Gino Alabiso, un gelese sognatore dalla Torre pendente

Gino Alabiso, un gelese sognatore dalla Torre pendente

L’uomo che da piccolo ebbe a nutrirsi di “pane e fuligine” nell’officina del padre, fabbro maniscalco a Terranova di Sicilia, oggi vive all’ombra della “torre pendente”, a Pisa, sta per varcare e in buona salute, la soglia dei cent’anni.


Stiamo scrivendo del prof. Gino Alabiso (nella foto), Maestro ed educatore delle Elementari, letterato e giornalista di “gran lignaggio”, i cui suoi articoli, pubblicati dai due quotidiani più diffusi – La Sicilia e Giornale di Sicilia – mettevano in rilievo le ataviche difficoltà di vita di noi isolani, o meridionali in genere.
Egli, classe 1920, continua a farci avere i suoi ricordi che stampa su fogli opuscolari e che, attraverso il suo grande amico, il mitico Franco Pardo, l’ideatore delle mostre fotografiche e degli antichi costumi di vita quotidiana di Gela, ieri Terranova, noi riceviamo periodicamente e gratuitamente.


Sono ricordi da appunti che il professore traeva dalle sua frequenti passeggiate lungo le antiche vie, viuzze, vicoli della sua amata Gela. Si leggono, finanche, autentici dialoghi in dialetto, ovvero il linguaggio autentico della sua gente, quella che con tanta sofferenza d’animo e corporea, si teneva “a galla” e teneva in piedi l’economia collettiva del paese.
Ed il prof. Alabiso, con la sua antica verve di scrittore autentico, non si stanca nel riproporre a noi, un tantino di lui più giovani, queste sue interessanti esperienze di vita vissuta, a Gela e dintorni. Ma lo fa, principalmente, perchè i nostri giovani, figli e nipoti, possano trarre spunti valutativi sulla vita oggi e quella dei loro padri, dei loro nonni.


Noi amiamo leggere i suoi scritti, piacevolmente scorrevoli, perchè piano e semplice è il linguaggio del nostro “vecchio” maestro. Tant’è che tutti noi aspettiamo con ansia la rituale telefonata di Franco Pardo, il distributore di fiducia, a Gela, dei preziosi nuovi opuscoli del prof. Gino Alabiso.


Egli sa di questa ripetuta nostra attesa, e con sua naturale compiacenza, con grande garbo e premura, ritorna al suo lavoro “mentore” a favore di tutti noi, ancora presenti, ancora a “battere” le strade della sua Gela e che furono un tempo anche sue, in quanto più attento che noi nell’osservare e nell’annotare realtà di accadimenti di vita vissuta, oggi non più esistenti.

Nicolò Passaniti