Politicamente scorretto/ Norme e parole incomprensibili

Politicamente scorretto/ Norme e parole incomprensibili

Fatta la legge, trovato l’inganno! E’ un proverbio che identifica la natura di noi italiani, sempre pronti (più o meno…) a rispettare le regole, ma attenti ad individuare, nelle norme, quelle falle che ci possono far comodo.

Mi ha molto divertito la trovata, geniale, di quell’esercente di Catanzaro che, rispettoso della norma che gli imponeva la chiusura del bar a mezzanotte, calava la saracinesca per poi riaprire un quarto d’ora dopo: questo perché la normativa del governo imponeva l’orario di chiusura ma nulla diceva in merito all’apertura.

Naturalmente è suonato il campanello d’allarme, tant’è che nell’ultimo Dpcm del 18 ottobre il governo ha specificato che l’apertura dei locali pubblici può essere dalle 5 alle 24.

La riflessione che faccio riguarda però la superficialità, l’approssimazione con le quali vengono scritte le norme da osservare; norme che sono praticamente incomprensibili, tranne che a qualche docente universitario di diritto o a qualche membro del Csm (ad esempio il buon Palamara).

Chi scrive queste norme, in genere funzionari degli staff governativi, dimentica che le norme devono essere comprensibili e chiare, non un esercizio per gli addetti del settore. Chiarezza che ormai non si vede neanche nei giornali e in televisione, dove ridicoli giornalisti si divertono ad abbondare in termini inglesi, anche quando esistono le corrispondenti parole italiane. E in questo vengono scimmiottati dai giornalisti di provincia, che cavalcano gli anglicismi per sembrare più “fichi”.

Poi ci sono, sempre a livello nazionale, quei giornalisti che amano la Spagna, e dicono “un murales” e “un vigilantes”. Ma benedetti ragazzi, non vi viene in mente neanche un attimo che la “esse” finale può essere indice di una parola plurale? In lingua italiana si dice “un murale” o “alcuni murales” (o meglio ancora “murali”), si dice “un vigilante” e “due vigilanti”. Per non parlare poi dell’orribile verbo “manutenzionare” (anziché il corretto “manutenere”) o “promozionare” al posto di “promuovere”.

Non voglio fare il professor Francesco Sabatini (nella foto) della situazione, ma salto in aria ogni volta che, in Tv, sento questi orribili errori. E sono saltato in aria, oggi, leggendo il testo dell’ultimo Dpcm di Giuseppi Conte: orribilmente illeggibile, un monumento alla pochezza espositiva. Ma questi abbiamo, e questo dobbiamo sopportare.