L’Approfondimento/ Idee confuse, si naviga a vista

L’Approfondimento/ Idee confuse, si naviga a vista

Quello del rischio dissesto è rimasto, ovviamente, l'argomento principale del dibattito politico anche durante questa settimana e, con tutta probabilità, rappresenterà il “leit-motiv” anche nelle settimane successive.

La relazione della Corte dei Conti ha messo a nudo un indebitamento ingente, che oscilla attorno i 100 milioni di euro. La reazione dell'amministrazione comunale, retta dal sindaco Lucio Greco, è stata quella di operare un clamoroso passo indietro rispetto alle misure correttive proposte dalla dirigente pro tempore al bilancio, dott.ssa Loredana Patti, in realtà - è sempre bene ricordarlo - assunta dal comune di Gela in qualità di Segretario generale. 

Alla luce della relazione della magistratura contabile, quindi, per il primo cittadino e la giunta, i correttivi proposti dalla dott.ssa Patti ora vanno bene e quella segnalazione fatta dalla stessa a dicembre, non è più intempestiva.

Invero, ai sensi del Testo unico degli enti locali (Tuel), proprio in ragione del quadro complessivo disegnato successivamente dalla Corte dei Conti, quella segnalazione ha di fatto anticipato i pesanti rilievi mossi dalla Corte ed evitato l’avanzare di un'ipotesi di "dissesto guidato" dalla stessa magistratura contabile, espressione di un organo a rilevanza costituzionale deputato anche al controllo, oltre che al giudizio sugli atti, in materia contabile. 

Che il sindaco sia poco lucido in un tale clima di confusione, lo dimostra l'aver chiesto in prima persona, senza permettere che fossero altri a chiederlo per conto suo, una norma regionale che consenta l'utilizzo libero delle royalties, sul quale risulta indagato accanto altri nell'ambito dell'inchiesta della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Gela, basata su un impianto accusatorio che rileva secondo la magistratura inquirente, diversi falsi in bilancio negli ultimi anni. 

Ad uscirne non bene, sicuramente, è chi ha fatto a gara per la primogenitura sullo sblocco delle royalties, anziché coalizzarsi in un fronte comune e chiedere magari un intervento regionale in aiuto ai tanti comuni in difficoltà finanziaria. D’altronde, che questa politica locale viva di competizione interna è arcinoto, figuriamoci se capace di unirsi fra loro e addirittura con rappresentanti di altri territori e collegi.

Ne è dimostrazione l'aver letteralmente ignorato i vantaggi in termini relazionali e diplomatici che potrebbero derivare da una presenza attiva della sesta città siciliana nell'ambito dell'Anci siciliano, le cui iniziative nel turismo, ad esempio, come in altre vetrine, sono tutte degne di nota ed occasione di sviluppo e marketing territoriale. 

Anzi “giusto” l'attuale sindaco è il simbolo di un machismo politico assolutamente inconcludente. I fatti parlano da soli. Una volta contro il gestore idrico, un’altra volta contro il gestore dei rifiuti, ora contro la Srr, ora contro la Impianti. Contro l'opposizione e via di seguito. Scontri a mezzo stampa, spesso degenerati in veri e propri litigi verbali, tipico di chi vuole dimostrare a tutti di non voler sottrarsi alla bagarre, di avere sempre e comunque la barra dritta, ma alla fine puntualmente con zero risultati in saccoccia.

E piuttosto quando c'è stato veramente da battagliare, basti pensare a come è stato ridotto durante il suo mandato l'ospedale di Gela, ha fatto per lo più da spettatore, ingabbiato da un patto elettorale, salvo svegliarsi dal torpore e ravvedersi, non appena quel patto elettorale è venuto meno.

Intanto la città presta il fianco. Aggressioni pubbliche, anche in pieno centro storico. Auto che tornano di tanto in tanto a bruciare nella notte. Un uomo nella sua abitazione minaccia di fare esplodere una bombola del gas. Delinquenza e disperazione tornano a braccetto. Il rischio emergenza è sempre dietro l’angolo.

Una questione tornata d’attualità e non a caso il gruppo locale di Italia viva ha chiesto un incontro in prefettura sulla sicurezza. Mentre proprio il prefetto di Caltanissetta, dott.ssa Chiara Armenia, cancella dall’albo la storica associazione antiracket, Gaetano Giordano. Un baluardo della lotta civica all’illegalità ed al malaffare che è di colpo crollato. Una notizia che fa male, molto male. Non inganni se apparentemente sembri passare inosservata.