Giovambattista Mauro: Valorizzare il patrimonio per attirare nuovi investitori

Giovambattista Mauro: Valorizzare il patrimonio per attirare nuovi investitori

Architetto, con tre anni di esperienza all’interno dell’amministrazione come presidente dell’organismo di Valutazione, l’assessore Giovambattista Mauro (nella foto), 49 anni, ha quattro deleghe, due operative e due di pianificazione:

al Territorio e al Patrimonio, alla Pianificazione strategica e alla perfomance. Queste ultime due sono una novità assoluta per l’amministrazione mai attribuite prima, ma affidate a Mauro in virtù della sua esperienza all’interno di Palazzo di città. Il neo assessore della giunta Messinese, sposato e padre di tre figli, è stato per due mandati consigliere dell’Ordine degli Architetti, ha da vent’anni uno studio di Architettura e design al centro storico. Tra i suoi prossimi obiettivi anche la laurea in Ingegneria Ambientale.

– In cosa consiste la delega alla Pianificazione?
«L’amministrazione ha l’obbligo di pianificare la sua strategia e i suoi obiettivi da raggiungere sia annualmente, sia in un arco temporale di almeno tre anni. Serve una condivisione sia politica che amministrativa. Questo tipo di lavoro prima era svolto dal direttore generale, che non esiste più, ora affidato a me».


– La nomina ad assessore come è arrivata?
«Sicuramente per la mia esperienza triennale, in cui ho preso contezza della macchina amministrativa. Mi ha aperto le le porte per entrare in giunta».


– In quale area politica si colloca oggi?
«Il mio incarico non mi consente di avere una collocazione politica. La mia esperienza politica nel passato è iniziata con i comunisti di Salvatore Morinello; dopo mi sono concesso una pausa per dedicarmi alla mia professione, per poi riprendere il mio impegno politico con i socialisti. E dopo vi è stata una interruzione. Ideologicamente mi sento più vicino alla sinistra».


– Il nuovo Prg è già obsoleto?
«Lo era già vent’anni fa perché era stato progettato per una città industriale in crescita. Gela è oggi una città che ha perso la sua vocazione industriale e si sta spopolando. Oggi più che cambiare bisogna innanzitutto applicare ciò che è stato approvato. Vi sono degli errori, pareri tra i vari enti che non sono compatibili tra di loro. Questo è il primo passo che stiamo facendo per farlo diventare operativo».


– Con il Prg cosa cambierà per la città?
«Abbiamo la possibilità di riedificare in maniera più programmata, all’interno del Piano urbanistico che prima non avevamo, e si andava per varianti, ma permane il problema dei vincoli che ha la città. Specie su Manfria, cioè da Montelungo fino a Piana Marina, il parere reso sul piano regolatore dice che è possibile costruire su lotti interclusi, cioè tra costruzioni, ma nei lotti liberi no. Cioè possiamo fare case, strade, ma non scuole, piazze, centri commerciali, cioè attività secondarie che farebbero stare meglio i residenti. Stiamo cercando di affrontare il problema: prima devono venire i servizi e poi le case. I servizi educano»


– Centri commerciali a Gela confermati nel piano regolatore?
«Ve ne sono due, quello sulla strada Gela-Catania, e quello di fronte Montelungo. Si aspetta solo la presentazione dei due progetti, saremo ben lieti di riceverli, sarebbero una boccata di ossigeno»


– In cosa consiste il Progetto "Una via tre piazze"?
«Il progetto è stato varato dalla giunta. Si tratta di una riqualificazione di tutto il corso Vittorio Emanuele, la piazza Umberto, e Piazza San Francesco fino a Piazza Martiri della Libertà, con tutte le stradine annesse, compreso il percorso che inizia dalla Chiesa del Carmine e via Senatore Damaggio. Si tratta di inserire del basolato, così come esiste all'inizio di corso Vittorio Emanuele e piazza Sant’Agostino. Verranno tolti i marciapiedi, sostituiti lampioni, sedute. Portare quell'area a livello di Smart City. Il progetto è già finito, e speriamo di renderlo presto operativo, dobbiamo solo rivedere il calcolo del costo dell’opera e portarlo a bando. Il prossimo anno è probabile che venga avviato e il centro storico cambierà aspetto»


– Per il lungomare quando altri interventi?
«Il progetto per la continuazione del lungomare è pronto, bisogna presentare quello per i finanziamenti. Per il lungomare vi è una grossa novità: entro il mese di marzo verrà presentato il Piano urbano del demanio marittimo, cioè la pianificazione di tutta la spiaggia di Gela, da Bulala a Piana Marina, dove sarà possibile collocare lidi, strutture sportive, passeggiata. Il comune farà la passeggiata a Manfria»


– In tanti chiedono la pista ciclabile al lungomare.
«Obiettivo dell’amministrazione è prolungare la pista ciclabile di Macchitella, sia verso la città che verso Manfria. Una pista ciclabile è in fase di pianificazione, abbiamo le idee chiare. Stiamo vedendo come intervenire dal punto di vista economico. La pista ciclabile è inserita nel Piano urbano per la mobilità sostenibile (Pums). E potrebbe essere inserita in un percorso ciclabile europeo "La pista del sole", circuito europeo di pista ciclabile. Vi è già un immobile dell’Anas a Gela messo a disposizione per realizzare un ostello per ciclisti».


– Patrimonio, cassaforte del comune. Quali novità?
«Stiamo cercando una collaborazione con l’Agenzia del territorio per cercare di attirare nuovi investitori gelesi, ma anche di fuori, sul patrimonio comunale che non è stato messo a reddito. Tanti gli immobili interessanti: la stazione vecchia, che potrebbe portare alla riqualificazione del quartiere Margi o via Omero; inoltre, il parco di Montelungo dove vi è un caseggiato gigantesco abbandonato e un campo di tiro a piattello di proprietà comunale. Sono tanti gli tanti immobili. I bandi, pubblicati nell’Agenzia del territorio, avrebbero una visibilità internazionale, attirando gli investitori. Gli introiti potrebbero essere investititi in servizi»
– Vi sono molte associazioni che occupano gli immobili comunali.


«È giusto ospitare le associazioni negli immobili del comune, in quanto rendono un servizio sociale non indifferente, ma le modalità e la gestione di tali immobili devono essere riviste».


– Spazi verdi abbandonati. Come verranno gestiti?
«Il verde ha bisogno di cura. Per tanti anni abbiamo piantato alberi, ma non abbiamo pensato alla sua manutenzione. Da questo punto di vista ci possono aiutare i privati, gestendo il verde a fronte di un loro guadagno. Così come sta avvenendo nel giardino tra parco Littorio e Acropoli, dove un privato ha chiesto l’area per un bar, occupandosi in compenso del verde».


– Abusivismo in città ancora diffuso?
«Direi che la cultura dell’abusivismo sia ormai scemata, anche se vi sono molte pratiche di sanatoria da espletare. Ormai le concessioni edilizie vengono rilasciate, se si vuole costruire».


– Tante case ancora senza facciate. Cosa si può fare?
«Stiamo emanando un secondo bando per il decoro urbano. Il primo non ha avuto un grande successo, solo sessanta domandine. Ne stiamo studiando un altro con condizioni ancora più vantaggiose».


– Quali cantieri partiranno presto?
«La riqualificazione dell’area dietro il Museo, con opere di urbanizzazione con pavimentazione e marciapiedi. La viabilità inesistente della zona di Fondo Iozza».


– Vincoli Zps sono in linea con il territorio?
«Sono i siti di interesse comunitari prettamente scientifici gestiti a senso unico, senza sentire cittadini e amministrazione, in modo particolare. A volte vi è un controllo troppo severo rispetto alla realtà. Anche da questo punto di vista vogliamo agire in quanto la normativa europea impone la partecipazione a qualunque processo decisionale, da cui spesso anche l’amministrazione è stata esclusa»


– Cosa ama di questa città?
«Su tutto, il mare, il sole e la cordialità della gente».


– Qual è la difficoltà maggiore del suo lavoro di architetto?
«E’ una professione difficilissima da svolgere in questa città, in quanto spesso l’architetto è confuso con un tecnico, un sociologo, un progettista».