E fu così che Lucio “il giusto” divenne Lucio “il temporeggiatore”

E fu così che Lucio “il giusto” divenne Lucio “il temporeggiatore”

Il consiglio comunale riunitosi l'ultimo giorno di maggio ha approvato tre debiti fuori bilancio nonostante i pochi voti favorevoli (solo 6) ed una maggioranza netta di astenuti.

Ciò perché la dott.ssa Patti, segretario generale dell'ente, ha finalmente riportato nei binari della correttezza l'interpretazione degli astenuti, cioè "presenti, ma non votanti". Fino al suo arrivo, la "Repubblica comunale di Gela" computava in aula gli astenuti anche ai fini della votazione, facendoli coincidere di fatto con i voti contrari, violentando la natura stessa dell'astensione, cioè un voto neutro, diverso dal voto contrario e dal voto favorevole. 

Dopo la riforma del regolamento interno del Senato, anche la "camera bassa" del parlamento italiano non ha più considerato gli astenuti come "presenti e votanti", allineandosi alla "camera alta" (dei deputati). Il consiglio comunale di Gela ha invece continuato a deliberare secondo questa modalità, in barba a manuali di diritto, sentenze della magistratura e persino la linea ministeriale secondo cui gli astenuti concorrono chiaramente alla formazione del "quorum strutturale" (numero legale), mentre sono palesemente esclusi dal calcolo del quorum funzionale (votazione). Quando in questi ultimi anni denunciavamo tale obbrobrio interpretativo perpetrato dal civico consesso gelese, venivamo tacciati di subire il fascino del "tecnicismo". 

Per quanto concerne gli atti più importanti all'ordine del giorno, la loro trattazione è saltata. Il “Regolamento per il Parco di Montelungo” è stato ritirato dalla Commissione proponente perché, secondo quanto ha svelato durante la seduta il presidente stesso della commissione, Salvatore Incardona, l’atto trasmesso alla presidenza, ai colleghi in aula e probabilmente agli organi per i loro pareri, era una bozza e non il documento definitivo su cui aveva lavorato la commissione. 

Parimenti, “Pef” e “Tariffe Tari” sono stati ritirati perché nel tardo pomeriggio era arrivata la risposta del ministero che ha confermato lo slittamento a fine giugno del termine per la presentazione del bilancio di previsione. Una comunicazione che ha tolto le castagne dal fuoco offrendo l'assist all'amministrazione per ritirare i due atti che erano stati inseriti in fretta e furia, integrati in coda all'ordine del giorno, in modo da approfondire alcune criticità presenti nei due documenti, riempiti per il pochissimo tempo a disposizione con una sorta di copia/incolla dai documenti dello scorso anno, peraltro corredati dal titubante parere di un collegio dei revisori messo letteralmente alle strette. 

Ma tutto il consiglio comunale è sembrato di nuovo spalle al muro con atti notificati nella stessa giornata della seduta. Soprattutto l'alleanza pro-Greco era chiamata ad una nuova, ennesima, prova di tenuta nonostante nei numeri non sia effettiva maggioranza e con l’aggravante di non essere mesa in condizione di prepararsi nei tempi dovuti. Sicché al sollievo si è affiancato il malumore che si è tradotto con qualche astenuto di troppo anche tra gli alleati del primo cittadino. 

In particolare i civici di "Una buona idea" e "Impegno comune" da settimane richiedono un confronto con il capo dell'amministrazione, il sindaco Lucio Greco (nella foto) non solo per capire nella fattispecie come abbassare le tariffe e migliorare i servizi, ma anche più in generale per valutare il reiterarsi di alcune condotte non certo "ortodosse" da parte di altri alleati, con tanto di indice puntato ai consiglieri di Forza Italia. 

Ad alimentare il fuoco della polemica sono state 3 interrogazioni presentate dal gruppo consiliare berlusconiano, dal tenore di una forza di opposizione piuttosto che di governo. E nella stessa giunta, secondo fortissime indiscrezioni di palazzo, il clima è stato tutt'altro che disteso, con l'assessore forzista di nuovo nell'occhio del ciclone. Per dirla tutta, tra i lealisti del sindaco e più precisamente nel movimento di riferimento del vicesindaco Terenziano Di Stefano, si è oramai insinuato il dubbio atroce di due pesi e due misure da parte del sindaco nei rapporti con gli alleati, con una predilezione del primo cittadino verso Forza Italia, tanto da invitarlo ad ufficializzare la sua appartenenza politica. Senza considerare che anche in merito alle esternazioni sulla vicenda Ipab, tra il sindaco e gli alleati si è evidenziata una decisa linea di demarcazione. 

Incalzato, Lucio Greco ha risposto ai civici di "Una buona idea" ed all’assessore in quota, ricordando che "le parole pesano come i sassi, ma in politica pesano come macigni. Per questo bisogna essere cauti, e usarle in modo appropriato per evitare di ottenere effetti contrari a quanto auspicato. I due consiglieri di una “Buona Idea”, Faraci e Sincero, durante la loro attività politica si sono comportati e hanno agito sulla base del loro libero convincimento e nel rispetto delle regole che si devono tenere in una coalizione di maggioranza.

Nessuno ha mai approfittato della loro sensibilità – ha proseguito - e mai, in nessuna occasione, si è chiesto di venir meno ai loro principi e ai loro convincimenti ideali. Se il vicesindaco vuole, invece, affrontare il comportamento di alcuni esponenti di maggioranza, che con le loro azioni stanno causando fibrillazioni e malessere, non dovrebbe mai dimenticare il suo ruolo e dovrebbe semmai usare modi e toni più efficaci e più adeguati alla gravità del momento". 

Con riguardo poi al comportamento dei due consiglieri di Forza Italia, "posso assicurare tutta la maggioranza - ha concluso Greco – di avere già informato i vertici del loro partito sull’impossibilità di continuare un rapporto di collaborazione, se non si assisterà ad un vero e radicale cambiamento nel modo di intendere l’appartenenza ad una coalizione. I fatti degli ultimi giorni impongono a tutti serietà, consapevolezza e grande senso di responsabilità». 

Insomma, solito comunicato stampa e solito colpo al cerchio ed alla botte. Più "giusto" di così, per "temporeggiare", non si può.