Bilancio di medio termine del Consiglio comunale

Bilancio di medio termine del Consiglio comunale

Sono oramai passati due anni e mezzo di mandato, caratterizzati per larga parte dall'epidemia covid.

Non può che iniziare da questo appunto, il colloquio che abbiamo intrattenuto con Salvatore Sammito (nella foto). Impiegato Inps, di idee politiche liberali, per chi non lo conoscesse, è stato il consigliere più votato nella coalizione di maggioranza alle ultime amministrative ed anche per questo votato dall’aula alla presidenza del Consiglio comunale: «sicuramente – ci racconta – sono stati due anni e mezzo diversi dal solito, per tutti noi.

Due anni e mezzo di impegni di tutto il consiglio comunale e dell’ufficio di presidenza, sia dal punto di vista sociale, con varie iniziative, in primis in termini di solidarietà ed altro ancora, sia dal punto di vista organizzativo e procedurale, con le sedute del civico consesso da posizione remota, a cui ci siamo dovuti adattare e ad un certo punto quasi abituare.

Purtuttavia, non è mancato il lavoro e la produzione di atti, come i debiti fuori bilancio, una serie di regolamenti approvati, il bilancio comunale, il piano triennale delle opere pubbliche. Deliberazioni, in definitiva, a cui siamo pervenuti pur con tutte le difficoltà causate dalla pandemia e che sono state effettuate a favore dell’amministrazione che le ha proposte e della cittadinanza su iniziativa dei consiglieri». 

Non sono mancati gli scontri in aula, tra i quali il più acceso è stato forse quello registratosi in occasione della formazione di nuove commissioni subentrate alle precedenti, con allargamento del numero complessivo delle stesse: «più che uno scontro acceso – spiega – è stato un caso gonfiato mediaticamente all’esterno da polemiche che, per carità, in politica ci possono stare.

E’ stata piuttosto una conseguenza di una serie di eventi a cascata che hanno creato delle fibrillazioni all’interno del consiglio comunale. Ad enfatizzare quanto accaduto è stata la circostanza che mi ha visto essere contestato da pezzi della maggioranza ma è proprio questa circostanza che dimostra l’imparzialità di un arbitro a cui può capitare di subire obiezioni dall’opposizione come dalla maggioranza.

Difficilmente si mette tutti d’accordo. Sul fatto specifico, la regolarità delle operazioni ha dimostrato l’onestà e la bontà, oltre che la neutralità e lealtà al ruolo, del mio operato. Se poi vogliamo entrare nel merito politico, le sette presidenze assegnate alla maggioranza su otto commissioni, tutto possono dimostrare tranne l’aver rotto gli equilibri all’interno della stessa maggioranza».   

Insomma, si sono manifestate alcune difficoltà, in un ruolo già delicato di suo, esercitato in un periodo moto particolare: «le difficoltà ci sono, ci sono state e – prosegue –  continueranno in futuro ad accompagnarci nel cammino. Lo avevo intuito e ne ero consapevole già prima di assumere la funzione, avendo fatto in passato il consigliere comunale. Ma si sa, nessuno nasce in un ruolo.

Si tratta di imparare ed apprendere di continuo per poi mettere in pratica, anche sulla base dell’esperienza che si acquisisce in corso d’opera. Affronterò, pertanto, le difficoltà che si presenteranno nella seconda metà del mandato con la serenità di chi è conscio che, con l’aiuto dei consiglieri, potremo porvi rimedio come abbiamo già fatto finora». 

All’indomani del voto amministrativo che ha visto la vittoria di Lucio Greco, Sammito era già nella squadra degli assessori, senza dimettersi da consigliere comunale, il che gli ha consentito di essere subito dopo eletto presidente del consiglio. Non potevamo esimerci, per quanto detto, dal chiedergli cosa ne pensasse dell'operato dell'amministrazione in carica: «da presidente del consiglio comunale – precisa – posso elaborare una valutazione compiuta dell’operato del civico consesso e non dell’amministrazione.

Spetta ai cittadini esprimere un tale giudizio, specie all’interno delle urne, come è nell’ordine delle cose, qualora al termine del mandato l’amministrazione si ripresentasse gli elettori per il bis.

Dall’esterno, posso solo dire che anche loro hanno dovuto affrontare un evento imprevisto ed imprevedibile come la pandemi covid, a cui nessuno era preparato. Mi sembra che la sufficienza, almeno, l’abbiano raggiunta. Qualora qualcuno poi dovese chiedermi sono possono fare meglio, risponderei di sì. Ci sono ancora due anni e mezzo per farlo o, quanto meno, lasciare traccia del proprio operato».   

In conclusione, si vocifera da tempo di una candidatura alle regionali che si terranno il prossimo autunno: «è vero – conferma – ho già dato la mia disponibilità a Forza Italia, partito di centrodestra a cui sono legato sin dalla sua nascita con la comparsa della cosiddetta seconda repubblica.

E’ una disponibilità a potermi spendere a favore della città e della provincia, anche a livello regionale, qualora la cittadinanza volesse concedermi al possibilità di servirla anche da deputato regionale e, ad oggi, confermo tale disponibilità. Stiamo lavorando insieme ad un gruppo di amici su Gela e sul resto della provincia, affinché questa potenziale candidatura possa prendere piede.

Staremo a vedere fra qualche mese in cui cominceremo a tracciare un linea per capire se al momento di presentazione ufficiale delle liste ci possa essere anche il mio nome. Anzi visto che siamo alla fine, nel ringraziarvi per lo spazio concessomi, colgo l’occasione attraverso il vostro giornale e ne approfitto per augurare ai miei concittadini un sereno natale».