Dina Guarnaccia (volontaria Ados): «La senologia ha bisogno di medici dedicati, non più in convenzione, come è stato fino ad oggi. Se non otterremo ciò che ci è stato promesso tra un mese ci incateneremo a Palermo».
Sono seguite testimonianze di un uomo e di una ragazza operati al seno.
Pietro Di Dio, ex dipendente Raffineria Eni, da 35 anni vive al nord: «Due anni fa mi sono accorto di avere un tumore al seno e sono stato operato. Chiedo maggiore informazione per gli uomini perché anche noi possiamo essere colpiti da questa patologia».
Evelyn Pace, 30 anni. «Occorrono tempi più celeri per le diagnosi perché le liste di attesa per i controlli sono lunghe. Vorrei che venisse abbassata l’età per sottoporsi agli screening».
Valentina Territo, chirurgo senologo: «Ringrazio le volontarie che ogni giorno stanno accanto alle donne malate. Abbiamo bisogno di un’unità complessa dipartimentale con medici dedicati, chirurghi senologhi, un chirurgo plastico, un radiologo, un anatomopatologo, che ci accompagnino in questo percorso».
Giuseppe Di Martino, medico responsabile senologia: «A Gela operiamo 120-150 tumori l'anno, facciamo tanti interventi, tanti quanti i reparti degli ospedali più grandi, come quelli di Palermo o Catania. In questa lotta per la Breast unit abbiamo sempre creduto e la nostra battaglia non si fermerà qui. Da 20 anni ci battiamo con lacrime e sangue per avere la chirurgia dedicata, un mammografo digitale. Collaborano con noi il dott. Grasso e il dott. Cangemi, anatomopatologhi molto competenti ma in convenzione. Riusciremo a raggiungere il nostro obiettivo, ad avere medici dedicati e sempre presenti nella struttura. Noi vogliamo sconfiggere il cancro, non ci interessano le beghe politiche».