L’urlo del Danubio, viaggio sui binari della memoria storica, come spunto al Majorana di Gela per una riflessione sulla Shoah

L’urlo del Danubio, viaggio sui binari della memoria storica, come spunto al Majorana di Gela per una riflessione sulla Shoah

La Giornata della memoria del 27 gennaio sin dalla sua istituzione nel 2000 come manifestazione nazionale per ricordare lo sterminio e le persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici italiani nei campi nazisti è stata da subito una tappa fondamentale della vita scolastica dell’Istituto Majorana.

Mercoledì scorso quindi gli studenti di tutte le quinte classi e i loro docenti l’hanno celebrata incontrando in modalità telematica la prof.ssa Marinella Tumino, siciliana, autrice del libro “L’urlo del Danubio – Viaggio sui binari della memoria storica”, un viaggio interiore dell’autrice su un treno immaginario ai campi di concentramento. L’evento è stato anche l’occasione per riflettere sul pericolo che il diffondersi del clima di odio e di intolleranza può provocare nel mondo. 

Presenti le proff. coordinatrici delle classi: Sonia Madonia, che ha moderato gli interventi, Vincenzo Crapanzano, Laura Munna, Debora Malandrino, Sabrina Buscemi, Alessandra Scimone. La dirigente prof.ssa Carmelinda Bentivegna ha dato il via alla conferenza, sottolineando l’importanza dell’iniziativa, in quanto solo attraverso il ricordo di fatti così tragici può impedire che possano riaccadere. 

«Per questo invitiamo gli studenti e i docenti ad approfondire sempre queste tematiche – ha detto la dirigente –. I nostri studenti hanno realizzato a tal scopo dei lavori multimediali molto originali e curati traendo spunto dalla lettura del libro della scrittrice, migliorando così le loro competenze nell’ambito di una scuola attiva. Perché la scuola non deve essere solo trasmissione di saperi. I luoghi riferiti nel libro – ha continuato – ho avuto modo di visitarli e vi assicuro che si provano emozioni talmente forti da rimanere attoniti e tristi e ci si chiede come sia stata possibile tanta disumanità nei confronti dei propri simili». 

Oltre all’autrice del libro, sono intervenute la dott.ssa Sabrina Pulvirenti, dell’ufficio scolastico provinciale e la prof.ssa Lina Orlando, titolare di una libreria in città. Nel suo intervento la dott.ssa Pulvirenti ha rivolto un accorato invito agli studenti e ha messo in evidenza quale debba essere il compito dei docenti: 

«Bisogna essere critici, non lasciarsi assuefare da atteggiamenti che apparentemente sembrano innocenti – ha sottolineato –. Compito dei docenti è quello di mettere in allarme le giovani generazioni riguardo a questa assuefazione che dalle piccole cose può portare a quelle più grandi. Il giorno della memoria serve per onorare i milioni di morti a causa dell’odio razziale, una scusante per sopraffare quanti considerati inferiori, diversi, ma che maschera fallimenti di altra natura».

L’ex docente di francese ha citato l’espressione “Homo homini lupus” derivante dall’Asinara di Plauto e usata anche dal filosofo Hobbes, per connotare quella che è la natura egoistica dell’uomo, che, diversamente dai lupi, combatte contro i suoi simili per il gusto crudele della sopraffazione. 

La prof.ssa Orlando, nel plaudire le scuole che organizzano manifestazioni per ricordare lo sterminio degli ebrei nei lager ha sottolineato che ogni giorno  dovremmo celebrarne il ricordo e che i pericoli di una recrudescenza dell’odio razziale sono accanto a noi. 

«Voglio ricordare Elisa Springer, (scrittrice austriaca naturalizzata italiana di origine ebraica, autrice di memorie sulla sua esperienza di deportata al campo di concentramento di Auschwitz e testimone della Shoah italiana – ndr) che ho avuto modo di conoscere poco prima che morisse e di ascoltare ciò che aveva vissuto. Per me un’esperienza indimenticabile».

E’ stata la volta poi dell’alunna Greta Guerrieri (V Figurativo) che ha presentato la scrittrice: docente di italiano storia a Ragusa, dove è nata e vive, autrice di altri quattro libri.

«La giornata di oggi non deve essere dimenticata – ha detto Marinella Tumino –. Ricordare è un dovere civile e morale che va condiviso e supportato, la memoria è alla base della democrazia che deve essere sostenuta e difesa perché fragile. Voi giovani dovete essere i custodi della memoria storica e le candele per le generazioni future, perché l’oblìo e il negazionismo stanno avanzando prepotentemente».

Ha definito il suo libro “figlio di carta”; ha sottolineato l’importanza della lettura e della scrittura come forma di resistenza e di riflessione, per poter sopravvivere nei momenti bui della vita, come quello dei giorni nostri, segnati dalla pandemia. Un libro il suo frutto di studi e di ricerche approfondite, arricchito di volta in volta, ad ogni ristampa (ad oggi la terza) di nuove storie, come quella del campo di concentramento di Ferramonti di Tarsia, in Calabria. L’autrice ha avuto modo di conoscere due donne nate in quel campo, sopravvissute allo sterminio e ancora viventi.

Tra un intervento e l’altro sono stati proiettati 4 lavori multimediali che le classi hanno preparato per l’occasione, che hanno colpito per l’originalità, l’accuratezza e per la sensibilità che gli alunni hanno saputo dimostrare nella scelta sia delle immagini che delle rispettive didascalie, suscitando forti emozioni nei partecipanti. Particolare quello della V Arti figurative del Liceo artistico che nel video ha illustrato il saggio della scrittrice creando una sorta di booktrailer con diversi disegni, tra cui anche il ritratto dell’autrice realizzato da Greta Guerrieri e quello della V A servizi sociali per l’assistenza e la sanità, della V A Nautico (coordinatrice prof.ssa Malandrino) e quello della V design della moda, nel quale si è ricordato la Shoah attraverso la moda ebraica. Al termine del convegno alcuni alunni hanno rivolto domande alla scrittrice: Kevin Sammito (V Mat), Giulia Venuto, Vincenzo Biundo e Fabio D’Aleo (V Design moda).