La portualità gelese nel gioco dell’oca

La portualità gelese nel gioco dell’oca

Quello che si temeva, purtroppo, si è puntualmente avverato.

Ci hanno raccontato che il passaggio della portualità gelese all’interno dell’Autorità portuale della Sicilia occidentale ci avrebbe giovato perché finalmente ci liberavamo delle pastoie e delle lungaggini burocratiche sedimentate nella pubblica amministrazione regionale. Ma se dentro l’autorità portuale della Sicilia occidentale gli iter saranno magari più snelli e brevi - ci speriamo più che mai - la novità è che si ricomincia daccapo. 

Invero, sul tema della portualità, non è affatto una novità. E se anche lo fosse stato, non ci avrebbe sorpreso più di tanto perché lo avevamo già intuito ed anticipato. Di nuovo, riavvolgiamo il nastro. Rewind, come nei vecchi “hi-fi”.

E’ il gioco dell’oca proposto ripetutamente, sotto le mentite spoglie di vicende e personaggi che si sono succeduti negli anni, per gestire politicamente ed economicamente una problematica che affonda le proprie radici nel secolo scorso ed a cui non si vuole dare una soluzione, che apra una prospettiva di sviluppo futuro per questo territorio. Dopo tanti anni, infatti, non può più essere un dubbio: quella di mantenere nel limbo la portualità gelese è una precisa volontà politica. 

Il gioco è semplice e – evidentemente – funziona. Si parte ogni volta con grande entusiasmo e brillanti aspettative, lungo un percorso che nelle fasi iniziali non presenta particolari ostacoli. Ma poi l’iter diventa frastagliato e capita sovente di retrocedere, ovvero di restare sospesi, fermi, per diversi giri come quando ti imbatti nelle caselle speciali del gioco dell’oca. Fino a giungere a quel un punto di non ritorno, la famosa casella dello “scheletro”, la n. 58 del gioco, che ci fa tornare all’inizio e ripartire! 

Ad ammetterlo è lo stesso primo cittadino, Lucio Greco, dopo la visita istituzionale a palazzo di città del presidente dell’Autorità Portuale della Sicilia Occidentale, Pasqualino Monti.

Nell’aula consiliare si è fatto il punto sullo stato dell’arte del Porto isola e del Porto rifugio, due infrastrutture che tutta la città attende e che per decenni sono rimaste nel degrado e nell’abbandono. Monti ha annunciato investimenti graduali per il rilancio e la riqualificazione della portualità: 8 milioni di euro per il primo anno, 10 nel secondo e prime realizzazioni dal terzo per arrivare a tagliare i primi, importanti, traguardi dopo cinque anni. 

«Purtroppo – ha confessato il Sindaco di Gela  si deve partire da zero o quasi, ma non è più possibile perdere tempo. Non è giusto nei confronti della portualità in primis, che merita di lavorare in condizioni di sicurezza e all’interno di una struttura moderna ed efficiente, e non lo è per un’intera comunità che sta cambiando pelle e che guarda, finalmente, al turismo come ad una nuova vocazione da assecondare, grazie alla riscoperta delle proprie ricchezze paesaggistiche e della propria storia, che ha lasciato un numero infinito di reperti e testimonianze.

Il nuovo porto rifugio dovrà essere aperto anche ai passeggeri, dovrà portare visitatori e turisti, e, in sinergia con l’Autorità e con la Regione, contiamo di avviare da subito questo lavoro enorme. Mi rassicura il fatto di sapere che, finalmente, grazie all’impegno della mia amministrazione, siamo nelle mani di una persona seria e competente, che sa quello che fa e come farlo».