Giorno della Memoria. Al Comprensivo "Verga" incontro con Ugo Foà, autore del libro "Il bambino che non poteva andare a scuola"

Giorno della Memoria. Al Comprensivo "Verga" incontro con Ugo Foà, autore del libro "Il bambino che non poteva andare a scuola"

Martedì scorso 10 febbraio in via telematica, l’Istituto comprensivo “Giovanni Verga”, diretto dalla prof.ssa Viviana Aldisio, ha organizzato, in collaborazione con la prof.ssa Lina Orlando, titolare di una libreria in città, in occasione della Giornata della memoria, il secondo incontro con un autore, riservato agli alunni della 5ª primaria e delle classi prime della superiore di I grado.

Il primo si è svolto il 2 febbraio con Antonio Ferrara, autore del libro “La Corsa Giusta” per gli alunni delle seconde e terze della secondaria.

La giornata ha visto come protagonista Ugo Foà, (nella foto) capo della comunità ebraica di Roma, oggi 93enne e il suo libro autobiografico “Ugo Foà, il bambino che non poteva andare a scuola – Storia della mia infanzia durante le leggi razziali in Italia” che gli alunni della Verga hanno avuto modo di leggere. La scuola, infatti, da sempre promuove la lettura come una opportunità per far conoscere ai ragazzi la Storia attraverso le storie raccontate da chi le ha vissute in prima persona.

«Sentire raccontare esperienze di vita vissuta direttamente dai protagonisti lascia una profonda impronta negli alunni, nella loro mente e nei loro cuori e sviluppa anche la loro capacità critica – ha detto la dirigente –. La memoria produce memoria. Per questo promuoviamo queste iniziative».

Il dott. Ugo Foà ha raccontato con un linguaggio semplice, a tratti commosso, la sua vicenda personale, vissuta nel lontano 1939 a Napoli, quando a 10 anni, da un giorno all’altro, gli fu negata la possibilità di andare a scuola per effetto delle leggi razziali, emanate dalla dittatura fascista. Il padre fu poi costretto ad emigrare in Africa per poter lavorare, così come il fratello maggiore (oggi quasi centenario) in America, subendo anche lo smembramento della famiglia, la paura della guerra, la fame e i problemi economici.

« E’stata un’infamia nei confronti degli italiani di religione ebraica – ha sottolineato –. Ne ho sofferto molto, così come il constatare che nessuno dei miei compagni si sia mai preoccupato di che fine avessi fatto. Ma ne ho capito le ragioni e in seguito ho avuto il piacere di incontrare qualcuno di loro».

Il piccolo Ugo e i suoi 4 fratelli poterono continuare gli studi seguendo lezioni di italiano e matematica, per poi sostenere gli esami come privatisti. Di quella esperienza un racconto molto toccante: «Subii una grande umiliazione: la presidente della commissione degli esami durante la prima prova scritta di italiano mi disse di sedermi all’ultimo banco, da solo, perché ero di razza ebraica». Ma ha anche ricordato con gratitudine ciò che le disse poco dopo: «Coraggio Foà, tutto questo passerà», per far comprendere agli alunni l’importanza della solidarietà umana, un dovere nei confronti del prossimo. 

Dopo la guerra, all’età di 15 anni, l’autore si è sentito finalmente libero di ritornare a scuola, ha frequentato il liceo e nessuno lo ha più etichettato come appartenente alla razza ebraica. 

«Le leggi razziali mi hanno rubato in 5 anni 1000 giorni di scuola che sento di recuperare quando incontro gli studenti per portare la mia testimonianza – ha sottolineato l’autore – è come assaporare quella vita scolastica che a 10 anni mi è stata negata. I momenti bui, la tristezza, sono stati superati grazie alla mia famiglia, al sostegno che ci siamo dati gli uni con gli altri, superando le prove più difficili». 

E’intervenuta la prof.ssa Orlando che ha elogiato gli alunni per la loro compostezza, l’attenzione e la partecipazione all’evento e ha manifestato la sua emozione nel constatare l’empatia e la dolcezza pedagogica dell’autore nel relazionandosi con i ragazzini, che avendo letto il libro, hanno rivolto tante domande interessanti all’autore. Tutte le prime classi  della secondaria di I grado sono state coinvolte: 1ª E, 1ª B, 1ª A, 1ª D; della primaria le classi 5ª B, 5ª A, 5ª D, 5ª C. Il prof. Giuseppe Bonaccorso ha coordinato i vari interventi.

La dirigente Aldisio ha avuto parole di ringraziamento per l’autore per la grande lezione d’amore offerta –: per la famiglia, per i compagni di scuola, per gli amici – ma anche di dolore, per ciò che ha subito da bambino e che dopo 40 anni ha avuto il coraggio di raccontare. Un invito infine agli alunni: avere sempre la voglia e l’interesse ad ascoltare, perché non si finisce mai di imparare.